Migranti, il video degli sbarchi a Caucana

Un video che è diventato virale sui social mostra 45 migranti sbarcati a Caucana nel ragusano e subito intercettati dalla Polizia. Una riflessione va fatta.

Il video ha già fatto il giro dei social. È stato realizzato da alcuni bagnanti che, ieri mattina, si trovavano sulla spiaggia di Caucana, ridente frazione balneare del ragusano in questi giorni strapiena di turisti e vacanzieri. Si vede un gruppo di persone che scendono da un’imbarcazione a poche decine di metri dalla riva e che, a piedi, guadagnano la terraferma per disperdersi poi nell’entroterra: si tratta di circa 45 migranti che, poco dopo, sono stati tutti intercettati dalle forze di Polizia.

Caucana si trova a pochi chilometri dai luoghi di Montalbano, dalla celebre casa sul mare del commissario a Punta Secca. Il nome della spiaggia, le Anticaglie, richiama la presenza dei resti dell’antica città portuale di Kaukana, florida nei primi decenni dopo Cristo, resti che sempre più vengono inghiottiti dal mare.

Gli “sbarchi fantasma”, come vengono definiti, non sono una novità nel litorale siciliano e calabrese. Stavolta, però, tutto è avvenuto in pieno giorno, in una spiaggia affollata di bagnanti e qualcuno, a bordo di un’altra barca vacanziera, ha potuto riprendere delle immagini quanto mai emblematiche. Tanto è bastato per scatenare sui social i commenti più vari e spesso intrisi di intolleranza e odio razziale. È stato commentato anche dal leader della Lega, Matteo Salvini.

L’episodio è emblematico e fotografa la situazione attuale: un aumento esponenziale, nelle ultime settimane, degli approdi. Qualcosa di diverso, probabilmente, sta accadendo sull’altra sponda del Mediterraneo. Non ci sono più solo gli sbarchi di chi proviene dalla Libia e dai luoghi di detenzione, dopo aver trascorso mesi di cammino o di fuga attraversando ampi tratti del continente africano. Alcuni approdi vedono la presenza di persone provenienti dalla Tunisia (coste, peraltro, più vicine a quelle siciliane): si è vista la presenza di persone che stanno bene, che non hanno sofferto i lunghi mesi di detenzione, che magari arrivano con vestiti buoni, cappellino, trolley e barboncino al seguito, com’è accaduto qualche giorno fa. Si è appurata la presenza di persone già espulse dall’Italia che hanno provato a farvi ritorno: ricordiamo che la Tunisia è tra i pochi paesi con il quale l’Italia ha stipulati degli accordi per i rimpatri. In Tunisia i rimpatri sono possibili, in altri Paesi no, al netto dei mille proclami sul «rispediamoli nei loro Paesi!».

C’è qualcosa di diverso e di tutto questo il governo italiano dovrà prendere atto. E l’Europa con esso. Negli approdi straordinari di questi giorni, stiamo assistendo ad una sostanziale inadeguatezza del sistema, sia per ciò che attiene alla sicurezza, sia per i rischi sanitari.

Molti temono che “gli immigrati portino le malattie”. Il rischio Covid spaventa tutti. Stranamente, ed in maniera irrazionale, spaventa soprattutto ciò che potrebbe accadere a causa di questi approdi. In realtà, i contagi d’importazione potrebbero più facilmente riguardare chi viene in Italia per turismo ed altri motivi, magari a bordo di aerei. I controlli ci sono e i voli da alcuni Paesi sono stati vietati, ma è pur vero che, in queste settimane, nel mondo, ci si muove di più ed i rischi dei contagi aumentano. I migranti che arrivano sui barconi sono gli unici che vengono sottoposti a quarantena obbligatoria, per gli altri arrivi tutto questo non accade. La paura, quindi, è assolutamente illogica. Ci sono dei contagiati e sono attualmente in isolamento.

Il problema, semmai, è l’inadeguatezza delle strutture di accoglienza, alcune molto difficili da vigilare. Le fughe dei migranti delle ultime settimane preoccupano chi teme che queste persone, sorprese poi a vagare nelle campagne e nei centri abitati, possano portare i contagi. Il rischio è minimo, ma esiste e la paura può essere compresa. Quasi tutti i migranti sono stati rintracciati e riportati nei centri. Non hanno una rete di protezione, non hanno facili rifugi ad accoglierli: vengono avvistati e ripresi. Ne mancano all’appello solo poche decine.

Ma su tutto questo una riflessione va fatta. È auspicabile che si intervenga laddove ci sono delle falle. Perché la serenità delle popolazioni deve essere garantita. E gli sforzi di chi ha vissuto mesi in quarantena, tra le mura domestiche, non devono essere vanificati. Il problema c’è, deve essere affrontato, non deve essere né sminuito, né ampliato. Bisogna affrontarlo. E bisogna farlo insieme all’Europa, che su altri fronti sta dimostrando di avere la capacità di assumere delle decisioni. Sulla questione dei migranti invece, gli Stati del Vecchio Continente, complici anche alcune posizioni sovraniste, non hanno ancora fatto tutti gli sforzi necessari.

 

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons