Lutto nella famiglia pontificia

È scomparsa Manuela Camagna, 56 anni, in seguito alle ferite riportate in un incidente d’auto. Dal 2005 prestava servizio nell’appartamento papale.
Manuela Camagni

Nella serata di martedì 23 novembre Manuela Camagna è stata investita da un’auto nei pressi di Via Nomentana a Roma. Ricoverata d’urgenza nel vicino policlinico Umberto I è stata operata d’urgenza, ma alle 5 del mattino dopo è spirata. Manuela Camagna, era nata il 16 agosto del 1954 a San Piero in Bagno di Romagna era una persona sconosciuta ai più che lavorava dal 2005 per la cosiddetta “famiglia pontificia”, di fatto la famiglia del papa. Era una “Memores Domini”, una delle quattro laiche consacrate di Comunione e Liberazione che si prendono cura dell’appartamento papale e della vita quotidiana di Benedetto XVI. Nel libro La luce del mondo il papa accenna alla sua vita privata con la famiglia pontificia con le memores e i due segretari, i monsignori Georg Gänswein e Alfred Xuereb: «Ci sono i pasti in comune, e questo è un momento di distensione. Insieme alla famiglia pontificia festeggiamo il Natale, nei giorni festivi ascoltiamo musica e conversiamo. Festeggiamo gli onomastici e a volte recitiamo insieme i vespri. E, poi, in comune c’è soprattutto la Santa Messa del mattino».

 

Una familiarità, dunque, quotidiana e intima, fuori dai riflettori mediatici. Nel servizio e la dedizione totale alla missione del papa. Tanto che, oggi, per la prima volta su L’Osservatore romano, appare il necrologio di Manuela Camagni. «Questa mattina (il 24 novembre), appresa con dolore la notizia della morte di Manuela, il papa ha pregato in suffragio della sua anima». Il giornale della Santa Sede, e questa è una novità assoluta, pubblica anche un necrologio personale del Papa: «Sua Santità Benedetto XVI, addolorato per l’improvvisa scomparsa della collaboratrice signorina Manuela Camagni, eleva preghiere di suffragio al Signore e rimane spiritualmente vicino alla comunità delle Memores Domini e ai familiari della compiante defunta».

 

Entrata nel 1980 nella Comunità Memores Domini, Manuela Camagni aveva tra l’altro prestato servizio nel vescovado di Tunisi dal 1996 al 2001, al servizio dell’allora vescovo della città, mons. Fouad Twal, ora patriarca latino di Gerusalemme. Florenza Tangari, medico e Memores Domini, ha condiviso con Manuela un breve periodo a Tunisi. Raggiunta via telefono, provata per la scomparsa, ci dice solo che «faccio fatica a parlare e preferisco le parole dette don Carron». «La morte improvvisa – scrive il presidente di Cl, don Julian Carron in un messaggio pubblicato sul sito del movimento e sul giornale della Santa Sede – è la modalità misteriosa con la quale il Signore ci costringe a pensare a Lui». «Stringiamoci – aggiunge – ancora più intensamente nell’abbraccio del Santo Padre, come figli che vogliono condividere in tutto la sua umanità ferita». E conclude «Il suo dare la vita si è manifestato in modo evidente e sorprendente sia attraverso la disponibilità di Manuela alla missione, nell’esperienza di Tunisi, sia nel servizio al Santo Padre. Il suo sacrificio rinnovi in tutti noi la verità del nostro “si”, perché la vittoria di Cristo si affermi sempre di più nei nostri cuori».

 

Nella Chiesa di Santa Maria in Navicella, vicino all’ospedale militare del Celio di Roma, si sono radunati, ieri sera alle 21,30 gli amici di Manuela Camagni. Per lei una Messa e la preghiera del rosario. Cristiana Caricato, vaticanista di tv2000, l’ha incontrata più volte per motivi di lavoro e la ricorda «come una persona molto semplice e umile, estremamente discreta, sorridente e luminosa, con uno sguardo puro».

 

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