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L’amore alla prova della pandemia, Pellai: “Opportunità e rischio”

di Aurelio Molè

Le restrizioni, i confinamenti, hanno influito sugli equilibri di tutte le convivenze, dalle famiglie alle relazioni di coppia. La pandemia ha anche rischiato di cambiare l’approccio dei ragazzi e delle ragazze con l’altro sesso. L’intervista al medico e psicoterapeuta Alberto Pellai

Nessuna coppia o famiglia è rimasta indifferente di fronte alle restrizione dei lockdown: le situazioni sono cambiate e hanno influito sugli equilibri e sulle abitudini di tutte le convivenze. «I confinamenti – dice il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai – hanno reso le famiglie costruite su fondamenta sicure ancora più solide, mentre in quelle fragili sono emerse tutte le criticità che prima potevano nascondersi dentro agli impegni di tutti i giorni».

I genitori hanno dovuto tenere dentro le mura di casa il loro ruolo di padre o madre, di compagno/a e anche il loro aspetto professionale. «Mentre l’aspetto genitoriale e quello lavorativo si sono fortificati in questa esperienza, molte coppie hanno fatto fatica a rimanere salde», aggiunge Pellai.

Se per alcune coppie è stato un rischio, per altre è stata l’occasione di tornare all’essenza della loro relazione. «Nella specie umana la sessualità condivisa arriva tramite l’intimità e non tramite l’eccitazione: l’amore è un dispositivo che permette all’uomo di poter condividere il tempo del bello e il tempo del brutto. In questo periodo di confinamento dovremmo essere in grado di tornare a quell’essenza e di scoprire nuovi aspetti di noi come partner. Ma anche come genitori».

Un altro capitolo è quello relativo a chi si approccia al sentimento amoroso, alle relazioni con l’altro sesso, in questo momento in cui la socialità si è ridotta e trasformata. «I ragazzi che si trovavano già dentro una storia d’amore hanno visto il loro sentimento rafforzarsi. Chi si approcciava per la prima volta a questo tipo d’esperienze ha subito il rischio di virare la propria attenzione su territori, il web, dove all’affettività subentra la sessualità: un rischio dell’iperconnessione che si contrappone all’interconnessione», conclude Pellai.

 

 

 

 

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