Migranti, l’Italia è in stato di emergenza

L’incremento dei flussi di persone provenienti dal Nord Africa e le previsioni che parlano di numeri sempre crescenti hanno convinto il governo ad intraprendere questa misura straordinaria
Emergenza migranti
Emergenza migranti, Sicilia: in attesa dell'arrivo di altri 700 migranti la Protezione civile regionale ha avviato le operazioni logistiche per il montaggio di due tendostrutture di 12 per 24 metri a san Giuseppe La Rena, frazione di Catania (Foto: Ufficio stampa Regione Sicilia)

Numeri di approdi che si uniscono, purtroppo, anche al numero dei morti. E altre decine di morti si sono registrati al largo di Lampedusa o nei pressi delle coste tunisine.

Una decisione assunta per far sì che si possa affrontare il problema con mezzi straordinari, quelli che saranno previsti dalla legge. La proposta è stata portata in Consiglio dei ministri dal ministro per la Protezione civile e le Problematiche del mare, Nello Musumeci, ma la richiesta è stata formulata dal titolare del Viminale, Matteo Piantedosi. Musumeci è uno che conosce bene l’emergenza migranti per averla vissuta, da presidente della Regione siciliana dal 2017 al 2022, anche se la gestione degli arrivi e degli approdi è sempre stata di competenza del governo nazionale. Sono già stati stanziati dei fondi ad hoc per mettere su la macchina dell’accoglienza, ma anche per rendere più veloci i respingimenti.

Una decisione inusuale per questo tipo di problematiche. Ci eravamo appena lasciati alle spalle l’emergenza Covid, ancora non del tutto cessata.

E ci si chiede cosa in concreto questo potrà comportare per la gestione di un problema che non riguarda solo le procedure, ma investe la vita e i destini di migliaia di persone che stanno approdando sulle nostre cose o si accingono a farlo.

Il governo ha già stanziato i primi cinque milioni di euro. Saranno utilizzati per garantire nuovi spazi per l’accoglienza, soprattutto in emergenza. Bisogna affrontare in fretta il problema di Lampedusa dove l’hotspot di contrada Imbriacola non può più contenere, seppure per periodi brevi, la grande massa di persone in arrivo.

Emergenza migranti, Sicilia: in attesa dell’arrivo di altri 700 migranti la Protezione civile regionale ha avviato le operazioni logistiche per il montaggio di due tendostrutture di 12 per 24 metri a san Giuseppe La Rena, frazione di Catania (Foto: Ufficio stampa Regione Sicilia)

Settecento persone stanno arrivando a Catania: il peschereccio è trainato da un rimorchiatore ed è scortato dalla nave Peluso della Guardia Costiera. La Protezione civile regionale ha già avviato le operazioni logistiche per il montaggio di due tendostrutture di 12 per 24 metri nella zona di via Forcile, a san Giuseppe La Rena. Nella stessa zona si trovano anche i locali dell’ex hub vaccinale: anch’esso sarà utilizzato per l’accoglienza. Il lavoro è coordinato dal responsabile della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, ma sono in campo anche molti esperti di logistica e volontari provenienti dai comuni di Adrano, Bronte, Catania, Misterbianco, San Giovanni La Punta e Siracusa. In tutto operano più di 30 volontari e 5 funzionari operativi.

Fin qui la cronaca odierna. Quella dei prossimi giorni ci dirà quale sarà l’indirizzo del governo e se i fondi stanziati e le procedure di emergenza che saranno messe in campo saranno utilizzate per l’azione di respingimento o per garantire una migliore accoglienza. In un’intervista a Radio Vaticana, riprotata dal quotidiano Avvenire, monsignor Giancarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, si è detto favorevole alla dichiarazione dello stato di emergenza che può essere utile per accelerare le procedure di trasferimento.

«Lo stato di emergenza non deve però far dimenticare un fatto: il sistema di accoglienza in Italia ha bisogno di essere rafforzato; e al tempo stesso non bisogna dare la percezione che i migranti, i rifugiati che stanno arrivando sono un problema emergenziale, nel senso che non possiamo approfondirlo e affrontarlo all’interno di un contesto magari più ampio e più attento. Non dimenticando poi che l’emergenza costa molto di più rispetto al normale affrontare l’accoglienza». Secondo Perego è opportuno valutare con attenzione «se occorrono degli strumenti straordinari, o se non si debbano da una parte mettere in atto una serie di azioni ulteriori rispetto a quelle già in atto per lo sgombero di Lampedusa. E al tempo stesso, che è l’aspetto veramente più importante e necessario, rafforzare e ampliare il piano di accoglienza nelle diverse regioni italiane».

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