Maria – Chiesa – Creazione

La tradizione ortodossa vede Maria come rappresentante di tutta l’umanità che, nel suo “fiat”, accoglie l’incarnazione del Verbo. E in lei ravvisa la Chiesa e la creazione intera. Resa partecipe per prima della grazia della divinizzazione, Maria ricapitola infatti in sé tutte le persone e tutte le creature. Ma ciò è, in realtà, anche la chiamata di ogni essere umano: passare dallo stato di individuo, chiuso su se stesso e separato dagli altri, all’essere persona che, per mezzo della grazia di Dio e per il proprio impegno, vive aperta su tutti e tutto. 

Quando nel 1994 sono approdato in Germania, come metropolita dei rumeno-ortodossi nell’Europa centrale e nell’Europa del nord, mi sono reso conto che la Madre di Dio, Maria, viene rappresentata nelle chiese cattoliche non soltanto sotto forma di statue o di altorilievi. Tante volte la beata Vergine Maria è raffigurata nelle immagini anche come madre che, piena d’amore, stende il suo manto in segno di protezione sul popolo: sui membri del clero, sopra il capo di re e nobili, così come sui semplici fedeli e sull’intera creazione. Questa rappresentazione, chiamata in tedesco Schutzmantelmadonna (Madonna del manto), si trova anche nella Chiesa ortodossa.

  La storia della festa
della Madonna del manto

I fedeli ortodossi celebrano la festa della Madonna del manto (in slavo “Pokrov”, in greco “Maphorion / Omophorion”, in rumeno “Acoperământul Maicii Domnului”) il 1° ottobre.  La ricorrenza si rifà a un avvenimento del X secolo a Costantinopoli, quando la città fu assediata da truppe slave. Durante una funzione liturgica nella chiesa del quartiere di Blachernae, un cittadino, il santo Andrea, noto come “pazzo per Cristo” (+ 946), ebbe una visione. Vide la Madre di Dio scendere dall’altare con le lacrime agli occhi, per coprire con il suo manto i fedeli, riuniti nella chiesa per la preghiera. Esistono molti canti liturgici che esaltano questo avvenimento, e molte chiese ortodosse hanno per patrona la Madonna del manto. I francesi chiamano l’icona di questa festa “La Vergine della Misericordia”. Questo attributo della Madre di Dio sta a testimoniare la sua infinita misericordia verso l’umanità sofferente. Durante il suo supplizio in croce il nostro Salvatore affida sua Madre al discepolo che egli amava: «Donna, ecco tuo figlio!»; e a Giovanni dice: «Ecco tua madre!» (cf. Gv 19, 26-27). Così la Madre di Dio diventa la madre di tutti coloro che credono nel suo Figlio e li protegge con il suo manto.

  La Madre di Dio e la Chiesa

Nella tradizione ortodossa la Santa Vergine e Madre di Dio è considerata «più onorabile dei cherubini, incomparabilmente più gloriosa dei serafini» come dice l’Axion, l’inno più noto rivolto a lei. La “altissima venerazione della Madre di Dio” – che oltrepassa la misura con cui veneriamo gli altri santi e le potenze celesti – si deve al fatto che lei ha accettato di essere strumento di Dio per la salvezza del mondo, perché in lei si è incarnato il Figlio di Dio.

La Chiesa ortodossa non designa però la Madre di Dio come “corredentrice” accanto al Figlio. All’annunciazione Maria pronuncia a nome di tutta l’umanità quel “fiat” che permette al Figlio di Dio di farsi uomo. Come le annuncia l’arcangelo Gabriele, Maria partorirà «il Figlio dell’Altissimo» (Lc 1, 32). Lei è cosciente della sua elezione come strumento nelle mani di Dio e non si oppone al suo piano. Quando Maria va a visitare la sua parente Elisabetta, questa santa donna la saluta con le parole: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?». Maria a sua volta pronuncia la profezia: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1, 43.48). In base a questo testo biblico, il terzo Concilio ecumenico del 431 chiama la Vergine Maria “Madre di Dio” (Theotókos). La Chiesa la elogia come Madre di Dio e riconosce che colui che è nato da lei non era un semplice uomo, ma Dio stesso, che ha accettato di farsi uomo. Il soggetto di colui che è nato da Maria non è un soggetto umano, ma divino: il Figlio di Dio ovvero la seconda persona della Trinità. Il quarto Concilio ecumenico (451) dichiara il Salvatore Gesù Cristo come una sola persona in due nature. La persona è quella del Verbo, del Logos eterno, e le due nature sono quella umana e quella divina. Credere che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo è il fondamento della fede cristiana.

Perché Maria ha portato nel suo grembo Gesù, e ha dato qui in terra vita al Redentore del mondo, al fondatore e al capo della Chiesa, la Theotókos è da considerare anche simbolo della Chiesa; e la Chiesa ricapitola in sé la creazione intera. Per questo la Vergine Maria è chiamata “più ampia del Cielo”, perché portò nel suo grembo il Creatore del Cielo e della terra.

  La Madre di Dio nella preghiera della Chiesa

La Chiesa ortodossa distingue chiaramente tra adorazione e venerazione. Soltanto a Dio è rivolta l’adorazione. I santi, così come anche la Madre di Dio, vengono solo venerati e lodati. La venerazione, ovvero la lode dei santi, si riferisce allo stesso tempo anche a Dio che li ha santificati: «Mirabile è Dio nei suoi santi» (cf. Sal 68, 36).

La Madre di Dio e i santi con le loro preghiere non sono mediatori presso Dio, come lo è invece Gesù Cristo, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (1 Tim 2, 5). I santi ci aiutano con la loro preghiera a condurre la nostra vita sulla via della salvezza, seguendo il loro esempio di amore e di servizio al prossimo.

Nel culto della Chiesa ortodossa esistono molte preghiere e molti canti dedicati alla Madre di Dio. Non c’è nessun canone della preghiera o dell’ektenia (litania) in cui manchi un’invocazione alla Madre di Dio. Al rosario nella Chiesa cattolica corrispondono, nella pietà dei fedeli ortodossi, l’“Inno Akathistos” per l’Annunciazione e il “Canone di supplica alla Genitrice di Dio”.

Tutte le preghiere e gli inni dedicati alla Vergine lodano sia il posto singolare che lei occupa nel piano della salvezza, sia le virtù della «piena di grazia» (Lc 1, 28): la sua verginità e la sua maternità, la sua obbedienza e la sua umiltà, il suo amore verso i fedeli che sono in difficoltà o in preda a contrarietà. Si rivolgono a lei, perché Maria si faccia portavoce delle loro richieste presso suo Figlio, come alle nozze di Cana.

I monaci e le monache, in particolare, veneravano la Madre di Dio come primo loro modello.

Nell’iconografia la Madre di Dio appare quasi esclusivamente assieme al Salvatore Gesù Cristo (sia che lo tenga in braccio sia che si trovi a fianco a lui nel Triptychon dell’icona della Deisis).

Molte chiese sono messe sotto la protezione della Madre di Dio. La maggioranza dei pellegrinaggi ai monasteri avviene in concomitanza di una festa della Madre di Dio, soprattutto a metà agosto, la festa della dormizione di Maria.

Nella tradizione russa si conoscono numerose festività di ordine minore legate a diverse rappresentazioni iconografiche della Madre di Dio: la Madre di Dio di Vladimir, la Madre di Dio di Kazan ecc.

Difficilmente si può pensare che esista una casa cristiana ortodossa, in cui non si trovi un’icona della Vergine Maria.

  La Madre di Dio
e il mondo o la creazione

Il Salvatore Gesù Cristo riassume nella sua natura umana tutta l’umanità e tutta la creazione. Egli è “l’uomo universale” oppure “l’Adamo perfetto”, come lo chiamano i Padri della Chiesa. Egli ha restaurato in sé ogni cosa. Tutto vive in lui e attraverso di lui. Egli non è disgiunto da nessuno e da niente. Quelli che si uniscono con il Cristo nella fede e nella preghiera – e soprattutto nella santa comunione con il suo Corpo e il suo Sangue – diventano come lui: persone che superano l’egoismo e come Cristo ricapitolano in sé tutta l’umanità e tutta la creazione. Esiste una differenza radicale tra l’individuo e la persona. L’individuo è chiuso in se stesso, è egoista, separato dagli altri. Contrariamente all’individuo, la persona è aperta e accoglie in sé tutto ciò che esiste. La persona non è separata da nessuno e da niente. Tutto vive in lei. La teologia ortodossa parla in questo contesto di “divinizzazione” (theosis). L’essere umano come persona diventa come Dio, non secondo la sua natura e la sua essenza, ma secondo la grazia.

Attraverso il mistero che avvenne nel giorno dell’Annunciazione, quando il Figlio di Dio ha preso dimora nel grembo della Vergine, Maria è stata divinizzata per prima fra tutti gli esseri umani. Come Cristo, lei ricapitola in sé tutta l’umanità e tutta la creazione.

Noi tutti siamo chiamati alla divinizzazione superando la condizione egoistica dell’individuo, e questo con l’aiuto della grazia ma anche attraverso il nostro impegno personale. Così noi deponiamo ogni interesse egoistico – che guarda solo al proprio vantaggio e dimentica i prossimi – per raggiungere una comunione sempre più piena con Dio e con i prossimi.

  Conclusione

In chiusura vorrei citare una delle preghiere più belle della Chiesa ortodossa indirizzata alla Madre di Dio:

È veramente giusto
proclamarti beata,
o Madre di Dio,
sempre beatissima e totalmente pura
e Madre del nostro Dio.
Noi magnifichiamo te,
che sei più onorabile dei cherubini,
incomparabilmente più gloriosa dei serafini.
Tu, che senza perdere la tua verginità,
hai messo al mondo il Verbo di Dio.
Tu, che veramente sei la Madre di Dio.

Metropolita Serafim Joanta

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