Minù e le perle del mare

Minù era un minuscolo granellino di sabbia che viveva insieme alla sua enorme famiglia in una spiaggia bianca del Pacifico. Era molto grazioso, dall’aspetto luminoso e arrotondato, trasparente alla luce, un vero capolavoro di Madre Natura. Minù viveva spensierato in riva all’amico Oceano ed era felice di ricevere gli spruzzi delle onde che nei giorni di vento grosso arrivano fino al suo spazio. Tuttavia, il piccolo sentiva dentro sé una gran nostalgia per qualcosa che ancora non conosceva ma che sapeva esserci nel fondo del suo cuoricino sabbioso. Sentiva di esser fatto per qualcosa di grande ma non sapeva bene cosa fosse. Accadeva, talvolta, che nelle bellissime brezze mattutine il nostro granellino si arrampicasse lungo una roccia scoscesa per ammirare il mare dall’alto. Che spettacolo di grandezza e bellezza! Il blu che si confondeva con l’azzurro del cielo fin quasi a scomparire, il luccichio dei giochi d’acqua sulla superficie, i guizzi dei pesci, tutto era meravigliosamente attraente e maestoso. Un giorno Minù era su una delle rocce più basse, era così preso dal contemplare il mare che non si accorse dell’arrivo di tre grossi nuvoloni. Fu in un attimo che il cielo si rabbuiò e scoppiò un temporale: il vento soffiava forte, le onde si alzavano improvvise minacciando la riva. Mentre tentava di mettersi al riparo, il granellino fu colpito da un’onda e scaraventato in mare. Che shock improvviso! Com’era strano trovarsi immerso in tutto quel blu indistinto. Tutto era come in un sogno liquido, una scena dai contorni sfumati. Dopo essere svenuto, Minù si ritrovò sul fondo del mare in compagnia di Stella, una bellissima stella marina che gli stava parlando. – Riesci a sentirmi? Sei ferito? – gli diceva preoccupata Stella. Minù riprese i sensi e rispose, dopo un po’ si guardò intorno e vide uno spettacolo ancora più meraviglioso di quello della superficie: alghe coloratissime, banchi di pesci che danzavano, rocce variopinte, anemoni… tutto era incredibilmente bello! In un battibaleno diventarono amici, Stella lo condusse in esplorazione rivelandogli ben presto i segreti dei fondali marini: relitti di navi, antri nascosti, tane buie per i pescecani. Mentre passavano presso un cespuglio di alghe, Minù sentì una vocina sottile che proveniva da una roccia lontana. – Andiamo! – disse subito a Stella. I due si avvicinarono e trovarono Marika, una piccola ostrica che non riusciva a trattenere i singhiozzi. La piccola raccontò che una grossa àncora arrugginita si era staccata dalla sua catena e precipitando nel fondo aveva spazzato via in un baleno tutta la sua famiglia. Da allora era rimasta sola al mondo. A Minù, che era un granellino sensibile e generoso, venne subito un’idea: ogni giorno lui e Stella sarebbero andati dalla piccola per farle compagnia e così non avrebbe più sofferto di solitudine. Che splendida idea! Così, per molto tempo, i due amici si recarono dalla piccina che nel frattempo aveva smesso di singhiozzare. Minù si sentiva felice perché era bello far felice gli altri, ancor più bello del più bello dei paesaggi marini. Piano piano sentiva che si stava svelando quella nostalgia che lo aveva sempre spinto in fondo al mare. Un bel giorno, Minù si recò da solo dalla piccola ostrica e giocarono tutto il tempo insieme. A fine giornata, esausto, il granellino si posò dolcemente sul manto soffice della giovane amica che offrì la sua ospitalità, felice di poter rispondere alla generosità del suo minuscolo compagno di giochi. Minù dormì per lungo tempo, trascorsero i mesi, le stagioni, gli anni, tutto intorno rimase bello e blu com’era stato fin dall’inizio ma dentro quel guscio così piccolo avvenne lento il prodigio grande dell’Amore: il granellino si trasformò nel miracolo più bello che Madre Natura potesse pensare, una preziosissima e bellissima perla.

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