Per la prima volta nella storia del Paese del Sol Levante, a prendere la parola in Parlamento in veste di primo ministro è stata una donna: Sanae Takaichi, eletta al primo turno (in Giappone a votare per il premier è la Camera Bassa, e lei ha prevalso con 237 voti su 465).
Per quanto Takaichi non sia certo un volto nuovo nell’agone politico di Tokyo – è alla guida del partito liberal-democratico, ed è stata più volte ministra con Shinzo Abe – la sua elezione lo scorso 21 ottobre ha fatto scalpore, perché si tratta appunto della prima donna giunta a tale carica da quando questa è stata istituita, nel 1885.
Takaichi è nota come “la lady di ferro” del Giappone, date le sue ferme posizioni conservatrici. Il governo da lei presentato al Parlamento riflette queste sue convinzioni, con ministri sulla stessa linea. Tra le prime svolte annunciate c’è un cambio di rotta sull’immigrazione, con la creazione di un nuovo portafoglio ministeriale dedicato alla promozione di una “società ordinata e coesistente con gli stranieri” guidato da Kimi Onoda, deputata conservatrice.