Una marcia per chiedere la pace

È partita sabato 19 marzo la marcia che, dalla periferia della città di Arezzo, ha portato oltre 4.000 persone al borgo di Rondine, realtà che, dal 1998, ospita giovani “nemici” disposti a mettersi in gioco per costruire reciproche relazioni di pace.

L’appuntamento è per sabato 19 marzo, alle 8.30. Cielo grigio, vento pungente. Il sole fatica a farsi spazio mentre il parcheggio dell’Ipercoop in viale G. Amendola, ad Arezzo, si riempie velocemente di una folla fatta di studenti di età diverse ma anche di professori, genitori, nonni, tanti cittadini e rappresentanti di associazioni che hanno risposto alla proposta di Rondine Cittadella della Pace e della Consulta Provinciale degli Studenti: mettersi “In cammino per la pace”, come recita il titolo dell’iniziativa, per percorrere i dieci chilometri che separano la periferia della città dal borgo di Rondine. Nessuno striscione o cartello con simboli o sigle di rappresentanze organizzate, politiche, o istituzionali. Al loro posto, tante bandiere arcobaleno con su scritto “pace”, tanti cartelli fatti in casa, colorati, carichi di messaggi che sembrano rappresentare il pensiero di tutti i partecipanti: il non senso della guerra, il desiderio di trovare presto strade possibili di dialogo tra Russia e Ucraina.

Si parte poco dopo le 9.00. Il serpentone degli oltre 4mila pacifisti attraversa la periferia, si inoltra tra le colline di una campagna che prelude al Valdarno. Camminando c’è tempo per conoscersi, scambiare quattro chiacchiere, condividere un panino. Tra la folla spiccano i sai di un gruppo di novizi di varie nazionalità scesi dal Santuario francescano della Verna. Mentre la marcia attraversa il Ponte a Buriano – quel ponte che si dice faccia da sfondo al sorriso della Gioconda di Leonardo – finalmente anche il sole riesce a far capolino.

Si raggiunge il borgo intorno alle 11.30, accolti dall’Arena di Janine, il luogo inaugurato da Liliana Segre in occasione della sua ultima testimonianza, perché diventasse uno spazio in cui la memoria si trasforma in azioni concrete. Ed è proprio la senatrice, in collegamento telefonico, ad aprire il momento delle testimonianze: «Un saluto molto affettuoso da chi ama Rondine e la pace, da chi ha visto la guerra e sa tutti i pericoli che corriamo quando c’è qualcuno che perde di vista l’umanità e decide di distruggere e non costruire. Vi sono vicina e voglio marciare insieme a voi per la pace e vi ringrazio di questa scelta libera». Poi, si alternano sul palco le voci dei giovani provenienti da quei luoghi che sono stati, o sono tuttora, in conflitto. Giovani che a Rondine studiano, o hanno studiato, imparando a decostruire l’idea del nemico e impegnandosi per il futuro a favorire il dialogo tra i popoli. Vengono dalla Nigeria, dalla Cecenia, dalla Bosnia, da Israele, dalla Palestina. Ci sono anche due studentesse russe. Angelina, una di loro, afferma: «Molti russi fanno fatica a capire il perché di quello che sta accadendo, e soffrono per il dolore del popolo ucraino. La paura è tanta. Io ho paura. Tutti hanno paura. E la paura rischia spesso di creare un nemico. Vedo che anche qui in Europa sta nascendo l’idea del nemico russo. Ma invece voglio dire che siamo tutti vittime perché i conflitti armati toccano sempre entrambe le parti».

Poi, prende la parola Sole Shasika Weerasinghe, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti: «Il nostro compito è quello di costruire su basi solide il nostro presente senza commettere gli stessi errori del passato. La testimonianza dei giovani qui presenti è un passo concreto e vitale per la storia, un messaggio per chi ha il potere di cambiare e decidere».

Infine, Franco Vaccari, presidente di Rondine, annuncia i passi successivi alla marcia: l’invio di una lettera con la richiesta di un immediato cessate il fuoco, da far pervenire nelle prossime ore agli Ambasciatori della Russia e dell’Ucraina, a nome di tutti i presenti; e la creazione di un presidio locale e permanente ai processi di pace composto dai giovani delle scuole della città e della Provincia di Arezzo, collegato all’esperienza di Rondine.

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