Migranti, la Grecia chiede aiuto all’Unione europea

Migliaia di persone, tra cui donne e bambini piccoli, sono ammassate alle frontiere elleniche al freddo e in condizioni terribili. La Grecia rifiuta di farle entrare, accusando la Turchia di spingere i migranti verso l'Europa. Un braccio di ferro che vede schiacciati i più deboli

Mentre la crisi nelle isole del Nord Egeo diventa giorno dopo giorno più grave, un nuovo fronte si apre lungo le frontiere terrestri con la Turchia. Quasi 13 mila migranti, secondo le fonti ateniesi, provenienti da Afghanistan, Pakistan e Marocco – e non solo e non tanto dalla Siria – sono ammassati alle frontiere greche, ingannati, come loro stessi dichiarano, da Erdogan, che sostiene che le frontiere europee sono ormai aperte e che si può passare tramite la Grecia verso il resto dell’Europa.

Secondo Ankara, 117 mila migranti sarebbero già passati in Grecia, il che non è evidentemente vero, mentre la Grecia respingerebbe i migranti con modi violenti, il che secondo i vertici del governo greco non risponde alla realtà: per loro, esercito e polizia greche starebbero «proteggendo» le frontiere dai flussi dei migranti e dai rifugiati siriani o iracheni (pochi per il momento). In Grecia si dice che si tratti in gran parte di migranti incarcerati o trattenuti dalla Turchia e da poco liberati apposta per passare in Europa. Sembrerebbe che gli stessi turchi organizzino linee di trasporto verso le frontiere con la Grecia e la Bulgaria. Comunque sono tutte notizie da verificare.

Che vi sia qualcosa di strano nel fenomeno attuale – qui in Grecia la televisione lo ripete continuamente –, lo testimonierebbe anche il fatto che durante il giorno e di fronte alle telecamere si scorgono famiglie di migranti che vogliono attraversare le frontiere, mentre di notte le donne e i bambini si ritirano a riposare e solo gli uomini giovani scagliano lacrimogeni e altri materiali contro le forze greche fornite loro, secondo esponenti del governo, dall’esercito turco stesso. Inoltre, viene fatto notare dai media locali come i migranti, a parte questo materiale di origine militare, siano forniti con mappe che indicano i percorsi migliori per l’Europa: c’è così un percorso definito “facile” che passa per le isole greche, il porto di Igumenitsa e l’Italia, e un percorso più “difficile” tramite il fiume Evros, che interessa le frontiere terrestri greche.

L’altra mattina, i presidenti delle istituzioni europee (Commissione, Consiglio, Parlamento) con il premier greco Mitsotakis hanno effettuato una ricognizione in volo sopra la zona in questione, e hanno visto la situazione, dopo di che hanno dichiarato il loro sostegno e il loro supporto alla Grecia. «I confini greci sono i confini europei», ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.«Dobbiamo proteggere le nostre frontiere», ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Inoltre, Frontex ha pure dichiarato il suo supporto tramite la forza d’intervento rapido che la Grecia ha richiesto, non solo per le frontiere terrestri, ma anche per le frontiere marittime che risultano più difficili da controllare. Gli Usa hanno pure riconosciuto che la Grecia ha il diritto di proteggere le sue frontiere dai flussi migratori.

Nonostante il sostegno espresso da tutte le parti, la preoccupazione persiste e aumenta visto che non ci vuole molto perché accada un incidente di frontiera, considerando anche tutte le altre ragioni di conflitto  esistenti tra Turchia e Grecia. La politica e la società greche, oltre al sostegno verbale, chiedono che l’Ue operi per trovare una soluzione reale al problema. I confini greci infatti sono confini europei, ma la soluzione deve essere europea e tutti i Paesi appartenenti all’Ue dovrebbero assumere le loro responsabilità. Un discorso già udito quando i flussi di migranti passavano soprattutto per l’Italia…

 

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