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India, non si ferma la rivolta dei contadini

a cura di Giustino Di Domenico

Contuinua la resistenza degli agricoltori indiani contro le leggi che liberalizzano il commercio dei prodotti della terra avvantaggiando le società dell’agrobusiness

Nella più grande denocrazia del mondo il 58% della popolazione indiana vive di agricoltura.

Come ha spiegato Ravindra Chheda su cittanuova.it, «Con la liberalizzazione del mercato agricolo prevista dalla nuova legge, i coltivatori diretti possono vendere a chiunque e a qualsiasi prezzo, senza essere obbligati a cedere i raccolti a depositi statali ad un prezzo fisso. Tali prospettive hanno scatenato la reazione soprattutto da parte dei coltivatori con piccoli appezzamenti coltivabili. Infatti, essi vedono nelle nuove norme il rischio che le grandi aziende possano sfruttare i lavoratori agricoli, riducendo i prezzi di acquisto delle derrate».

Le cronache raccontano che i contadini indiani hanno adottato il canto italiano “Bella Ciao” per accompagnare la loro lunga resistenza che continua nonostante le intimidazioni e le minacce ricevendo la solidarietà da altri settori della società del grande Paese asiatico.

Foto Ap

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