Monsignor Francesco Saverio Toppi è da oggi Venerabile

Nominato Arcivescovo Prelato di Pompei nel 1990 da San Giovanni Paolo II e "vescovo amico dei Focolari", con i quali condivideva il carisma dell'unità, il religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini è stato proclamato Venerabile da papa Francesco

Il Servo di Dio Francesco Saverio Toppi, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e Arcivescovo-Prelato di Pompei dal 1990 al 2001, appartenente al gruppo di “Vescovi amici dei Focolari”, che si riunivano attorno al compianto Vescovo di Aachen, Mons. Klaus Hemmerle, è da oggi Venerabile. Stamattina papa Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando la promulgazione del Decreto riguardante le sue virtù eroiche. La fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione, introdotta nel 2014, si concluse nel 2016. L’iter è poi proseguito presso la Congregazione delle Cause dei Santi.

Padre Francesco Saverio aveva conosciuto Chiara Lubich fin dal 1949 e ne aveva condiviso la spiritualità dell’unità, coniugandola armonicamente con la spiritualità francescana. Nel 1996 invitò Chiara a Pompei come ospite del 18° Meeting dei Giovani. In quell’occasione le fu conferita la cittadinanza onoraria di Pompei, a motivo del forte legame tra la città mariana fondata da Bartolo Longo e il Movimento dei Focolari.

Chiara Lubich e Mons. Francesco Saverio Toppi al 18° Meeting dei Giovani di Pompei. Foto dell’archivio fotografico del santuario di Pompei.

Nato a Brusciano (NA) il 26 giugno 1925, Vincenzo (questo il suo nome di battesimo) Toppi, a quindici anni, divenne novizio cappuccino con il nome di fra Francesco Saverio. Dopo il periodo di formazione, il 7 luglio 1946, emise la solenne professione religiosa e il 29 giugno 1948 fu ordinato sacerdote. Nel 1959, appena trentaquattrenne, padre Francesco Saverio fu eletto Ministro Provinciale dei Cappuccini di Napoli, ruolo che ricoprì anche nel ’62 e nel ’65. Nel suo ministero di guida dei frati si affidò totalmente allo Spirito Santo. Da autentico figlio di San Francesco d’Assisi, il suo programma per la Provincia religiosa era incentrato sul primato della vita interiore attraverso la preghiera, la mortificazione e l’osservanza della Regola. Nel 1971 fu nominato Provinciale dei Cappuccini di Palermo e restò in carica fino al 1976, quando fu eletto Definitore Generale dell’Ordine. Nell’agosto 1983 fu nominato Superiore della comunità cappuccina e Maestro dei chierici a Nola.

San Giovanni Paolo II, il 13 ottobre 1990, lo nominò Arcivescovo Prelato di Pompei e Delegato Pontificio del Santuario fondato dal Beato Bartolo Longo. Il 7 dicembre 1990, a Pompei, con l’Ordinazione Episcopale ebbe inizio il servizio pastorale nella città mariana, che durò fino al 7 aprile 2001. Furono anni intensi di preghiera e predicazione nei quali Monsignor Toppi fu buon Pastore per i pompeiani e per i pellegrini che ebbero occasione di ascoltare la sua parola calda e dallo stile autenticamente francescano.

Monsignor Toppi con San Giovanni Paolo II. Foto dell’archivio fotografico del santuario di Pompei.

«La sua anima intera – ricordò l’Arcivescovo Prelato, Monsignor Tommaso Caputo, in occasione dell’apertura dell’inchiesta diocesana – passava in quella della folla per farla crescere, amare, sperare con lui. La sua parola si impregnava di tale tenerezza, dolcezza soave e penetrante unzione che era impossibile rimanere freddi ascoltandolo. Si percepiva non semplicemente il predicatore, ma un’anima tutta imbevuta di fede e di amore. Si aveva l’impressione di essere alla presenza di una delle grandi figure bibliche che parlavano agli uomini il linguaggio dei profeti».

L’amore per la Madonna lo contraddistinse in tutta la sua esistenza ed è proprio alla Vergine che Monsignor Toppi si rivolse nel comporre la “Preghiera della Chiesa di Pompei”, recitata ancora oggi, quotidianamente, in Santuario. «O Maria – scrisse tra l’altro in quell’orazione, mirabile sintesi dei carismi della Chiesa pompeiana – ottienici col tuo Rosario di contemplare, vivere e irradiare nel mondo intero il Mistero di Cristo Gesù e la Grazia della Comunione Trinitaria. Vergine Orante! Insegnaci a pregare, ad accogliere e meditare la Parola di Dio. Fa’ che con i Misteri del Rosario impariamo a contemplare ed a stupirci dinanzi alle meraviglie che opera il Signore. Aiutaci a vivere il Vangelo della carità con gli ultimi e gli emarginati, con i poveri e i sofferenti. Che la Chiesa sia un cuor solo e un’anima sola… Madre della Chiesa e dell’umanità! Comunicaci lo slancio missionario del tuo Cuore per la nuova evangelizzazione e spingici per le strade del mondo a gridare il Vangelo con la vita sulle orme del Beato Bartolo Longo… Maria compi l’opera tua: poni Gesù in mezzo a noi; fa’ che noi vediamo e amiamo Gesù l’uno nell’altro e in Lui siamo fratelli».

La sua opera pastorale a Pompei si contraddistinse ugualmente per la premura che egli ebbe per le opere di carità fondate dal Beato Bartolo Longo a sollievo di tante povertà, in particolare a servizio di orfani e figli dei carcerati.

Al termine del suo mandato episcopale, dopo due anni trascorsi ancora a Pompei, dove poté godere anche dell’Anno del Rosario (2002 – 2003), voluto da San Giovanni Paolo II per il rilancio di questa preghiera proprio nel segno del carisma della città mariana, si trasferì nel convento dei frati Cappuccini a Nola, dove si spense il 2 aprile 2007. Era così devoto alla Madonna del Rosario da aver scelto di riposare nella cripta del Santuario per fare – come scrisse – «da piedistallo al trono della Santissima Vergine».

Ebbe numerosi incontri con persone di profonda interiorità e santità di vita, che ne influenzarono il cammino spirituale. In particolare fu significativo il suo incontro con San Pio da Pietrelcina.

Il Diario di Monsignor Toppi contiene pagine di altissimo livello mistico, pregne di un’esperienza di Dio che lo portò talvolta – com’egli stesso dice – a “toccare il cielo”, non senza profonde prove interiori che lo purificarono e lo condussero ai vertici della comunione con Dio, come ben racconta il suo successore, Mons. Domenico Sorrentino, attuale arcivescovo di Assisi, nel libro “Oggi ho toccato il cielo”, edito da Città Nuova.

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