Loreto a Roma

Una mostra a Roma fino al 3 maggio per conoscere le opere di Lorenzo Lotto, un artista ombroso, pudico e di rare capacità introspettive.  Uno dei pittori più grandi d’Europa, un maestro dell’indagine interiore, come e più di un Tiziano
lotto

Piccolo è bello. Soprattutto quando i pezzi che formano una rassegna sono di squisito valore artistico. Si parla della mostra  a Castel Sant’Angelo “Lorenzo Lotto e i tesori artistici di Loreto- fino al 3 maggio – in cui il pittore veneziano fa la parte del leone. Giusto, dato che egli ha vissuto gli ultimi anni come oblato nel santuario e vi ha prodotto lavori eccellenti come  il Cristo e l’adultera, il San Michele che caccia Lucifero, il San Cristoforo e i santi Rocco e Sebastiano, il Combattimento tra la Fortezza e la Fortuna. In mostra, di lui anche ritratti pungenti, come il Gentiluomo con cane pastore e il fantasmagorico Balestriere.

Chi volesse conoscere un artista ombroso, pudico, di rare capacità introspettive e di una religiosità squisitamente riformista  varrebbe la pena che salisse  al castello e incontrare uno dei pittori più grandi d’Europa, un maestro dell’indagine interiore, come e più di un Tiziano.

Ma Loreto, santuario veneratissimo, saccheggiato più volte- la più grave violenza fu quella dei soliti napoleonici – offre anche tele del Reni, del Pomarancio, di Perin del Vaga, del Carracci, di Vouet. Insieme al delicato Crocifisso del Giambologna in argento e legno e a manifatture fiorentine di arredi scari, dal ‘700 fino alla Rosa d’oro del 2007 dei Fratelli Tavani.

Un itinerario solo fra alcuni dei tesori che  la Santa Casa offre a disposizione degli osservatori in una rassegna nata come progetto espositivo di Artifex-Comunicare l’arte e dalla collaborazione tra Musei Vaticani, Città di Roma e la Soprintendenza delle Marche. Purtroppo manca la mirabile Presentazione al tempio del Lotto, suo ultimo incompiuto capolavoro, ma forse era troppo fragile per trasportarlo nella capitale. Meglio allora salire sulla collina marchigiana ad ammirarla insieme ai lavori stupendi di Sansovino, nella chiesa, e di Melozzo e Signorelli nella sacrestia.

 

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