Cerimonia di insediamento ufficiale del decimo presidente dell'Argentina Javier Milei che ha promesso di rendere il dollaro statunitense l'unica moneta del Paese
Come riporta l’agenzia di stampa Italia «l’ultraliberista Javier Milei ha prestato giuramento come presidente dell’Argentina, dopo la sua clamorosa vittoria elettorale alimentata dal malcontento per la crisi economica del Paese. “Giuro su Dio e sulla patria… di svolgere con lealtà e patriottismo la carica di presidente della nazione argentina”, ha detto nella cerimonia di insediamento, prima che il presidente uscente Alberto Fernandez gli mettesse la fascia presidenziale sulle spalle».
Secondo la redazione esteri di Avvenire, «È stato un primo discorso crudo e senza concessioni quello del neo presidente Javier Milei agli argentini domenica. “Per fare una politica di gradualismo c’è bisogno di soldi e, mi dispiace ripeterlo, i soldi non ci sono. Quindi non c’è alternativa all’aggiustamento e a una politica di choc“, ha avvertito».
Pierre Haski, di France Inter, Francia, riportato da Internazionale osserva che «se l’estrema destra sente un’affinità profonda con Milei, a intrigare molti è il suo
libertarismo, una filosofia politica nata negli Stati Uniti per difendere la libertà individuale dall’ingerenza dello stato.
Tra i progetti del nuovo presidente argentino ci sono la soppressione della Banca centrale, la dollarizzazione dell’economia, la deregolamentazione selvaggia e il taglio radicale delle spese dello stato».
L’ editoriale del quotidiano messicano La Jornada osserva che «Javier Milei ha fatto qualcosa di senza precedenti nella storia delle democrazie formali: durante il suo primo discorso da presidente ha annunciato ai suoi sostenitori che saranno loro a pagare la terapia d’urto in cui consiste il suo piano economico, mentre i benefici andranno all’iniziativa privata . Il presidente di estrema destra ha fatto ricorso alla famigerata frase della distruttrice dello stato sociale britannico, Margaret Thatcher: non c’è alternativa , ha detto, alla conferma che effettuerà un aggiustamento fiscale pari al 5% del prodotto interno lordo. tutto ciò verrà assorbito dallo Stato attraverso tagli brutali ai programmi sociali e in una moltitudine di rami del governo. L’importo equivale alla spesa pubblica di cinque mesi, il che significa che da un giorno all’altro 4 pesos su 10 del bilancio scompariranno».