Monique e i misteri della vita

Sulla sedia a rotelle dall’età di tredici anni. Medaglia paralimpica a Pechino 2008. Ora, in una maniera che ha dell’incredibile, è tornata a camminare.
Monique Van der Vorst

 

Tutti i giorni siamo sommersi di brutte notizie. Fatti di sangue, crisi economiche, politici corrotti, chi più ne ha più ne metta. Ma è tutto sempre così nero? Fortunatamente c’è anche un’altra faccia della medaglia. Fortunatamente ci sono storie, spesso poco pubblicizzate, che lanciano invece un messaggio di speranza, di gioia. Come ad esempio quella di Monique Van der Vorst, una ragazza di ventisei anni che in Olanda gode di una certa popolarità.

 

All’età di tredici anni, per le conseguenze di un intervento chirurgico ad una caviglia andato male, la Van der Vorst rimane paralizzata ad entrambe le gambe. Superato un primo momento di inevitabile sconforto Monique trova nello sport un modo per reagire, per sentirsi ancora viva. Si appassiona così alla hand-bike, quel particolare tipo di bicicletta usata da tante persone che presentano disabilità o malformazioni agli arti inferiori. Gradualmente il sorriso torna ad illuminare il suo viso.   

 

Le disavventure di questa ragazza non sono però finite. Nel 2007 e nel 2008 due incidenti in auto le provocano ulteriori lesioni alla spina dorsale. Molti a quel punto avrebbero cominciato a lasciarsi andare, ad avercela con il mondo intero. Non Monique. Lei non si da per vinta, continua con determinazione ad inseguire il sogno di partecipare alle Paralimpiadi di Pechino del 2008 e corona questo obiettivo conquistando in terra cinese due prestigiose medaglie d’argento. Dopo aver vinto svariati titoli mondiali ed europei in hand-bike, l’atleta olandese si aggiudica anche un’importante gara di triathlon per disabili disputata nell’ottobre dello scorso anno alle Hawaii, e viene eletta sportiva olandese disabile dell’anno 2009.

 

Poi, durante una seduta di allenamento della scorsa primavera, Monique viene nuovamente investita da un’auto! Questa volta però, a differenza di quanto accaduto in passato, il lungo periodo di riposo post-incidente le riserva … una gradita sorpresa. A poco a poco cominciano ad apparire infatti alcuni segnali di sensibilità agli arti inferiori. Dapprima flebili, appena percepibili, poi sempre più chiari, intensi, fino a che comincia a muovere le gambe. Di nuovo, dopo tredici anni. «Prima potevo solo strisciare per terra, ora posso addirittura camminare. E’ un’emozione che non posso descrivere!».

 

Da un punto di vista strettamente medico una spiegazione scientifica per quanto è accaduto sembra non esserci. Almeno per il momento. Forse l’incidente ha fatto “sbloccare” qualcosa nel suo fisico, qualcuno parla di “miracolo”, fatto sta che la vita di Monique è cambiata un’altra volta, anche se di certo non è cambiato il suo amore per lo sport. «Mi piacerebbe correre, fare gare di ciclismo o di triathlon, provare tutto quello che in questi anni non ho potuto fare». Ora, dopo un lungo periodo di riabilitazione, riprenderà la sua vita da atleta inseguendo un nuovo sogno: la partecipazione ad una nuova Olimpiade. Questa volta, tra i normodotati.  

 

 

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