Manifestazioni violente a Piazza Tahrir

Torna in primo piano l'instabilità politica e sociale. Tutti sono scesi in piazza: i copti per ricordare l’eccidio di un anno fa e ancora una volta i giovani
Egitto

Nella ormai storica Piazza Tahrir sono avvenuti scontri violenti fra giovani liberali e un gruppo di islamisti, che ha attaccato i primi con sassi, molotov e pistole a piombini. I giovani dei partiti liberali avevano organizzato una protesta contro l'Assemblea monopolizzata dalla presenza degli islamisti e contro i primi 100 giorni del presidente Mohammed Morsi, accusando il nuovo corso di garantire giustizia solo ai propri affiliati. I Fratelli musulmani, invece, erano scesi in piazza per osteggiare l'assoluzione di 24 esponenti dell'ex regime di Mubarak, ritenuti i responsabili della "battaglia dei cammelli", avvenuta durante la Rivoluzione dei gelsomini. Dopo che il palco dei giovani liberali è stato incendiato, l'intera zona circostante la piazza si è trasformata in un campo di battaglia con lanci di sassi dall'una e dall'altra parte, auto incendiate e barricate.

È senza dubbio misterioso come sia stato permesso a entrambi i gruppi di scendere a manifestare lo stesso giorno e nella stessa località. I membri del movimento 6 Aprile, gruppo democratico nato durante la Rivoluzione dei gelsomini, sostengono che i Fratelli musulmani non avevano l'autorizzazione per manifestare. Uno dei giovani liberali ha dichiarato: «Il nostro sit in era stato autorizzato dalle forze dell'ordine molti mesi fa. Il verdetto della "battaglia dei cammelli" risale all'11 ottobre». La manifestazione contro l'Assemblea costituente è stata disturbata, sembra, dall’arrivo di bus pieni di giovani Fratelli musulmani, che hanno poi dato l'assalto al palco da cui stava iniziando il comizio liberale. È stata la scintilla che ha innescato gli scontri che, secondo le forze dell’ordine, sono invece stati provocati da alcuni teppisti.

Testimoni oculari affermano che i giovani arrivati con i bus erano muniti di bombe molotof, bastoni e pistole a piombini, che hanno usato per ferire alle gambe dimostranti dell’altra fazione. «Ognuno incolpa sempre questi teppisti – afferma uno dei manifestanti – ma chi sono? Noi abbiamo reagito quando i Fratelli musulmani hanno iniziato a lanciare senza motivo contro di noi sassi e molotov, alcuni avevano anche pistole con pallini di piombo, che hanno ferito alcuni ragazzi alle gambe. La nostra è stata una reazione esasperata».

Ali Abdel-Menoim, un altro giovane, che ha viaggiato di notte dall'Alto Egitto per partecipare alla manifestazione contro l'Assemblea costituente, ha dichiarato di essere contrario alle violenze di chi brucia gli autobus, ma anche contro la Fratellanza musulmana che si presenta a una protesta pacifica con pietre, bastoni e fucili. «Ho viaggiato per migliaia di chilometri per far sentire la mia voce – racconta – non voglio che la Costituzione sia monopolizzata da un gruppo di estremisti».

Continua, quindi, l’instabilità dell’Egitto e la rivoluzione araba sembra sempre più lontana nello sforzo di conciliare forze nuove e vecchie e di trovare una strada comune verso la democrazia che garantisca una vera stabilità sociale.
 
Fonti: AsiaNews

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