Matrimoni e altri disastri

Commedia agrodolce sulla società italiana attuale, il film di Nina di Majo torna sul tema del matrimonio.
matrimoni e altri disastri

Una commedia agrodolce sulla società italiana attuale. Non che se ne sentisse il bisogno, visto l’imperversare di titoli del genere ormai da un certo numero di anni. Ma Nina di Majo ha voluto, giustamente, dire la sua sul matrimonio, argomento scottante come pochi e fin troppo inflazionato nel cinema. Fidandosi di attori come Fabio Volo, Margherita Buy, Luciana Littizetto e Francesca Inaudi – un bel quartetto, certamente – racconta la vicenda della famiglia altoborghese (ahimè, sempre quelle, ma c’è anche una altra Italia, lo sanno gli sceneggiatori?), ovviamente sinistroide (questi intellettuali universitari che pontificano sempre…) in cui la Inaudi sta per sposare il bresciano Volo, uno che si è fatto da sé, senza troppi scrupoli, ma in fondo meno ipocrita di loro. La Buy, sorella della futura sposa, single innamorata del suo gatto, libraia insieme alla sconclusionata Littizetto, aiuta per organizzare il matrimonio. Che alla fine si farà. In mezzo ci sta un figlio adolescente svogliato e bisognoso d’affetto, un padre e una madre che vivono “a tre” con uno “zio”, la scoperta di infedeltà e disastri vari…Non manca ovviamente – è di moda -, il prete: quello anziano, veneto e quasi cieco, (a Firenze!?) e l’ex della Buy, prete in età adulta, che soffre a causa, vedi un po’ del celibato…

 

Non che manchino momenti divertenti. Il meglio è comunque quando c’è Volo, che fa sé stesso e quindi tiene il ritmo, mentre la Buy ricicla il consueto personaggio nevrotico e la Littizetto, una volta tanto, si controlla.

 

La morale della favola è presto detta, e accennata periodicamente nei dialoghi. Ognuno si fa la sua morale, tutto è relativo, il matrimonio e la famiglia sono i luoghi dell’infelicità. Spiace per la Di Majo, ma il film sconta troppi luoghi comuni. E poi sa di vecchio, con gli ex comunisti, i quartieri bene, le amicizie altolocate…Peccato, ci si aspettava effettivamente qualcosa, se non molto di più.

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