Lunlabelle, la nuova tratta delle schiave

La morte di una giovane ragazza, mamma di una piccola bimba di tre anni, che lavorava come una delle tante “presentatrici” di prodotti: un omicidio che sta scuotendo le coscienze nel Paese e non solo
Ratchadech Wongtabut AP Photo

Arrivano ad aerei pieni: sono i turisti sessuali. Invadono la Thailandia ed incentivano la prostituzione, spesso la corruzione, la depravazione e persino la morte. Ce ne sono per tutti i gusti nella società tollerante e permissiva thailandese.

Solo lo scorso anno, nella città di Pattaya, sono arrivati 13 milioni di turisti, non certo tutti per abbronzarsi e fare una nuotata. Esiste anche il turismo sessuale locale, non meno depravato o pericoloso. È una settimana che le notizie e le foto di Lunlabelle, una bella ragazza e giovane mamma, fanno il giro dei media nel sudest asiatico a turbare le notti di tanti. È stata drogata, violentata e uccisa.

Aveva a 25 anni, era giovane e mamma single, con una bambina da mantenere, una nuova relazione e chissà quant’altro ancora nella sua vita. Uno dei tanti predatori sessuali l’ha fatta fuori. Il suo nome vero era Thitima Noraphanpiphat: Lunlabelle era per i clienti. Che storie avranno queste ragazze? Già in un precedente articolo ne aveva parlato, ma bisogna tornarci su perché il dramma continua.

Le stime ufficiali del governo thailandese parlano di circa 200 mila ragazze nell’industria del sesso: le inchieste più vicine alla realtà affermano che sono almeno di 1 milione. Il 15-20% delle donne thai, cioè. Considerando poi tutto quanto gira attorno a queste ragazze, alcune fonti parlano addirittura del 40% dell’economia thailandese.

Il giro d’affari si aggira sui 6, 4 miliardi di dollari all’anno: una buona parte del Pil del Paese. Naturalmente non sono tutte thailandesi le prostitute che possiamo trovare in giro: sono anche di origine cinesi, cambogiane, laotiane, vietnamite, provenienti dalle minoranze etniche come le karen, ’hmong, hakka, compreso ragazze russe. Queste ultime, con le ucraine, sono molto ricercate dai clienti locali per il colore bianco della loro pelle. Le ragazze povere provenienti da zone rurali della Thailandia si stima che possano inviare alle loro famiglie di origine qualcosa come 300 milioni di dollari all’anno.

La nostra modella, Lunlabelle, era della metropoli di Bangkok, ed aveva alle spalle una storia finita male con la prima sua famiglia: ora se ne stava costruendo un’altra. È stata trovata morta il 17 settembre su di un sofa all’entrata di un condominio di Thomburi la mattina dopo un party dove erano presenti in otto.

Secondo la ricostruzione della polizia e dopo la visione delle camere di sicurezza, un altro “modello” di sesso maschile, Rachadeth Wongthabut, 25 anni, anche lui con un nome d’arte, Nam Oun, la sera prima avrebbe introdotto nel suo appartamento Lunlabelle in stato di semi incoscienza, e la mattina l’avrebbe poi adagiata sul sofa, dove è stata ritrovata morta.

Lunlabelle, secondo il referto della prima autopsia, sarebbe morta per intossicazione da alcol presente nel suo sangue in misura di 418 milligrammi su 100 millilitri. Rachadeth, il modello, è stato arrestato all’una del mattino del 25 settembre, mentre cercava di fuggire con i genitori. I capi d’accusa a suo carico sono: detenzione illecita di Lunlabelle con conseguenza morte, assalto a sfondo sessuale e molestie. Il punto centrale dell’inchiesta è il party, la festa, dove erano presenti Lunlabelle, Rachedeth ed altre sei persone.

I genitori di Lunlabelle non credono che loro figlia abbia bevuto di sua spontanea volontà: una ragazza esperta dei rischi del mestiere, sapeva bene quando fermarsi per non rischiare. Supamas, la madre, ne è sicura. I clienti di questi festini, che le ragazze devono intrattenere, sono spesso gente famosa oppure appartenenti alle mafie locale, con tempo e soldi da spendere. E si fa spesso uso di diversi tipi di droga, come afferma anche un’altra ragazza presente allo stesso party del 16 settembre, di cui, i giornali, non diffondono se non il nome d’arte: ’’Deer’’.

Tutto quanto detto finora porta alla luce un lato oscuro della Thailandia: un vero business di cui la merce, in definitiva, sono queste belle e fragili ragazze, che vengono utilizzate per vendere auto di lusso, cure dimagranti, polizze di assicurazione e quant’altro possa esserci. Le bellissime ragazze, che a turno, si danno il cambio per versare da bere ai clienti, sono spesso in cerca di un lavoro che possa sollevare la loro difficile situazione: possono guadagnare per 3-4 ore di lavoro, anche a 200 euro, per loro una fortuna.

Troppo spesso accade che i clienti si manifestino veri maniaci sessuali e che poi costringano le ragazze a servizi deplorevoli e pericolosi per la vita di quest’ultime. È quanto, in questi giorni, secondo il Bangkok Post, le amiche di Lunlabelle stanno rivelando apertamente ad una società, quella thailandese, sotto shock per quanto accaduto.

I genitori di Lunlabelle, insieme alla nipotina di tre anni che continua a chiedere della mamma, hanno consegnato una petizione al ministero della Giustizia thailandese chiedendo nuove e approfondite indagini e non voler far cremare il corpo della figlia fino a che tutta la verità sia venuta a galla.

 

 

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