Come Matteo superò la paura

Non c’era che un filo di luce a rischiarare il corridoio, però Matteo sapeva bene dove voleva dirigere i suoi passi incerti: papà stava lavorando al computer sul tavolo del soggiorno...

Non c’era che un filo di luce a rischiarare il corridoio, però Matteo sapeva bene dove voleva dirigere i suoi passi incerti: papà stava lavorando al computer sul tavolo del soggiorno.

Ma ecco che lo spiraglio di luce si fece debole e il buio cominciava a fargli paura. Cos’era quella macchia buia? Un animale feroce o un mostro, pronto ad assalirlo?

Matteo ascoltò un pochino il cuore che voleva andarsene a spasso: forse quel battito voleva tornare indietro, nell’azzurro del lettino nuovo!

«No, andiamo avanti, siamo esploratori!», si disse sussurrando il bambino coraggioso.

Ma le cose non erano proprio così chiare: avete mai provato a camminare al buio? Lo stomaco si stringe e viene anche voglia di fare pipì, proprio quando non puoi provvedere al caso!

Comunque sia, i piedini ripresero il cammino, seguendo le manine che saggiavano i muri dello stretto corridoio. In fondo, là nella stanza, il papà continuava a tamburellare sulla tastiera.

Scivolando piano piano manine, piedini e compagnia, arrivarono alla porta, finalmente!

Spalancata di slancio, Matteo fece un respirone forte e papà si voltò di scatto: «Piccolino, sei qui?».

E dove vuoi che sia? Pensò il “piccolino”, non mi vedi?

«Che ti succede, piccolino?». «Niente, quasi».

E a Matteo scappò il più bel sorriso dal suo ultimo compleanno.

Papà fece qualche manovra affrettata e “voilà”!, chiuse l’aggeggio informatico di colpo. Si alzò ed esclamò: «Per un sorriso così, vale la pena chiudere con il lavoro! Che ne dici di una storia di paura e di avventura sul tuo tappeto magico?».

«Anch’io devo raccontarti una storia tremenda, ma prima portami a fare pipì, papino!».

E pure la paura sorrise e si rannicchiò sul tappeto, perché anche lei aveva bisogno di storie raccontate da un papà.

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