L’uso perverso dei CDS

Le assicurazioni sui titoli sono diventate fonte di speculazione e di lauti guadagni proprio grazie al declassamento delle agenzie di rating. Proposte per cambiare rotta
Titoli di stato

Nel generale degrado della affidabilità dei titoli europei da parte di Standard & Poors qualcuno potrebbe cogliere un avvertimento della grande finanza volto ad intimorire i governi europei sempre più propensi ad imporre la tassazione delle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax.

 

In questo frangente poi sta dimostrando la sua letalità un’arma di cui la speculazione andrebbe privata quanto prima: i cosiddetti CDS “nudi”. I Credit Default Swaps (CDS) sono delle assicurazioni che gli istituti bancari emettono a fronte di un premio annuale sui titoli, per garantirli in caso di insolvenza di chi li ha emessi: in quel caso i titoli diventano di proprietà delle banche, che corrispondono ai loro proprietari il loro valore nominale.

 

Già in altre occasioni abbiamo descritto gli aspetti negativi che questi CDS possono avere, soprattutto perché la loro stipula non è registrata da alcuna parte e quindi non si può controllare quante garanzie una banca abbia dato accettando contratti CDS e quante ne invece ne abbia acquisite per coprirsi dai rischi, e da chi su questi rischi specula. Ma il tipo di CDS che in questi giorni si dimostrano particolarmente letali sono i cosiddetti CDS “nudi”, stipulati dai grandi gruppi della speculazione internazionale senza possedere i titoli assicurati. Come si è già detto, è come assicurare contro l’incendio la casa del vicino e poi non reagire quando i ragazzini del quartiere, quando questi è in vacanza, accendono un bel falò di erba secca dietro quell’abitazione.

 

Con questo tipo di CDS, che costano un qualche percento del valore dei titoli, è possibile fare lucrosi affari senza muovere enormi capitali, ma con amici nel cerchio della grande finanza. Queste operazioni possono  concentrarsi anche su titoli di stato. Per esempio tre mesi fa, quando pochissimi si assicuravano contro la perdita della tripla A dei titoli francesi, un CDS nudo su quei titoli costava l’1,5 % all’anno. Adesso, dopo il declassamento di quei titoli da parte di Standard & Poor, i fondi pensione che detengono questi titoli e devono osservare rigorosi regolamenti di cautela, sono obbligati ad assicurarli, e devono comperare da chi li possiede CDS ad un prezzo ben più alto.

 

Il CDS nudo è un’arma che va tolta di mano alla speculazione internazionale, che si è dimostrata in grado di intimorire anche il presidente Obama, che da tempo vuole regolamentare il settore, privando i suoi titoli della tripla A.

Occorre che l’Europa dichiari da subito illegali per tutte le banche che vogliono operare nel suo mercato, lo stipulare di CDS nudi, ed esigere che i CDS che effettivamente assicurano titoli di cui si è in possesso vengano dichiarati in un registro pubblico che dia trasparenza agli impegni ed alle coperture delle nostre banche, dopo aver pagato, come tutte le assicurazioni, una imposta pari al 25 per cento del premio.

 

 

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