Mission Impossible III

La terza elaborazione delle avventure impossibili di Tom Cruise è stata affidata a J.J. Abrams, regista della fortunata serie televisiva, da cui hanno avuto origine anche le due precedenti pellicole omonime. Entrambe rappresentarono la freddezza e la temerarietà del carattere del protagonista. Abrams, invece, ha voluto tornare all’interpretazione originaria dell’eroe televisivo, dando spessore all’umanità di Cruise. Ce lo mostra preso dal grande amore per la moglie, appena sposata, e tormentato dalla paura quando gli viene rapita da un losco trafficante di armi micidiali, contro cui sta lottando. Importante per la tensione del film è l’interpretazione di Philip Seymour Hoffman (recente premio oscar per Truman Capote), che sa apparire terribile con una determinazione malvagia ed arrogante. Ma, la trama è esile e si fa sentire quanto basta a legare i vari nuclei dell’azione, che si sostengono grazie al loro ritmo incredibile, tutti fatti di imprese mirabolanti: salti dalla cima di grattacieli, fughe da esplosioni incombenti, disattivazioni di cariche inserite nella testa. È apprezzabile la capacità del regista di esprimersi per immagini, avvalendosi di riprese ottenute con fotocamere scorrenti su cavi sospesi, di un montaggio svelto e di inquadrature suggestive, ambientate in città diverse, come Shanghai, Berlino e, perfino, il Vaticano. Questo assicura il divertimento a quanti amano lasciarsi prendere dalla velocità del racconto. Ma, va detto, che non sono approfondite le psicologie dei protagonisti. Forse, proprio il tentativo di arricchire di sentimenti il personaggio interpretato da Tom Cruise, di per sé astratto come quello di un fumetto, mette in difficoltà la sua interpretazione, finendo per farla apparire un po’ ingessata. Regia di J.J. Abrams; con Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Michelle Monaghan.

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