Miracolo a Sant’anna

Cinema
Dopo tutta la polemica suscitata dal film, non si possono trascurare i termini della questione. Certo, Spike Lee non ha voluto operare una ricostruzione storica della strage di 560 civili ad opera dei nazisti, avvenuta in Versilia nel ’44, ma portare sullo schermo un romanzo che, sullo sfondo di quei fatti drammatici, mette in primo piano il razzismo serpeggiante all’interno dell’esercito americano. La divisione Buffalo, formata per lo più da soldati di colore, è diretta da un bianco incapace e sprezzante. I militari neri continuano ad essere oppressi, anche ora che rischiano la vita, dai pregiudizi che avvertivano in patria. Al contrario, si sentono trattati alla pari dagli italiani. È chiaramente riconoscibile la benevolenza con cui Spike guarda la sua gente. L’uomo dormiente, il cui profilo si intravede sulla cima delle Alpi Apuane, rappresenta l’uomo nero che si sveglierà e mostrerà ciò di cui è capace. Questa volta, però, l’autore ha scelto un ambiente al di fuori dagli Stati Uniti: ciò ha comportato rischi che non èstato in grado di prevedere. Seguendo la sua ottica complessa e tutt’altro che monolitica, il regista ha cercato di presentare l’anima divisa degli italiani e la diversità di pensiero dei capi tedeschi, ma non ha colto nella sua interezza la negatività dell’eccidio, deciso solo per terrorizzare e non come rappresaglia. Miracolo a Sant’Anna è, comunque, un racconto ricco di umanità e di significati apprezzabili, condotto con stile quasi favolistico, un po’ nuovo per il regista. Sono apprezzabili gli accenni religiosi, la figura del prete che muore coraggiosamente, e l’attenzione ai problemi morali. Aspetti che, insieme ai sentimenti elementari, legati alla figura del bambino e del gigante buono, erano presenti anche in altri lavori di Spike Lee e chiariscono le sue convinzioni profonde. Regia di Spike Lee; con Derek Luke, Michael Ealy, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Pierfrancesco Favino, Valentina Cervi, Matteo Sciabordi, Omero Antonutti.

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