Maria racconta a Gesù bambino

Proponiamo la favola pubblicata sul blog dell'autrice attentiaibambini.blogspot.com
Illustrazione di Eleonora Moretti

Il Bambino faceva scivolare fra le dita il mucchio di trucioli del legno che Giuseppe stava lavorando. Poi ci aveva tuffato anche il nasino e aveva esclamato: «Che buon profumo, papà!».

«Alzati, Gesù, e vai dalla mamma che ti chiama», lo aveva invitato Giuseppe, rimettendo i trucioli nel cesto.

Maria, la Mamma, aveva allungato al Figlio una fetta di pane e qualche fico dolcissimo, vista la soddisfazione con cui vi aveva affondato le labbra e i denti.

«Mamma – aveva chiesto Gesù –, sono i fichi che ci ha mandato nonna Anna?».

«Proprio quelli», aveva risposto Maria.

«E quando andiamo a trovarla?», aveva chiesto il Bambino, mentre una voce esultava dalla strada: «Maria, Maria! Miriam ha avuto il bambino, è nato Tobia, finalmente».

«Hai sentito, Gesù? È nato un altro bambino! – aveva spiegato Maria – E ora tutti vanno a trovarlo e sono felici perché, quando nasce un bambino o una bambina, è sempre una grande festa!».

«Anche quando sono nato io è stata una grande festa, vero Mamma?».

Maria si era fatta pensierosa, aveva posato gli occhi in quelli di Gesù e con dolcezza infinita aveva raccontato: «Era notte, mio tesoro, e nessuno poteva darci ospitalità a Betlemme. Così ci siamo riparati in una grotta…».

«Mamma, sono nato in una grotta? Faceva tanto freddo là?», aveva chiesto Gesù.

«Ci scaldavano un po’ un bue e un asino col loro fiato e papà aveva acceso un fuocherello. Poi cominciarono ad arrivare tante persone, donne, bambini e uomini, con le loro pecore e molti doni. Ma erano così tante che non riuscivamo a capire come fosse possibile. Chi le aveva avvertite della tua nascita? Come avevano trovato la grotta? E perché una grande stella cometa brillava nel cielo?».

«Sono stati gli Angeli ad avvertirli, vero mammina?».

«Sì, Angeli…».

«E quando nascono i bambini e le bambine, che sono tutti miei amici, sempre tanti Angeli stanno loro vicino, sempre… anche fra mille e mille anni».

«Sì, Gesù, quando nasce un bambino, io e te, con gli Angeli, lo accarezziamo e le nostre carezze lo fanno sorridere».

«Gesù, vieni a giocare con noi? – aveva gridato Ester dalla strada – Ci sono Daniele, Rebecca, Salomone e Amos che fanno le corse, vieni anche tu, e porta la corda per il tiro alla fune. Noi abbiamo le biglie di pietra!».

«Vengo, vengo. Mamma, posso portare anche gli animali che mi ha intagliato nel legno il papà? Giocheremo all’arca di Noè».

«Certo, vai Gesù, e divertitevi».

Maria riprese a impastare il pane, mentre ripensava a Betlemme e alla visita dei re Magi.
A voce alta si disse: «Quel pomeriggio era così luminoso e io ero emozionata, quegli strani personaggi erano arrivati su cammelli e cavalli. Loro avevano portato a Gesù i loro doni e parlavano della nascita di un Re. Quel Re ora – pensava la Madonna – sta giocando a biglie là fuori sulla strada, come altri bambini in giro per il mondo».
Ma sapeva, Maria, che quel Re avrebbe cambiato proprio il mondo intero.

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