Maria Domenica Mantovani: la santa della prossimità

In occasione della canonizzazione della cofondatrice delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, beata Maria domenica Mantovani, il 15 maggio 2022, a Roma in Piazza San Pietro, proponiamo il profilo della sua vita dedicata agli altri
Maria Domenica Mantovani

Maria Domenica Mantovani, nata a Castelletto di Brenzone il 12 novembre 1862, ha accolto la chiamata di Dio alla vita di speciale consacrazione e il 4 novembre 1892 ha fatto la professione religiosa presso il monastero delle Terziarie Francescane (oggi Sorelle Povere di Santa Chiara) di Verona, dove il parroco, Don Giuseppe Nascimbeni, suo direttore spirituale, l’aveva inviata per la formazione di un mese, insieme ad altre tre giovani di Castelletto.

Da quel giorno è diventata la superiora delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, Congregazione fondata dal Nascimbeni con lo scopo che le suore lo “aiutassero a salvare anime”, dedicandosi a tutte le opere parrocchiali a favore dei bambini, dei giovani, delle famiglie, degli anziani, degli ammalati, dei poveri.

A Castelletto, la domenica 6 novembre 1892 (data della fondazione), festa patronale di San Carlo Borromeo, viene fatta una grande festa per l’inizio della nuova famiglia religiosa e Maria Domenica Mantovani riceve l’appellativo che l’accompagnerà per tutta la vita: Madre. I parrocchiani, che avevano visto crescere Domenica Mantovani, la “Meneghina”, conoscevano bene la sua propensione per i più poveri, il suo cuore attento a tutti, la sua capacità di ascoltare, la sua premura di farsi “prossimo” a quanti avevano bisogno. Da religiosa ha coltivato ancora più il dono di sé alle consorelle, a quanti bussavano alla porta, alle orfanelle, ai bambini e alle famiglie della parrocchia. L’attenzione al prossimo, attraverso le sue Piccole Suore, si esprimeva nell’istruzione scolastica, nell’educazione cristiana, nell’insegnare i lavori di casa e di cucito, nel gettare le basi per la formazione di nuove famiglie cristianamente e umanamente fondate, secondo l’esempio della Sacra Famiglia, prototipo dell’umanità chiamata all’accoglienza del Figlio fatto uomo per noi.

Nello scorrere del tempo, con l’apertura di case filiali in Italia e all’estero, Maria Domenica Mantovani ha esercitato il ministero della maternità spirituale, concretamente espressa, in risposta alle sollecitazioni pastorali e caritative. Fin dalle origini è stato prioritario per la Congregazione perseguire l’obiettivo dell’imprescindibile legame tra la sequela di Cristo e la centralità del servizio di carità verso i fratelli, secondo i loro molteplici bisogni.

Fedele nel mettere per iscritto i propositi, Maria Domenica Mantovani spesso annota: “Con l’aiuto della Sacra Famiglia sarò tutta a tutti”. L’altro è colui che manifesta il volto di Gesù, che si fa mendicante di amore, perciò esorta le sue suore: “Cogli ammalati, con gli anziani abbiate viscere di carità, riguardando in essi immagine viva di nostro Signore Gesù Cristo Circolare” (Circolare n. 4 – 17 aprile 2015).

Maria Domenica Mantovani non esitava a fare appello a tutte le comunità perché si privassero di una sorella per inviarla a soccorrere i feriti negli ospedali militari, durante la guerra del 1915-18, pur sapendo a quali rischi andavano incontro: “Vi domandiamo una grandissima carità. Ci sono domandate continuamente suore per l’assistenza dei feriti; fino adesso ci siamo accomodati in qualche modo. Ma in seguito sarà un affar serio, mancandoci il personale… Quindi è necessario che ci aiutiate voi, ingegnandovi alla meglio e facendo con qualche suora di meno. Questa fiorita carità, pensate come ve la renderà quel Gesù che tiene conto perfino d’un bicchier d’acqua dato al prossimo per amor suo. Poco dopo la Madre insisteva: Nell’ora presente non c’è opera più preziosa, più santa, più necessaria, dell’assistenza ai poveri feriti” (Circolare del 14 ottobre 1915).

