A marzo la riforma fiscale: agevolazioni per le famiglie tradizionali

Un convegno promosso dal Forum delle associazioni familiari ha permesso di continuare il confronto sulle politiche fiscali e sugli interventi necessari ad arrestare la denatalità nel nostro Paese e provare ad invertire la tendenza.
Convegno del Forum delle famiglie sul Quoziente familiare. Da sinistra: Francesco Pepe, Elena Bonetti, Michela Finizio, Gérard-François Dumont, Gigi De Palo, Andrea De Bertoldi, Vincenzo bassi, Massimo Calvi (foto di Sara Fornaro)
Convegno del Forum delle famiglie sul Quoziente familiare. Da sinistra: Francesco Pepe, Elena Bonetti, Michela Finizio, Gérard-François Dumont, Gigi De Palo, Andrea De Bertoldi, Vincenzo bassi, Massimo Calvi (foto di Sara Fornaro)

«Posso anticipare che intorno alla metà di marzo presenteremo con il viceministro Maurizio Leo la proposta di riforma fiscale sulla quale poi bisognerà confrontarsi, intervenire, apportare ulteriori elementi modificativi e migliorativi nel dialogo con tutte le forze politiche… Io vi parlo per il partito che ho il piacere e l’onore di rappresentare, per Fratelli d’Italia e per la premier Giorgia Meloni, e il tema è di tutelare la famiglia, anche nell’ottica fiscale… Una famiglia che oggi certamente deve avere degli aiuti», perché «una mamma e un papà – quando io parlo di famiglia a questi mi riferisco: a una mamma e a un papà -, pensano a procreare nel momento in cui hanno le condizioni per poterlo fare». Lo ha affermato Andrea De Bertoldi, deputato di Fratelli d’Italia, intervenuto all’incontro promosso a Roma, presso il Centro studi americani, dal Forum delle associazioni familiari presieduto da Gigi De Palo dal titolo “Quoziente familiare, quando copiare è una virtù”.

Finora, come testimoniato dall’approvazione quasi all’unanimità del Family act, nel 2022, e dalle parole degli altri onorevoli presenti all’incontro, l’ex ministra Elena Bonetti (Azione – Italia Viva) e Graziano Delrio (Pd), le politiche a favore della famiglia hanno messo d’accordo maggioranza ed opposizione. Si spera che anche per la riforma fiscale e per le agevolazioni annunciate da De Bertoldi si trovi la quadra per accelerare e sostenere quello che continua ad essere il pilastro della società.

Un pilastro a tratti traballante, però, visti i numeri che fanno dell’Italia il fanalino di coda in tema di natalità. L’inverno demografico teorizzato da Gérard-François Dumont, docente di Demografia alla Sorbona di Parigi, è da anni una realtà, per il nostro Paese, e non basta semplicemente provare ad imitare i vicini virtuosi, come Francia e Germania, per ottenere risultati rapidi ed efficaci e avviarci verso un’inversione di tendenza decisa e duratura.

Questo perché, come spiegato da Francesco Pepe, docente di Diritto tributario all’Università di Sassari, ogni modello va confrontato con la nostra legislatura, che spesso non consente di copiare strumenti che hanno funzionato in altri Paesi. Occorre, dunque, trovare una “via italiana” per promuovere la natalità, essendo consapevoli, come sottolineato dal demografo della Cattolica Alessandro Rosina, che in questo momento in Italia le nascite sono come su una scala mobile che le porta sempre più in basso: più passa il tempo e più è difficile invertire la tendenza. Per farlo, «servono politiche familiari solide e un messaggio culturale per cui un figlio non è solo un costo, ma un bene collettivo su cui tutta la società deve investire».

Vincenzo Bassi, presidente della Federazione delle famiglie cattoliche in Europa (Fafce), ha evidenziato come dell’inverno demografico, per la prima volta, abbia di recente parlato anche l’Onu, in un report in cui si sottolineano le conseguenze economiche della denatalità. Per Bassi servirebbe un grande evento intergovernativo per sensibilizzare l’Unione europea e il Consiglio d’Europa sull’importanza di rilanciare la natalità.

Resta il nodo del lavoro femminile, che non deve essere penalizzato dalle politiche fiscali, ma va invece sostenuto e promosso realmente: una svolta culturale, economica e sociale, che aiuterebbe l’Italia a risalire le classifiche che la vedono agli ultimi posti in Europa.

Per invertire la tendenza, per aiutare l’Italia a uscire dall’inverno demografico, per Dumont servono innanzi tutto coesione nazionale e libertà di scelta per le coppie, che devono poter decidere di non aver figli, ma anche di poterne avere nel numero desiderato e le politiche governative devono consentirlo. C’è bisogno di giustizia e solidarietà intergenerazionale, di politiche familiari adeguate alle diverse esigenze territoriali, ma soprattutto le famiglie devono essere sicure che gli interventi messi in campo siano perenni e non rischino di essere messi in discussione ad ogni cambio di governo.

Insomma, c’è bisogno di dare fiducia a chi vuole avere figli: le coppie devono sentire che lo Stato le sostiene e le incoraggia. Considerando l’attuale panorama italiano, il lavoro da fare è enorme. Il Family act e l’assegno unico universale sono stati dei primi passi, ai quali deve seguire un percorso che dia davvero un aiuto concreto ai genitori, che non devono più scegliere tra lavoro e famiglia e non devono vedere in un figlio una causa di povertà, come sottolineato anche da De Palo, nel corso di quello che è stato l’ultimo evento pubblico prima della fine del suo mandato, prevista per marzo.

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