Mente, cuore, corpo: un bilancio del programma Up2Me sull’affettività

Una prima valutazione sugli esiti formativi del programma promosso da Famiglie Nuove per l’educazione dei ragazzi all’affettività.

Una delle sfide educative più urgenti riguarda l’ambito relazionale e affettivo. In modo particolare le giovani generazioni si trovano a dover far sintesi tra mondi culturali molto diversi: quello dei propri genitori, il mondo virtuale e quello del gruppo di pari.

In questo quadro, il programma educativo Up2Me, promosso dal Movimento dei Focolari, è stato sviluppato dare risposta all’esigenze di tante famiglie nel mondo di avere strumenti adeguati per accompagnare i ragazzi nel periodo complicato dell’adolescenza.

Up2Me si pone come obiettivo principale il supporto alla conoscenza di sé, quale persona che si realizza solo se in relazione, proprio come le scienze oggi ci dicono, per arrivare ad avere strumenti che aiutino una riflessione critica su tematiche riguardanti anche la sfera affettiva e sessuale.

Avviato nel 2015, ha coinvolto più di 2.600 ragazzi di 30 Paesi in Europa, Asia, America e Africa, attraverso 178 corsi articolati in unità tematiche per tre fasce di età (9-11; 12-14; 15-17). I ragazzi che partecipano al percorso sono accompagnati da una coppia di tutor, sposati, insieme ad alcuni esperti (medici, psicologi, etc).

Il programma educativo approfondisce le tematiche relative al corpo, alla sfera emozionale, all’evoluzione con l’età delle relazioni interpersonali, al significato delle relazioni d’amore, con uno sguardo costante alla responsabilità del nostro agire sull’ambiente e nel contesto storico e culturale di riferimento.

Secondo Margaret Karram, presidente dei Focolari, «Up2Me non è solo un percorso di informazione/formazione sui temi della sessualità, ma si propone di far vivere una esperienza relazionale di reciprocità. I ragazzi e le ragazze sono messi in condizione di incontrare altri della loro età, e adulti, per maturare risposte alle loro domande nel confronto e nel dialogo aperto e sincero».

L’indagine
Recentemente, l’equipe di lavoro internazionale di Up2Me ha avviato una fase di indagine rivolta ai giovani che hanno concluso il percorso, attraverso questionari ad hoc e interviste in tutto il mondo. La ricerca, curata in primis da Fabio Frisone, psicologo e ricercatore, è stata accompagnata da docenti dell’Istituto universitario Sophia e da componenti dell’equipe scientifica di Up2Me.

I primi risultati delle analisi mostrano un elevato livello di gradimento del programma sia da parte dei giovani che dei tutor. In particolare,  a seconda della fascia d’età, vengono apprezzati aspetti diversi: per i più grandi (tra i 15 e i 17 anni), di grande valore è stata la metodologia adottata, di tipo induttivo, che ha permesso l’emergere spontaneo di temi che potevano non essere previsti; per i più piccoli (tra i 9 e gli 11 anni) sembrerebbero preziosi i contenuti offerti per imparare cose nuove; mentre la fascia intermedia (tra i 12  e i 14 anni) ha apprezzato la possibilità di trattare argomenti complessi sui quali altrove non è facile confrontarsi.

L’esperienza dei tutor fa emergere l’importanza della testimonianza di vita concreta, offrendo ai ragazzi l’opportunità di “vedere e toccare” la concretizzazione in vita vissuta di molti aspetti della relazione uomo/donna, della piena realizzazione di sé in un percorso di coppia, del dialogo e della condivisione di saperi tra adulti, ma anche tra generazioni diverse.

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