Magia o santità?

Quante volte ci è capitato, entrando in chiesa, di trovare un gruppo di persone – per lo più anziane, a dire il vero – che recitano il rosario? E forse è sorto in noi un certo disagio per questa pratica che appare ripetitiva e monotona, quasi una formula magica per ottenere grazie, oppure, se va bene, l’espressione di una devozione un po’ sentimentale a Maria. Eppure recentemente ho fatto un’esperienza diversa. In una parrocchia le persone erano numerose, con tanti giovani, e il clima pareva di un raccoglimento particolare: un sacerdote spiegava il mistero leggendo un brano del Vangelo, facendolo seguire da un suggerimento su come tradurlo nella vita quotidiana. Seguiva una pausa di silenzio: si avvertiva che quelle parole penetravano nell’intimo, suscitando propositi. La recita del Padre Nostro e delle Ave Maria accentuava quell’atmosfera sacra. Ecco uno dei molti frutti della lettera del Santo Padre sul rosario. Ogni giorno un passo con Maria Approfondita in raduni ad essa dedicati, spiegata nelle riunioni del consiglio pastorale e in quelle dei catechisti, commentata nei bollettini parrocchiali, la lettera del papa muove i cuori dei membri della comunità parrocchiale e sta suscitando in molti una nuova mentalità: la prospettiva centrata sul Cristo che essa propone e l’invito della lettera a “contemplare con Maria il volto di Cristo” (n° 3) danno spessore teologico alla tradizionale devozione mariana. “Quando ho letto la lettera apostolica del papa sul rosario – è un giovane che parla – ho visto la premura del padre per i suoi figli: sa di cosa abbiamo bisogno. Adesso ogni giorno prego il rosario e sento la vicinanza di Maria”. Soprattutto è maturato un rapporto vitale con Maria. Rivisitando con lei i momenti-chiave della vita di Gesù, diventa più facile ispirarci a ogni suo atteggiamento nelle circostanze concrete della vita. Nelle prediche, nella catechesi, nei ritiri, si incoraggiano le persone a “mettersi alla scuola di Maria” (n° 14) per “imparare” Gesù. Così, ad esempio, in una parrocchia di Lipsia sono state illustrate le tappe della vita della Madonna come tappe del cammino della vita di ogni cristiano. La gente presente ha trovato un aiuto per progredire spiritualmente. È stato poi proposto ad un gruppo di ragazzi di impegnarsi ogni giorno a fare un passo nell’imitare Maria. Si medita insieme un brano del Vangelo corrispondente ad un mistero e si prende un impegno concreto. Il giorno seguente si racconta quello che si è vissuto, lo si scrive su un foglietto che viene colloca sul manto di una immagine di Maria per esprimere plasticamente che la Madre di Gesù è tutta rivestita della Parola di Dio. Pure il mese di maggio acquista un significato vitale. È quanto succede in una parrocchia del Friuli dove, al termine del rosario, uno dei presenti racconta come egli ha vissuto una frase del Vangelo ad esso legata. Così una devozione tradizionale diventa cammino di vita. Una ventata rinfrescante Sempre più si rileva come l’Anno del rosario stia portando una ventata di vita nuova in tante parrocchie. Si potrebbero citare numerosi esempi. “Abbiamo fatto un incontro con tutti i gruppi che esistono in parrocchia per presentare le novità della lettera del Santo Padre – scrivono da Milano -. È nato il desiderio di metterla in pratica nella recita del rosario. Prima di ogni mistero si offre una spiegazione che aiuti a comprenderlo meglio, poi si legge il brano del vangelo corrispondente e si invita a meditarlo durante le recita delle dieci Ave Maria. Al termine qualcuno dei presenti comunica quello che lo ha colpito, quello che è rimasto nel suo cuore. Questo ha aiutato a non pregare in modo meccanico, e la comunione è cresciuta”. “Questa preghiera è stata riscoperta nella nostra parrocchia – è invece un sacerdote della Romania – anche da persone che mai prima mettevano piede in chiesa, soprattutto i genitori dei bambini che si preparano alla cresima o alla prima comunione, perché questi hanno parlato loro di una preghiera “molto bella” che tutti possono rivolgere a Dio”. Nel cuore della famiglia Un tempo le famiglie usavano riunirsi la sera, soprattutto nei mesi di ottobre e maggio, e recitare il rosario. Una pratica che ora sta scomparendo. L’invito del papa rilancia questa “preghiera della famiglia e per la famiglia” (n° 41). E già c’è una ripresa di questa preziosa tradizione, e sono numerose le famiglie che hanno ricominciato a recitarlo. In una parrocchia siciliana, nella festa della Sacra famiglia, gli sposati sono stati invitati a rinnovare il patto coniugale e hanno ricevuto in regalo un foglio con i misteri del rosario e una corona con l’invito di utilizzarla. Alcuni di loro hanno cominciato a recitarlo in famiglia. “Abbiamo trovato un modo semplice per far entrare nelle nostre famiglie che risentono di una tradizionale cultura laica – è l’esperienza di una parrocchia emiliana – la recita di parte del rosario in casa. Ai bimbi del catechismo abbiamo proposto di recitare tre Ave Maria, tutti uniti con i genitori attorno alla tavola, dopo aver spento la televisione. Sono già un centinaio le famiglie che hanno iniziato, e i bimbi ne sono felicissimi”. A Budapest, invece, in un quartiere chiamato “Piccola Mosca”, gruppi di famiglie si riuniscono per recitarlo insieme: una cosa impensabile nei passato in questo ambiente ritenuto impenetrabile alla religione. Il rosario sta tornando di moda Può sembrare strano ma è così. Ce lo confermano ad esempio anche il racconto di un parroco della Slovenia: “Sono andato con un gruppo di giovani in pellegrinaggio ad un santuario mariano e nel viaggio ho approfittato per spiegare il rosario e recitarlo insieme. Dopo alcuni mesi incontro uno di loro che mi dice: “Lo sai che ogni giorno continuo ancora a pregare col rosario?”. Sinceramente non me l’aspettavo, perché siamo in un paese dove l’ideologia materialista ha seminato tanto discredito verso la religione, e poi legare i giovani al rosario sembra oggi una vera pazzia. Eppure ho dovuto ricredermi: sono parecchi i giovani che l’apprezzano come un facile approccio per meditare il vangelo. Forse perché è una preghiera semplice e profonda. Puoi dirlo intero o solo in parte, insieme ad altri ed anche da solo. Un altro giovane attraverso il rosario ha sentito la chiamata al battesimo. Un altro ancora diceva: “Non sapevo che il rosario fosse una preghiera così bella. L’avevo recitato qualche volta da piccolo con la nonna. Poi ascoltando tante critiche l’avevo abbandonato, anche se nei momenti difficili invocavo la Madonna. Adesso porto sempre con me la corona, e quando vado o torno da scuola, mi piace pregare. Sento che Maria mi aiuta ad andare a Dio”. “Così il gruppo che recita una decina del rosario prima della messa è aumentato spontaneamente, e ha permesso anche di riscoprire i suggestivi canti sloveni a Maria. Questa vivacità ha avuto i suoi riflessi anche sulla liturgia domenicale, perché ora tutto viene preparato con maggior cura e con gioia. Insomma, il rosario sta tornando di moda anche da noi”. E c’è persino chi ha portato il rosario su Internet, visto che alcune parrocchie in Germania, in Austria e in Slovacchia hanno creato un sito apposito su Maria e il rosario: cliccando un’icona, si apre una finestra in cui si può leggere un pensiero su Maria, oppure appare una scena che illustra uno dei misteri.

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