Merkel ancora cancelliera, ma sarà difficile governare

I risultati delle elezioni confermano la Cdu/Csu come primo partito, ma in calo, così come la Spd di Schulz. Entra in parlamento il partito d’estrema destra. Difficile comporre una coalizione per l’esecutivo
Martin Schulz e Angela Merkel

Angela Merkel guiderà il governo tedesco per la quarta volta consecutiva. Il suo partito cristianodemocratico Cdu assieme al suo “fratello” bavarese Csu è uscito dalle elezioni di domenica 24 settembre con il 33,0 per cento dei voti come partito più forte, anche se questo è il suo peggiore risultato dal 1949. Il partito socialdemocratico Spd, col suo candidato Martin Schulz, fino all’inizio di quest’anno presidente del Parlamento europeo, ha raggiunto il 20,5 per cento, risultato peggiore di tutta la storia del partito. Ancora durante la serata delle elezioni, Schulz ha annunciato che il suo partito tirerà le conseguenze dichiarandosi non disponibile per una coalizione di governo con la Cdu e di preferire invece raggiungere l’opposizione in parlamento.

Per la prima volta è entrata in parlamento la Afd (Alternativa per la Germania), partito populista di destra anti-europeo fondato solo nel 2013. Mentre quattro anni fa per poco non raggiunse il 5 %, questa volta con il 12,6 % dei voti sarà il terzo partito in parlamento. Il suo candidato capolista Alexander Gauland ha minacciato di rendere difficile la vita del futuro governo: «Chiunque lo costituirà, noi gli staremo alle costole! Noi ci riprenderemo il nostro Paese e il nostro popolo». Senz’altro con questo partito, che ha incorporato correnti razziste, nazionalisti e antisemiti, cambierà il viso del Bundestag e il tono dei dibattiti. Oltre alla Afd, anche il partito dei liberaldemocratici Fdp ha aumentato i suoi voti in confronto con le ultime elezioni parlamentari: mentre nella precedente tornata elettorale con il 4,8 % dei voti era rimasto fuori dal parlamento, col suo candidato Christian Lindner ha raggiunto il 10,7 %. Quasi alla pari il partito Die Linke (La Sinistra), con il 9,2 e quello dei verdi (Bündnis 90/Die Grünen) con l’8,9.

Dal punto di vista aritmetico restano aperte due possibilità di governo: una coalizione nero-rosso della Cdu con la Spd, come era composto il governo dell’ultima legislatura, possibilità che Schulz adesso però sta escludendo, e una coalizione detta “Giamaica” (perché nero-giallo-verde) della Cdu con la Fdp ed i verdi (i candidati dei verdi erano due: Cem Özdemir, nato in Germania da genitori turchi, e Katrin Göring-Eckardt, ex-preside del sinodo della Chiesa evangelica in Germania). Per realizzare questa alleanza, però, si dovrebbe prima superare i fossati politici esistenti: innanzitutto le differenze tra i programmi elettorali della Csu e dei verdi, ma anche quelli fra i verdi e Fdp divergono parecchio. Perciò nelle prossime settimane per la Merkel si prevedono negoziati molto difficili per arrivare a una nuova coalizione. Terza possibilità, ma poco probabile, un governo di minoranza, perché quello attuale non è stato ancora destituito. Esso potrebbe puntare sulla probabilità che i partiti di sinistra dell’opposizione non riusciranno ad accordarsi sulle domande decisive con la Afd.

Forse il numero più positivo di queste elezioni è stato quello della partecipazione: 75,9 %. Nel 2013 era stato solo del 71,5 %. Anche se tanti giovani sono delusi dalla politica, sono andati a votare lo stesso per impedire un successo ancora più grande per l’estrema destra, la Afd.

Si, la Merkel rimarrà cancelliera perché il suo partito resta il più forte, ma il suo governo ha patito per un forte vento contrario da parte dei elettori. La Afd, che ha ricevuto quasi il 13 per cento dei voti – nel territorio dell’ex-Germania dell’Est ha però raggiunto il 21 per cento dei voti – è un partito prima di tutto di protesta con poche proposte politiche costruttive. Secondo i sondaggi, il 60 per cento dei suoi elettori non sono convinti del suo programma. Il partito della Merkel ha perso l’8,6 per cento e la Spd il 5,2 per cento in confronto con il 2013. Pure questi sono forti segni per la scontentezza di tanti cittadini riguardo al governo dell’ultima legislatura. Martin Schulz durante la lotta elettorale non è riuscito a darsi un suo profilo riconoscibile, a scartarsi sufficientemente dalla Merkel: il suo programma sembrava troppo simile a quello della cancelliera. Perciò parecchi tedeschi hanno deciso di non rischiare, ma di votare per la politica che già conoscono, che dà sicurezza in un mondo che sembra sempre più insicuro.

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