L’obiettivo del dono di sé è sempre finalizzato alla salvezza di tutta la persona, intesa come unità di corpo, anima e spirito: “Sei delle nostre Suore si trovano presentemente fuori di Trieste in un ospedale all’assistenza dei poveri feriti: preghiamo assai assai per loro e anche perché abbiano a fare il maggior bene possibile a tanti infelici prima nell’anima e poi nel corpo” (Circolare del 9 ottobre 1914).

Anche verso i senzatetto a causa della guerra, verso i soldati che tornavano dal fronte, gli orfani, i provati dalla vita, la “Madre” esortava le Piccole Suore ad essere prossimo, donne di misericordia, capaci di moltiplicare ogni piccola risorsa per condividerla con gli altri.

Maria Domenica Mantovani esprimeva attenzione per ogni suora mantenendo i contatti epistolari molto frequenti. Attendeva le sorelle che arrivavano agli esercizi spirituali, si informava circa la salute e l’andamento del viaggio e poi provvedeva a rifocillarle, con squisita tenerezza.

Chiedeva sacrifici e rinunce per inviare a Casa Madre i risparmi al fine di comprare l’occorrente per sfamare le orfanelle: “Vi ringrazio inoltre infinitamente di quanto avete fatto per Casa Madre, siamo rimasti contentissimi. In questi critici tempi guai a noi se non ci veniste in aiuto! La carità che fate è fioritissima, avete constatato con i vostri propri occhi il numero grande delle orfanelle, per mantenere le quali occorre una spesa non indifferente; esse poi pregano e pregheranno sempre per voi tutte” (Circolare n. 7 – 8 maggio 1920).

Le testimonianze affermano che Maria Domenica Mantovani, verso le orfanelle, aveva premure veramente materne: “Tutti i giorni si informava se stavano bene, se mangiavano, se dormivano, se erano buone, ecc. di ciò fui testimone oculare, essendo stata assistente delle orfanelle un paio di mesi” (Positio pag. 37). Il rapporto che intratteneva con ciascuna era tale per cui “ognuna di noi poteva pensare di essere la sua prediletta. Io posso attestare di averla trovata sempre comprensiva”. Quando una suora era ammalata si interessava del decorso della malattia, faceva in modo che avesse le medicine e l’occorrente per ristabilirsi in salute, incaricava qualcuna di farle visita, non badava a spese perché fosse curata nel miglior modo possibile (cfr. Positio pag. 111 e 122).

Divenuta responsabile della famiglia religiosa, alla morte del Nascimbeni, ha avuto modo di riassumere in sé sia la maternità che la paternità, sviluppando l’attenzione a ciascuna delle Piccole Suore che crescevano nel numero e nel dono di sé. Arrivare a tutte e a ciascuna era sempre la sua preoccupazione materna, e le suore le aprivano “il cuore come ad una mamma, sicure di essere comprese”.

Esortava le Piccole Suore a vivere il motto “Caritas Christi urget nos” affermando: “La carità sia la virtù principale e caratteristica di noi Piccole Suore della S. Famiglia. Questa virtù sento il bisogno di raccomandarla con calore per primo a noi suore” (Circolare 25 dicembre 1924).

Maria Domenica Mantovani si rendeva “prossimo”: “Quando poteva, specialmente la festa, visitava i poveri infermi, li consolava, li aiutava dando ad essi, nel limite del possibile, il suo tempo e le sue forze” (Positio II, 53). Il tratto umile e il portamento modesto e dignitoso mettevano a proprio agio le persone che riscontravano in lei la testimonianza della bontà di Dio: “Tutto in lei traspariva umiltà. Semplicità e bontà. Non si poteva fare a meno di pensare: È una santa!” (Testimonianze vol. II pag. 57).

