Marcia Trionfale

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La marcia più famosa che si conosca a Verona viene spesso rappresentata nella monumentale Arena romana, ed è quella trionfale dell’Aida. Un’altra marcia, questa volta podistica, più cadenzata e meno solenne nelle movenze, si corre da nove anni nella città scaligera. La organizza il Gruppo podistico mondo unito ed è un’originale gara della solidarietà che prende avvio in un quartiere della periferia veronese e si snoda inerpicandosi sulle splendide colline circostanti la città. La solidarietà è intesa, naturalmente, non verso alcuni entusiasti partecipanti (la grande maggioranza sono veri atleti), a cui, forse, il medico ha consigliato un po’ di moto per mantenersi in forma, ma verso progetti concreti ben definiti. L’anno scorso, per esempio, con le donazioni raccolte tra i partecipanti, si è costruito un centro educativo in Palestina, sorto in collaborazione con Famiglie Nuove, espressione del Movimento dei focolari, presente in quasi tutti i Paesi del mondo. Di ritorno da un viaggio in Terra Santa – ci racconta Graziella, una turista veronese -, la guida di Betlemme mi ha parlato di un doposcuola modello nato anche grazie al contributo dei marciatori veronesi. A sentire quelle parole mi è venuto un brivido, non mi aspettavo che i marciatori veronesi fossero così noti. Una vera marcia trionfale, stavolta, e un riconoscimento alla solidarietà di Verona. L’idea nasce da Luca Conti, uno sportivo nato con le scarpe da corsa nella culla, che ci spiega: Conosco a menadito il territorio, perché anche noi non possiamo organizzare una marcia tutta nostra?. Detto fatto. Il gruppo di amici di Luca condivide gli stessi valori, l’unità fa la forza, ed insieme fondano il Gruppo podistico mondo unito. Nello Statuto la propria specificità: lo sport come elemento di aggregazione tra persone di ogni età. Nella maglietta della società il proprio slogan: Si gioca con qualsiasi tempo (uragano compreso?). Anche se, a dirla tutta, in nove edizioni, una sola volta è piovuto, nelle altre i podisti sono stati baciati da un sole benedetto. Luigi Pinali, uno dei primi ad aderire con entusiasmo, sottolinea: A parte la passione sportiva, nessuno di noi aveva la minima idea di come organizzare una marcia. Siccome facevo parte del Gruppo podistico di Bussolengo, ci siamo fatti aiutare da chi aveva più esperienza di noi. La soddisfazione, alla fine, è stata reciproca, perché un dirigente di Bussolengo mi ha ringraziato per avergli dato la possibilità di fare qualcosa per gli altri. Il tipo di marcia – ci ricorda Simone Marcato, presidente del gruppo, – si caratterizza per essere soprattutto un momento di festa, una giornata vissuta in un clima di fraternità. Forse è per questa atmosfera contagiosa che Giuseppe, marciatore iscritto ad un diverso gruppo podistico, decide di rinunciare ai 500 euro messi da parte per pagare una cena in vista del suo pensionamento e di destinarli, invece, ai progetti da finanziare stabiliti dal Gruppo. Altra iniziativa di solidarietà proposta ai marciatori è l’operazione Adotta un bambino per un giorno: basta un euro. In una piccola scatola collocata in Piazza di Borgo Santa Croce, i podisti possono fare le loro libere donazioni. Euro dopo euro, goccia dopo goccia, si raccolgono i soldi sufficienti per adottare due bambini di Bogotà in Colombia, per un anno in- tero. L’anno futuro si vedrà, Dio provvede, ma la data della prossima marcia, intanto, per sicurezza, è già stata fissata. Nella corsa non pochi mostrano con orgoglio la scritta della maglietta della società: Si gioca con qualsiasi tempo, espressione usata dall’amico Enzo Ongarelli, scomparso dodici anni or sono. Appassionato sportivo, da giovane giocava a calcio nel Catanzaro e nell’Hellas Verona. Enzo, da grande ottimista, era convinto che la fraternità tra gli uomini va costruita con tenacia giorno per giorno. In sua memoria il gruppo podistico assegna ogni anno un premio ad una persona meritevole. Indovinate quale? È quello che si chiedono anche le 3 mila persone che quest’anno si sono iscritte alla corsa. È una tranquilla domenica, quelle in cui si indugia volentieri a letto; invece, il silenzio mattutino consueto è spezzato da un insolito vociare, dal brulichio del borgo che festoso sale fino agli ultimi piani delle abitazioni. È gente comune: giovani e anziani, uomini e donne, in forma e in sforma. Tutti spinti da una motivazione forte che li ha fatti alzare presto per percorrere i tre percorsi, cinque, dieci o quindici chilometri, a scelta, per una gara, è importante sottolinearlo, non competiva. Non sono soli. Nella provincia di Verona sono 112 i gruppi podistici uniti sotto la denominazione Unione marciatori veronesi. In genere, i gruppi associati si chiamano con i nomi delle contrade e delle località. Altri scelgono appellativi curiosi come la saga degli osei, i fannulloni e gli sbandati. Una sola società ha un nome con un programma così ambizioso: il Gruppo podistico mondo unito che si rifà agli ideali di Sportmeet. Siamo orgogliosi – ci racconta Nicola – di essere parte di una rete mondiale di sportivi di cui condividiamo lo spirito per una cultura sportiva sempre più aperta e solidale, orientata alla pratica podistica per tutti e alla realizzazione della fraternità universale. Insomma, un circuito podistico virtuoso. E a proposito del Premio Enzo Ongarelli, consiste in un abbonamento annuale alla nostra rivista Città nuova. Valeva la pena meritarselo! SOLIDARIETÀ DI DIRITTO Nell’ottobre del 2005 il Gruppo podistico mondo unito si è costituito come associazione ed ha redatto un proprio statuto. Nell’articolo 2 sono descritte le finalità: Il Gruppo organizza la marcia come una proposta volta ad abbattere ogni tipo di barriere: culturali, etniche, religiose, d’età, tra salute e handicap. I proventi sono destinati a sostegno di progetti di solidarietà. Il ricavato è ottenuto soprattutto dalle iscrizioni. Dal 1999 al 2007, nelle nove edizioni finora disputatesi, si sono iscritti alla marcia quasi 25 mila persone di tutte le età: giovani, adulti e anziani. I proventi sono raccolti da due fonti principali: due euro per l’iscrizione che comprende un premio per ogni partecipante. Si va da una confezione di sfogliatine, ad un tubetto di crema per le mani, da un beauty case ad una confezione di zuppa saporita. Si può partecipare alla marcia anche pagando un solo euro ma si perde il diritto al premio di partecipazione. 41 mila euro sono stati i fondi inviati per finanziare i più diversi progetti di solidarietà in tutto il mondo: una scuola nella favela Monte Siao nel cuore dell’Amazzonia in Brasile, una sartoria a Cebu nelle Filippine, un centro educativo a Betlemme in Palestina, una scuola multietnica a Skopje in Macedonia e molti altri. Altri 600 euro si raccolgono con un bussolotto per il sostegno a distanza. Dal 2003 Juan Josè e Wilmo di Bogotà in Colombia ricevono il loro gradito aiuto.

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