Malawi, i bambini sfruttati nelle piantagioni di tabacco

Un futuro annegato dalla schiavitù del lavoro. È questa la realtà di tanti minori, milioni in tutto il mondo, che sono costretti ad abbandonare la scuola per contribuire economicamente alle loro famiglie
piantagioni di tabacco
Due ragazzini siedono sulla recinzione di un centro di sfollamento a Blantyre, Malawi meridionale, giovedì 16 marzo 2023. (Foto AP/Thoko Chikondi)

Numeri che gelano il sangue. Come un pugno nello stomaco che per alcuni interminabili attimi ti lascia senza fiato. Una problematica la cui esistenza è inconcepibile con la società contemporanea nella quale la tecnologia e il digitale comandano su tutto e tutti. In definitiva, un cancro in metastasi che ammorba l’esistenza di bambine e bambini. Quasi esclusivamente di quelli nati nelle nazioni dove regnano, sovrane, fame e miseria. Come il Malawi.

Immaginiamo di avere di fronte a noi tre Italie. Tutte e tre abitate non prevalentemente da adulti e anziani ma esclusivamente da fanciulli. Un totale di circa 175 milioni di innocenti. Una cifra gigantesca. Talmente enorme che le difficoltà a fotografarla e focalizzarla, seppur mentalmente, non sono minime.

Ecco. Questa moltitudine di bimbe e bimbi, che in un mondo normale dovrebbe solamente pensare a giocare, divertirsi e andare a scuola per comporre, tassello dopo tassello, il puzzle della propria esistenza, nella realtà contemporanea è costretta a lavorare. Come schiavi. Anche in Malawi. Nelle piantagioni di tabacco.

Qui, le braccia esili e sottili che sono impiegate risultano migliaia. E a questi innocenti viene negato, nella maniera più brutale che possa esistere, il diritto al futuro. È lo stupro dell’anima, il soffocamento dei sogni, la negazione dell’essere bambino.

Precious ha 14 anni. L’ho incontrata la settimana scorsa poco dopo il termine di una tappa. È in compagnia di alcuni coetanei. Non indossa abiti. Il suo corpo è coperto di stracci. In terra malawiana, purtroppo, è quasi sempre la norma. Mi guarda incuriosita e accenna un saluto. Ricambio provando a intavolare una conversazione. Rimango affascinato dall’ottimo inglese di questa ragazzina. Ci sediamo su un muretto nei pressi di un piccolo bar.

Le chiedo se posso farle un’intervista. Vorrei infatti venire a conoscenza delle molteplici sfaccettature che fanno parte della vita di una persona che si affaccia all’adolescenza. Precious accetta con entusiasmo. Si sente importante. Come una star della tv. Le sue risposte sono taglienti come lame. E mi fanno capire di avere di fronte una ragazzina che tale è solo nel corpo. La sua mente e soprattutto la sua maturità non hanno nulla da invidiare a quelle di una donna adulta. Ecco l’intervista:

Innanzitutto complimenti per il tuo eccellente inglese. Dove lo hai imparato così bene?
Un po’ nei primi anni di scuola ma poi ho fatto tutto da sola. Ringrazierò per sempre Elizabeth, una donna scozzese che quattro anni fa è venuta in vacanza con il marito e i figli qui in Malawi. Ci siamo conosciute in un lodge nei pressi del lago. Le ho detto di avere una forte passione per le lingue straniere e lei mi ha regalato un dizionario che traduceva le parole dalla mia lingua all’inglese. Mai nessuno mi aveva fatto un regalo così importante. L’ho letto talmente tante volte che alcune pagine si sono scolorite.

Per quanti anni sei andata a scuola e come trascorri ad oggi la giornata?
Purtroppo la scuola, pur desiderandola, l’ho potuta frequentare solo per tre anni. La mia famiglia è numerosa in quanto ho cinque fratelli e quattro sorelle e i miei genitori hanno bisogno che io lavori. Il mio sogno sarebbe stato quello di imparare alla perfezione l’inglese, l’arabo e il cinese. Studiarlo tantissimo e poi andare in Europa per costruirmi un futuro trovando un lavoro e sperando di incontrare l’amore. Questo desiderio però non sarà realizzabile. Il mio avvenire sarà qui, nella piantagione di tabacco che forse hai intravisto lungo la strada prima che ci incontrassimo.

Da quanto tempo lavori in quel luogo?
Da oltre due anni. È un lavoro che al tempo stesso detesto e amo. Lo odio perché so bene che il tabacco è la causa principale di milioni di morti in tutto il mondo. Qui in Malawi di persone che fumano sigarette non ce ne sono. Tantissime volte mi sono chiesta come possa essere possibile che da voi in Europa ci sia una quantità immensa di persone che paga molti soldi per acquistare pacchetti di sigarette che poi ti avvelenano la salute. Qui in Africa è qualcosa di inconcepibile. Comunque verso questo lavoro provo anche amore perché mi permette di guadagnare denaro che poi risulta utile ai miei genitori.

Quante ore lavori al giorno e quanto guadagni?
Non meno di undici ore al giorno. Non mi lamento della quantità di tempo e nemmeno del caldo a cui sono abituata. La cosa che invece mi fa soffrire è quella di sapere che sto facendo un lavoro che non mi permette di studiare le mie amate lingue straniere e che soprattutto provocherà la morte di moltissime persone che sottovalutano la gravità enorme delle sigarette. Guadagno circa 30mila kwacha al mese, cioè 26 euro.

Hai solo 14 anni eppure sei convinta che il tuo futuro sarà racchiuso in quella piantagione di tabacco?
La mia breve vita mi ha insegnato e mi insegna ogni giorno di ringraziare mille volte Dio per ciò che ho. Senza dubbio vorrei avere la possibilità di andare a scuola per immergere la mia testa nei libri. Nel mio Paese questa cosa è un privilegio che in pochi hanno. Io questa possibilità non l’ho avuta ma va bene ugualmente. Sai perché? Il motivo è che sono felice che i soldi che porto ai miei genitori possano aiutare la mia mamma a farmi trovare da mangiare quando la sera torno a casa dopo il lavoro nella piantagione.

Come immagini il tuo futuro?
Vorrei innamorarmi. Incontrare un ragazzo che mi apprezzi per le cose che dico, per i ragionamenti che faccio, per la direzione che vorrei dare alla mia vita, per l’educazione e i valori che desidero trasmettere ai miei figli.

Quali sono i desideri che oggi hai nel tuo cuore?
Ne ho due. Il primo mi vergogno un po’ a dirlo. Comincio dal secondo che comunque fra i due è il più importante. Diventare un giorno mamma e permettere ai miei figli di andare a scuola fino all’università. Il secondo è che una turista mi regali un dizionario per imparare un’altra lingua straniera.

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