Maria Domenica Mantovani ha vissuto nella quotidianità, come a Nazareth, il fascino della Carità di Cristo, che si trasforma in servizio nascosto, curato nei dettagli, ripetuto “un giorno meglio dell’altro in tutto e per tutto”. “Fare sempre e bene la volontà di Dio è vero miracolo” (Positio I, 55).

La sua vita di santità è un modello accessibile ad ogni battezzato e ad ogni battezzata perché è stata una vita semplice, senza manifestazioni eclatanti: “Nulla di straordinario nella sua vita, se non il miracolo della quotidianità santamente vissuta” (Positio I, 16). In uno dei propositi, spesso rinnovato, Maria Domenica Mantovani si impegnava a essere disponibile al servizio e al dono di sé, senza limiti di tempo e senza discriminazioni: “Con l’aiuto della Sacra Famiglia sarò tutta a tutti”. Ogni tipo di vocazione può trovare in Maria Domenica Mantovani un punto di riferimento per essere tutti di Dio e tutti per il prossimo, nella concretezza di ripetuti doni d’amore semplici e accessibili, senza ricerca di tornaconto e senza perseguire il mito di una realizzazione umana esteriore e passeggera.

Ha impostato tutta la sua esistenza nel rapporto con Dio, il quale la riempiva costantemente di sé e la rendeva tramite per accostare i fratelli e le sorelle, figli e figlie amati. Ha vissuto gli atteggiamenti del Buon Samaritano che si è accorto del bisogno del malcapitato, si è fermato per soccorrerlo, ne ha curato le ferite, si è caricato della sua persona e gli ha procurato l’alloggio per la convalescenza. La premura giunge fino in fondo, non si ferma a metà.

Maria Domenica Mantovani ha consegnato la sua esistenza a Dio il 2 febbraio 1934: “Le 150 filiali sparse in tutta Italia e all’estero, in cui più di 1000 suore sviluppano le opere di carità più svariate, la Casa Madre rinnovata, lo stupendo Noviziato, la moderna Infermeria, le case di Milano per le suore infermiere, di Verona per le orfane, di Sottomarina per le cure al mare, di Trento, di Viterbo, ecc., stanno a dimostrare la grande attività della venerata Madre; e sono frutto di tanti pensieri, di tante preoccupazioni, di tante trattative ed anche di tanti sacrifici da parte sua, mentre sono ancora l’opera divina che si è manifestata e si manifesta nelle risorse umili e semplici di questa grande Suora e Madre“ (Discorso dattiloscritto di Mons. Viganò conservato nell’archivio della Casa Madre).

Alla notizia della sua morte, si è levato un coro unanime per esaltarne le virtù e dichiarare che era morta la “Madre santa, un angelo, un’anima eletta, veramente degna del nome di madre, santa per la sua umiltà e carità”. “La Venerata Madre lascia dietro di sé una scia luminosa di esempi da imitare. L’attività, intesa in uno spirito squisitamente evangelico, non aveva altro fine che il bene del prossimo e la gloria di Dio!” (Testimonianze vol. II pag. 196).

Come aveva detto il Fondatore: “La Chiesa, …. ci apre le porte del Paradiso e ci fa vedere il numero e la gloria dei santi. Tutti insieme formano una sì grande turba che nessuno la può numerare… Anche noi siamo stati creati tutti per il Cielo!” (Panegirici, pag. 315).

Maria Domenica Mantovani dal Cielo non ha mai smesso di continuare a sostenere le sue figlie spirituali nel realizzare la passione di Cristo per la salvezza del mondo: “Caritas Christi urget nos”. La sua intercessione ci ottenga la Misericordia di Dio per raggiungerla un giorno nella gloria dei Santi.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

 

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons