Il mondo nelle foto della World Press Photo

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la 66° edizione del prestigioso premio di fotogiornalismo internazionale, con le foto finaliste. In mostra fino al 4 giugno.
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Attacco aereo alla clinica di maternità di Mariupol. World Press Photo of the Year_Evgeniy Maloletka_Associated Press

Ha fatto il giro del mondo la foto scattata il 9 marzo del 2022 durante l’assedio della ormai tristemente nota città di Mariupol. Ritrae una madre incinta trasportata in barella fuori dal reparto maternità di un ospedale danneggiato nel corso di un attacco aereo russo. Gravemente ferita la donna, Iryna Kalinina di 32 anni, è deceduta mezz’ora dopo aver dato alla luce il corpo senza vita di suo figlio a cui era stato dato il nome Miron, che significa “pace”. In questa immagine straziante l’autore è riuscito a catturare tutta la sofferenza umana causata dall’invasione russa dell’Ucraina. “Con il voto dato nel primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina, la giuria ha premiato il potere di questa immagine e la storia che c’è dietro, così come le atrocità che mostraLa morte della donna incinta e di suo figlio riassume gran parte della guerra”. Con questa motivazione di Brent Lewispresidente della giuria globale della World Presse Photo -, al fotografo ucraino Evgeniy Maloletka è stato assegnato il premio “Foto dell’anno 2023”, prestigioso riconoscimento della World Press Photo Foundation, l’istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo che si svolge ogni anno, appuntamento che restituisce al mondo l’enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, e il fondamentale ruolo di testimonianza storica.

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Donne e bambini elemosinano pane fuori da un panificio nel centro di Kabul, Afghanistan, il 14 gennaio 2022. World Press Photo Story of the Year_Mads Nissen_Politiken_Panos Pictures

Con la sua storia The Price of Peace in Afghanistan, il fotografo danese Mads Nissen si è aggiudicato il premio della categoria Story of the Year.  Attraverso nove inquietanti ma bellissime foto, l’autore richiama le difficoltà quotidiane, in assenza di aiuti internazionali, del popolo afghano che vive ora sotto il regime dei talebani tornati al potere dopo il ritiro delle forze statunitensi e alleate  dall’Afghanistan  nell’agosto  del 2021. Una delle foto ritrae Khalil Ahmad, un ragazzo di 15 anni, i cui genitori non potendosi permettere il cibo per la famiglia, hanno deciso di vendere il suo rene per 3.500 dollari. La mancanza di posti di lavoro e la minaccia della fame hanno portato a un drammatico aumento del commercio illegale di organi.

Attraversando il Tagikistan, il Kirghizistan, l’Uzbekistan e il Kazakistan, quattro paesi dell’Asia centrale alle prese con la crisi climatica e con la mancanza di coordinamento nell’utilizzo delle risorse idriche che condividono, la fotografa armena Anush Babajanyan (premio per Long-Term Project Award per il progetto Battered Waters ), ha messo in luce l’impatto della siccità e della gestione dell’acqua dopo la caduta dell’Unione Sovietica e mostra il potente spirito di resilienza delle popolazioni costrette ad adattarsi alla nuova realtà.

Per la categoria Photo Open Format Award, dedicata a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate), il vincitore è stato Mohamed Madhy con il suo lavoro Here, The doors don’t know me (Qui, le porte non mi conoscono). Il fotografo egiziano racconta la storia di un villaggio di pescatori, situato lungo il canale Mahmoudiyah ad Alessandria d’Egitto, che sta scomparendo a causa degli effetti dell’innalzamento dei mari. Per intere generazioni, i suoi abitanti hanno vissuto e lavorato sul canale che conduce al Mar Mediterraneo. Nel 2020, il governo egiziano ha iniziato a sfrattarli e a trasferirli in abitazioni a diversi chilometri di distanza dai canali, non solo demolendo le case, ma anche mettendo in pericolo le memorie collettive e la cultura locale radicata in Al Max. Le storie qui descritte parlano della precarietà di persone che dovunque si trovano, lottano per far sentire la propria voce nel mezzo di uno sconvolgimento globale economico e ambientale.

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Un operatore esegue un controllo di routine di un fotobioreattore in un impianto di microalghe a Reykjanesbær in Islanda, il 13 luglio 2020. Europe_Long-Term Projects_Simone Tramonte.jpg

All’italiano Simone Tramonte, per Net- Zero Transition, è stata assegnata una delle sei “menzioni d’onore”. Il suo progetto vuole mostrare le proposte più innovative che potranno permettere all’Europa di diventare il primo continente a impatto zero. Il progetto esplora il rapporto tra uomo, ambiente e innovazione mostrando le nuove soluzioni tecnologiche in grado di guidare il passaggio a una nuova era. Il lavoro affronta in chiave positiva il tema del cambiamento climatico, seguendo le tracce verso un concreto progresso ambientale, tecnologico, scientifico, sociale ed economico. Altro italiano premiato è Alessandro Cinque, tra i vincitori regionali per il suo progetto Alpaqueros. Frutto di diversi anni di lavoro sul territorio, è dedicato alle evoluzioni delle famiglie in bilico tra sopravvivenza, tradizioni e sostenibilità. Narra la storia di donne allevatrici peruviane che rischiano la vita portando gli alpaca sempre più in alto per combattere il cambiamento climatico e mantenere vivo il commercio che sostiene le loro famiglie.

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