1. Niger. Degli attacchi messi a segno da uomini armati in villaggi della regione di Tahoua, non lontana dal confine con il Mali, hanno provocato 137 morti. Lo ha reso noto il governo lunedì. Il numero di vittime fa di questi attacchi il peggior massacro di matrice jihasdista mai commesso nel Paese. Degli uomini armati sono arrivati in moto e hanno «sparato a tutto ciò che si muoveva», ha riferito un funzionario locale. Secondo le classifiche di sviluppo delle Nazioni Unite, il Niger è la nazione più povera del mondo ed è costretta anche a lottare con gli attacchi jihadisti che arrivano dal Mali e dalla Nigeria.
2. Bangladesh. Lunedì c’è stato un enorme incendio nel campo profughi dei rohingya di Balukhali, nel Sudest del Paese. L’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha detto che sono morte almeno 15 persone e più di 400 risultano disperse, mentre i feriti sarebbero 5550. Secondo l’agenzia, attualmente circa 45 mila persone sarebbero senza alloggio. Le cause dell’incendio non sono ancora chiare. I rohingya sono un grande gruppo etnico di religione musulmana, le cui comunità si trovano per lo più in Bangladesh e in Myanmar. La maggior parte dei profughi che viveva nel campo di Balukhali era scappata dal Myanmar a partire dal 2017, quando l’esercito birmano aveva compiuto una serie di brutali azioni militari.
3. Stati Uniti. Joe Biden nella sua prima conferenza stampa da presidente ha risposto a molte domande sulla gestione dell’ondata di migranti al confine col Messico, una questione diventata seria nelle ultime settimane per l’enorme afflusso alle frontiere. Il presidente ha assicurato che non volterà le spalle ai bambini non accompagnati, non li lascerà patire la fame, e allo stesso tempo ha sottolineato come la maggior parte dei migranti venga riaccompagnata indietro. La vice-presidente Kamala Harris ha preso l’incarico di coordinare la risposta alla crisi migratoria, che vede coinvolti sempre più bambini. Harris dovrà supervisionare gli sforzi diplomatici con i Paesi del cosiddetto triangolo del Nord dell’America Centrale (Honduras, Guatemala ed El Salvador).
4. Unione europea. Il Consiglio europeo sui vaccini di giovedì non ha portato a un accordo sulla redistribuzione delle dosi: i governi si trovano ancora su posizioni molto distanti. Presente anche il presidente americano Joe Biden che ha parlato di rilancio delle relazioni transatlantiche, di cambiamenti climatici e della collaborazione sui vaccini. Alla vigilia del Consiglio, la Commissione europea aveva presentato il nuovo regolamento finalizzato a restringere l’export di vaccini prodotti nell’Ue in base a dei criteri di «proporzionalità e reciprocità» che sarà in vigore per sei settimane. Sempre mercoledì, in un comunicato congiunto, Unione europea e Regno Unito si sono impegnati nella ricerca di «un’intesa vantaggiosa per tutti» sulle forniture dei vaccini anti-Covid.
5. Italia. Le Regioni stanno definendo con la Protezione civile le linee di indirizzo per organizzare i punti vaccinali straordinari. Il presidente della conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini ha chiesto «un confronto urgente con il governo» dopo le critiche del presidente del consiglio Mario Draghi, che ha accusato alcune regioni di «trascurare i loro anziani in favore di gruppi che vantano maggiore forza contrattuale nella somministrazione del vaccino». Gli obiettivi del governo sono quelli di portare il ritmo delle vaccinazioni a mezzo milione al giorno e di riportare gli alunni di materne, elementari e medie in classe subito dopo Pasqua anche in zona rossa.