Manifestazione contro il carovita a Ibadan

L’economia nigeriana è in forte affanno. I nigeriani stanno affrontando una delle peggiori crisi economiche che il Paese abbia mai vissuto a causa dell'impennata dei prezzi dei generi alimentari e delle conseguenze della rimozione dei sussidi per il carburante. La moneta nigeriana (naira) ha registrato un pesante calo rispetto al dollaro.
Membri del Congresso laburista della Nigeria durante le proteste nazionali per la rimozione dei sussidi per il carburante a Lagos, Nigeria, 2 agosto 2023. Foto: EPA/SAMUEL ALABI via ANSA

Lunedì 19 febbraio, la moneta nigeriana, la naira, è precipitata sui mercati ufficiali e non ufficiali, e le azioni hanno registrato in un giorno il più grande calo dell’anno. Un crollo che preoccupa gli investitori, che hanno venduto asset locali.

A fine giornata la moneta nigeriana (naira) è arrivata a 1.712 naira per un dollaro sul mercato ufficiale, e intorno allo stesso livello, se non peggiore, su quello non ufficiale, dopo aver registrato perdite anche superiori durante la giornata. Inoltre, il Paese sta affrontando una forte difficoltà a reperire dollari, fatto che sta spingendo la valuta ancora più al ribasso, anche se il governatore della Banca centrale, Olayemi Cardoso, ha affermato che le quantità di liquidità in valuta estera stanno migliorando.

A Ibadan, nel sud-ovest della Nigeria, centinaia di nigeriani hanno manifestato lunedì scorso contro l’aumento del costo della vita, dopo le grandi manifestazioni che si erano registrate nel nord del Paese all’inizio di febbraio. Nel nord, le difficili condizioni di vita hanno scatenato proteste in diverse città, tra cui Suleja, vicino alla capitale Abuja, a Minna, nello stato nigeriano del Niger, e a Kano, la seconda città del Paese.

«Questo Paese sta sanguinando, questo Paese è duro, questo Paese è arrabbiato. Le persone soffrono. Anche oggi, nessuno può permettersi tre pasti completi, o anche solo due, nel nostro caro Paese…», dice un residente indignato.

«Tutto costa, tutto costa. Non c’è niente che possiamo fare facilmente in Nigeria, speriamo solo che le cose migliorino…», esclama una sarta.

Molti nigeriani hanno dovuto rinunciare ad alimenti sempre più considerati “beni di lusso” come carne, uova e latte.

La crisi ha costretto la popolazione del Nord a saltare i pasti e a mangiare riso di scarsa qualità, utilizzato per nutrire i pesci. Secondo i video pubblicati sui social media, alcune mamme per nutrire i propri figli hanno persino dovuto scavare la terra per trovare i semi conservati dalle formiche.

Membri del Congresso laburista della Nigeria durante le proteste nazionali per la rimozione dei sussidi per il carburante a Lagos, Nigeria, 2 agosto 2023. Foto: EPA/SAMUEL ALABI via ANSA

La più grande economia del continente sta già attraversando difficoltà legate alle riforme governative come l’eliminazione dei sussidi sulla benzina, che ha portato, tra le altre cose, a triplicare i prezzi del gas e a far lievitare in modo sensibile i prezzi dei trasporti.

Dopo essere salito al potere nel maggio 2023, il presidente Bola Tinubu ha posto fine ai sussidi per il carburante e ai controlli valutari, provocando un’impennata del prezzo della benzina, fino a triplicarlo, e ad un aumento del costo della vita, con la naira che perde drasticamente il suo valore rispetto al dollaro.

All’inizio di febbraio, l’influente emiro tradizionale di Kano, Aminu Ado Bayero, ha spiegato che i nigeriani si trovano ad affrontare «difficoltà economiche, fame e carestia» e ha invitato il presidente ad adottare misure correttive di emergenza. Il presidente nigeriano ha più volte chiesto pazienza alla popolazione, affermando che le sue riforme economiche attireranno investitori stranieri e faranno ripartire l’economia.

Le ultime statistiche diffuse dal governo mostrano che il tasso di inflazione ha raggiunto il 29,9% a gennaio, il livello più alto dal 1996, principalmente a causa del settore alimentare e delle bevande analcoliche.

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