«Metalli nei vaccini? Non ci sono rischi»

Si parla di mercurio, alluminio e nanoparticelle nei sieri. Quanto c’è di vero? E se ci sono, fanno davvero male? Intervista a Elisabetta Franco, ordinario di Igiene presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata". Sul numero di agosto della rivista Città Nuova le sue risposte ai falsi miti più diffusi.  

Quando si parla di vaccini, uno dei temi che fanno più discutere è quello relativo alla presenza di metalli pesanti o di possibili sostanze chimiche come mercurio, alluminio, nanoparticelle, squalene… Ma quanto c’è di vero? Lo abbiamo chiesto ad una esperta: Elisabetta Franco, professore ordinario di Igiene, presso il dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Professoressa Franco, parliamo di vaccini. Contengono mercurio?
Il mercurio ormai non è più contenuto nei vaccini in uso nel nostro Paese. Era un conservante nei vaccini in quantità bassissime e in una formulazione chimica che non è assorbita dall’organismo umano, per cui in realtà non c’è mai stato nessun rischio correlato al mercurio, ma per precauzione estrema, visto che si è potuto togliere, è stato eliminato.

Quindi il mercurio non c’è più in nessun vaccino?
In quelli in uso nel nostro Paese non c’è più.

Parliamo dell’alluminio…
L’alluminio è usato, sempre in quantità estremamente basse, come adiuvante nei vaccini perché facilita la risposta immunitaria. Sono quantità estremamente basse: molto più basse dell’alluminio con cui entriamo in contatto anche semplicemente attraverso l’acqua. Anche per questo, si stanno comunque studiando delle modalità di adiuvanti che lo eliminino, ma veramente parliamo di quantità tali che non rappresentano un rischio…

Poi ci sono le nanoparticelle…
Le nanoparticelle sono ovunque. Anche in questa stanza [la professoressa indica l’aria mentre la intervistiamo, n.d.r.] respiriamo una quantità di particelle. Uno degli elementi più rischiosi, come contenitore di nanoparticelle con cui veniamo a contatto, è l’acqua. Le nanoparticelle sono molto meno che micro e sono presenti ovunque ed è ovvio che siano presenti anche nei vaccini. Poi c’era il discorso dello squalene…

Che cos’è lo squalene?
Lo squalene è un adiuvante per un vaccino antinfluenzale. La polemica è nata quando c’è stata nel 2009 l’influenza H1N1, per cui il vaccino conteneva questo adiuvante ed è stato detto che lo squalene era responsabile della sindrome del Golfo e che tutti hanno anticorpi contro lo squalene. Lo squalene è un grasso normalmente contenuto nel corpo umano e si chiama così perché è stato isolato la prima volta dal grasso degli squali. Questa triste situazione ha fatto sì che gli fosse dato un nome derivante dallo squalo, per cui lo squalene ha creato enormi problemi solo in Italia, per il suo nome. Quindi, concludendo, nei vaccini il mercurio non c’è più, l’alluminio è in quantità infinitesimali, le nanoparticelle sono ovunque. Rischi per i metalli pesanti non ci sono.

 

Per approfondire:

“Vaccini sì, vaccini no” sulla rivista Città Nuova di agosto
Intervista al presidente della Fimp, Chiamenti: Un errore ridurre i vaccini obbligatori
«Vaccinazioni, bisogna educare le famiglie»
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