Si tiene ogni anno, nello Stato australiano del Northern Territory, il Garma Festival: si tratta del maggior raduno culturale dei popoli indigeni, di cui nel 2025 si tiene la 25ma edizione.
Queste immagini affascinanti e piene di colore si riferiscono nello specifico ad alcuni componenti del clan Gumiatj del popolo Yolngu, mentre si preparano per la danza tradizionale del Bunggul.
Tra i partecipanti ci sono anche le autorità sia statali che federali, tra cui il ministro degli Affari Aborigeni – questa la dicitura della sua carica – nel Northern Territory; che tuttavia è, ironia della sorte si potrebbe dire, un bianco. La partecipazione dei popoli aborigeni alla vita politica è infatti ancora molto limitata – sono solo 3 su 150 i deputati aborigeni, e 8 su 76 i senatori – e, più in generale, la mancata integrazione dei popoli indigeni è ancora una ferita aperta nel Paese.
Basti dire che l’uso dello stesso termine “aborigeno” è controverso, essendo considerato espressione di un passato di oppressione legalizzata che si è di fatto conclusa pochi decenni fa; tanto che ora il termine ufficiale per designare queste popolazioni è “indigene”, e molti preferiscono essere identificati direttamente con il nome del proprio popolo.