La città “al di là del mare”, così nella seconda metà del VII secolo a.C. gli Achei battezzarono Metaponto dopo averla fondata sulle rive ioniche della Basilicata.
Qui i discendenti degli Elleni trovarono una terra fertile, attraversata dai fiumi Bradano e Basento, illuminata dai soli di mezzogiorno e protetta da colline argillose che all’occasione sapevano essere anche fertili e coltivabili. Il luogo ideale insomma per insediarsi e iniziare a scrivere la storia della loro colonia: «senza dubbio – dicono gli studiosi metapontini – una delle più evocative e importanti tra quelle dei siti archeologici della Magna Grecia».
Un sito quello di Metaponto che infatti nel corso degli anni ha visto riaffiorare «un intero tessuto viario, un grande santuario urbano con i resti di altari, piccoli sacelli e i templi di Atena, Hera, Apollo Licio e Artemide (VII – V sec. a.C.); e ancora l’agorà, cuore politico e commerciale della città magno-greca, un teatro per l’epoca avveniristico utilizzato poi per le assemblee cittadine ekklesisterion (IV sec. a.C.) e quindi il castrum militare romano, fino alla basilica paleocristiana di età tardoantica prima dell’inesorabile declino».
Una storia dunque affascinante, avvincente, a tratti drammatica, che ha formato generazioni di studenti guidati dai più grandi archeologi del Novecento, ma soprattutto una storia destinata a continuare e a sorprendere.

Fronte di scavo nel Parco archeologico di Metaponto. Foto di M.Z.
Scavi a “fronte alta”
La recente campagna archeologica metapontina segna il prosieguo di questa storia e le novità che ci giungono sono il frutto della collaborazione interdisciplinare di un team di docenti, ricercatori e discenti di alto livello, come alta è anche la “fronte” dell’attività archeologica in corso, ovvero, in gergo, l’avanzamento degli scavi stratigrafici della scoperta.
Vincenzo Cracolici, direttore del Museo archeologico nazionale di Metaponto, coordina i vari team e fa un po’ gli onori di casa, spiegando: «La Scuola superiore meridionale si sta occupando dell’esplorazione della fronte ovest del tempio di Atena e del Santuario a sud-est del teatro ekklesisterion. Lo scavo denominato “Abitare a Metaponto” invece riguarda l’abitato urbano ed è condotto su concessione dall’Università degli studi di Basilicata (Unibas), dalla Scuola di specializzazione in beni archeologici di Matera (Ssba) e dall’Università di Creta – Rethymno. Il tutto con la regia della Direzione regionale musei della Basilicata e della Direzione generale dei musei del ministero della Cultura».

Metaponto (Bernalda – Basilicata). Teatro, prospetto della ricostruzione parziale, sormontato da un ordine dorico di semicolonne. (seconda metà IV sec. a.C.). Foto di M.Z.
Abitare a Metaponto
La missione archeologica “Abitare a Metaponto” sta indagando per la «prima volta sull’edilizia residenziale della colonia achea e ha già rinvenuto dei resti strutturali di alcuni ambienti di un ricco edificio abitativo, un’oikía appunto, le cui fasi di frequentazione possono datarsi, al momento, nell’Era Tardoclassica ed Ellenistica ovvero fine del IV, inizi del I secolo a.C.». E ciò sarebbe solo l’inizio di un’intera città tutta da riportare alla luce.
Un’ulteriore scoperta poi consiste nel fatto che «la stratificazione ellenistica – come spiegano gli archeologi Unibas e Ssba – si sovrappone a una precedente officina del ferro». E ciò lascerebbe intuire delle frequentazioni dell’area urbana antecedenti all’VIII sec. a.C., data quest’ultima finora considerata verosimilmente quella della fondazione di Metaponto.
Le recenti evidenze archeologiche di edilizia residenziale e i loro sub e sovra-strati stanno dunque ampliando lo spettro di conoscenze non solo delle architetture, ma anche delle abitudini, usi e costumi di una società metapontina dal prevalente stampo magno-greco, ma che evidentemente, come rivelerebbero appunto i nuovi reperti in questi giorni al vaglio degli esperti, era una comunità le cui tracce erano ben delineate già un centinaio di anni prima dell’arrivo degli Achei.

Metaponto (Bernalda – Basilicata). Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. Foto di M.Z.
Autunno caldo a Metaponto
I copiosi reperti rinvenuti sono per ora custoditi nei depositi e laboratori museali materani e dunque sono in fase di studio, datazione e catalogazione, ma per gli appassionati e gli aspiranti archeologi o per chi è semplicemente curioso di seguire le tracce della città di là dal mare, proseguono gli appuntamenti con “Autunno caldo” a Metaponto.
Si tratta di aperture straordinarie dei siti tuttora in fase di scavo e dove, approfittando delle temperature climatiche ancora calde, i visitatori avranno l’occasione di vedere all’opera e incontrare gli archeologi Unibas, Ssba, Ssm, che faranno loro da guida attraverso le zone di nuova scoperta.
Appuntamento dunque al Parco archeologico di Metaponto il 27 ottobre dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
E l’archeologia di Metaponto, non lo dimentichiamo, ha tra i suoi gioielli magno-greci anche il tempio di Hera risalente al VI sec. a.C., noto a tutti come Tavole Palatine e la cui area circostante sarà a breve, abbiamo saputo in anteprima, oggetto di una nuova campagna di scavi.
Novità giungono anche dal Museo archeologico nazionale di Metaponto che nel frattempo sta rifacendo il look «alle coperture, alle opere murarie, nonché la revisione, il potenziamento o la sostituzione degli impianti, il raccordo e l’allestimento delle nuove sale espositive e la revisione di quelle attualmente utilizzate. Previsti anche interventi per la sistemazione dell’ampia area esterna».
Apprendiamo che il museo dovrebbe riaprire al pubblico proprio per Natale 2025. Se così fosse, oltre che l’autunno, i visitatori di Metaponto avrebbero anche un inverno di sorprendente e calda archeologia!