Migranti, il naufragio dell’Isola dei Conigli

Un’imbarcazione carica di migranti affonda al largo di Lampedusa. In salvo 149 persone, morte 5 donne, ma ci sono dei dispersi. La politica cerca una soluzione, l’appello della parrocchia San Gerlando: «Le persone non dovrebbero essere su un barcone, ma su un aereo»
Ansa da FB CISOM

Un’onda anomala li ha travolti. Cinque, forse più persone sono stati inghiottiti dalle onde. Gli altri, 149 in tutto, sono stati salvati.

I numeri fotografano l’ennesima tragedia del mare. Una tragedia che si è consumata nello specchio d’acqua antistante l’isola di Lampedusa. I migranti erano su un’imbarcazione a circa un miglio dall’isola dei Conigli. Il mare grosso, purtroppo, non ha dato scampo. L’imbarcazione si è capovolta e tutti sono finiti in mare. Centoquarantanove persone sono state ripescate da due motovedette della Guardia Costiera, supportate da un elicottero, e da una motovedetta e un pattugliatore della Guardia di Finanza. Un intervento massiccio e soprattutto celere che ha permesso di salvare tantissime persone. Cinque i corpi recuperati finora: sono tutte donne. Ma all’appello potrebbero mancare circa quindici persone.

Ancora una volta, un’ecatombe nelle acque del Mediterraneo. L’ennesima. E si aspetta di conoscere il bilancio definitivo. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella.

I migranti sono algerini, eritrei, tunisini e pachistani. Tra i superstiti ci sono due bambini senza genitori. Mamma e papà, probabilmente, sono rimasti tra i flutti. I bambini sono in tutto tre e ci sono tredici donne. Gli altri sono uomini. Qualcuno cerca la moglie che manca all’appello. I superstiti sono stati accolti nell’hotspot di Lampedusa.

L’ultimo naufragio risale all’ottobre scorso. Anche quella volte una ventina di morti e, tra questi, tredici donne. Sono più indifese rispetto alla forza del mare.

Hanno fatto il giro del web le immagini del salvataggio della piccola Faven, una bimba eritrea che gli uomini della Guardia Costiera sono riusciti a trarre in salvo. Le immagini amatoriali mostrano il momento in cui la piccola, di cui si sente forte il pianto, avvolta in una tutina viola, viene tratta in salvo e issata a bordo della motovedetta. Poco dopo, la bimba era tra le braccia della madre.

Il sindaco, Salvatore Martello, invoca l’intervento del governo per impedire il ripetersi di tragedia a cui purtroppo qualcuno si sta abituando troppo in fretta. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ribadisce che l’Italia sta cercando di lavorare con i governi del Nord Africa per cercare di fermare queste partenze incontrollate. L’imbarcazione, che forse aveva circa 170 persone a bordo, non aveva chiesto soccorso, non aveva segnalato la sua posizione: si trovava ormai a poche centinaia di metri dall’approdo, tra l’Isola dei Conigli e Cala Galera.

Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha rivolto un plauso ai soccorritori. Su twitter ha scritto: «Ci sono persone come Salvatore, soccorritore marittimo della @GuardiaCostiera le cui azioni fanno credere sul serio che l’Italia è ancora un grande Paese, capace di accogliere e salvare vite umane. Orgogliosa di rappresentare questi eroi discreti e silenziosi #guardiacostiera».

E la parrocchia di San Gerlando di Lampedusa, da sempre in prima linea nell’accoglienza dei migranti, con il parroco, don Carmelo La Magra, vero avamposto della Chiesa nel cuore del Mediterraneo, rilancia su facebook: «Come cristiani e cittadini, in questo tempo che richiede una testimonianza efficace, siamo chiamati dagli eventi della storia ad essere protagonisti, e non spettatori, delle vicende politiche del nostro Paese. Ci sentiamo interpellati dalla Provvidenza che ci ha voluto comunità di periferia nel #MareMediterraneo destinata a condividere la sorte di uomini e donne che, a diverso titolo, mettono piede sulla nostra isola di #Lampedusa. (…). È in grave errore chi ritiene di poter ridurre il cristianesimo alla mera ostensione, o ostentazione, di simboli. Noi teniamo in mano il Vangelo ma, soprattutto, lo teniamo nel cuore e nella mente come lampada che illumina i passi della vita personale e sociale, come bussola di relazioni autentiche con il Prossimo».

La posizione è chiara: «Anche se c’è meno clamore la gente continua ad arrivare e a morire. Finché non sarà permesso di viaggiare in sicurezza ed entrare in Europa attraverso vie legali. Le persone non dovrebbero essere su un barcone ma su un aereo».

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