Lo Zio Vanja di Vinicio Marchioni

Lo spettacolo tratto dall'opera di Cechov viene esaltato nella sua straordinaria attualità creativa. A Milano fino al 17/3

In assoluto rispetto delle dinamiche tra i personaggi e dei dialoghi del testo classico, lo spettacolo diretto da Vinicio Marchioni nell’adattamento di Letizia Russo fa perno su precise note di contemporaneità della scrittura cecoviana per esaltarne la straordinaria attualità creativa. Una tragicommedia delle occasioni mancate, ambientata in un paese devastato da un terremoto dove i personaggi tirano avanti come meglio possono. Non hanno più speranze, non hanno più illusioni, sono stanchi persino di desiderare e trascorrono il loro tempo rammaricandosi dei giorni passati e contemplando i loro fallimenti. “Uno zio Vanja”, di Anton Čechov, adattamento Letizia Russo, con Vinicio MarchioniFrancesco Montanari, Lorenzo Gioielli, Milena Mancini, Alessandra Costanzo, Nina Torresi, Andrea Caimmi, Nina Raia; scene Marta Crisolini Malatesta, costumi Milena Mancini e Concetta Iannelli, musiche Pino Marino, luci Marco Palmieri, regia Vinicio Marchioni. Produzione Khora.teatro, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana. A Milano, Teatro Franco Parenti, dall’8 al 17/3.

 

L’arrivista Tartufo

La trama del celebre capolavoro è a tutti nota: il protagonista, emblema dell’ipocrisia, indossa la maschera della devozione religiosa e della benevolenza per raggirare e tradire il suo sprovveduto e ingenuo benefattore Orgone. Tartufo è dunque un arrivista che veste i panni del virtuoso in odore di santità e Orgone è colui che gli regge lo specchio in un gioco di oscura manipolazione e dipendenza affettiva. «Il nostro spettacolo – spiega il regista Roberto Valerio – sarà una commedia molto divertente, che saprà unire la satira corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali; con una visione audace e contemporanea che sottolinea la crisi della nostra società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica». “Tartufo” di Molière, regia Roberto Valerio, con Paola De Crescenzo, Massimo Grigò, Elisabetta Piccolomini, Roberta Rosignoli, Luca Tanganelli, scene Giorgio Gori; costumi Lucia Mariani, luci Emiliano Pona, suono Alessandro Saviozzi. Produzione Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale. A Pistoia, Teatro Manzoni, dall’8 al 10/3; a Genova, Teatro Nazionale, dal 21 al 23; a Bologna, Teatro Duse, dal 5 al 7/4.

 

Regina Madre

Un dramma profondamente ambiguo, ambientato in un luogo della mente dove due attori del calibro di Fausto Russo Alesi e Imma Villa danno vita ad un vero e proprio duello tra madre e figlio, combattuto con quell’arma micidiale e fantastica che è la parola. Il continuo ricorrere dei personaggi alla bugia, il continuo oscillare tra verità e finzione, sono segni inconfondibili del testo sviluppati nella messinscena, per dichiarare da un lato il fascino dell’esercizio del potere e, dall’altro, l’incapacità di crescere, di diventare adulti e di liberarsi definitivamente della figura materna. Regina Madre” di Manlio Santanelli, regia Carlo Cerciello, con Fausto Russo Alesi, Imma Villa; scene Roberto Crea; costumi Daniela Ciancio; musiche Paolo Coletta; luci Cesare Accetta. Produzione Elledieffe e Teatro Elicantropo. A Roma, Piccolo Eliseo, fino al 17/3.

 

La realtà distorta di Alex

Hikikomori o ragazzi fantasma, così sono chiamati i giovani che non lavorano, non studiano, si chiudono in casa rifiutando qualsiasi tipo di contatto con l’esterno. Alex, il protagonista di Blatte, è uno di loro. La madre si risposa, dopo la morte del primo marito, ma il ragazzo non riesce ad accettare la nuova vita. Vive il proprio “esodo” personale autorecludendosi nel mondo fantastico della propria camera e negando la realtà: un Amleto contemporaneo immerso nel proprio male di vivere. Lo spettacolo racconta la realtà distorta di Alex attraverso un progetto performativo multimediale, che unisce recitazione, supporti audiovisivi e musica elettronica. “Blatte” di Michelangelo Zeno, regia Girolamo Lucania, con Stefano Accomo, Francesca Cassottana, Jacopo Crovella, Dalila Reas, habitat scenografico Andrea Gagliotta e Laboratorio Pietra / graphic&comics Alberto Ponticelli, light design di Alessandro Barbieri / sound design di Pietro Malatesta, colonna sonora originale Knobs Studio/ videomapping di Riccardo Franco Loiri. Produzione Compagnia Parsec Teatro coproduzione Grey Ladder Productions e Cubo Teatro. A Milano, Teatro i, dal 6 all’11/3.

 

Coppia isolata in un palazzo

Prima produzione autonoma del Nuovo Teatro Sanità di Napoli. Il titolo dell’opera richiama l’ambientazione della storia, che muove in uno dei tanti complessi abitativi appena fuori città, circondati, spesso, da alti oleandri. Qui, una giovane coppia decide di acquistare, con mutuo trentennale, un prestigioso appartamento di nuova costruzione. Col passare dei mesi i due si accorgono di essere gli unici abitanti del parco. A rendere complicata la situazione contribuiscono il licenziamento dell’uomo e l’irruzione di una strana presenza che alberga nel caseggiato abbandonato. In un crescendo di tensioni e suspense l’opera di Josep Maria Miró rivela quanto si cela dietro la cortina fiorita del perbenismo di questi anni, caratterizzati da un profondo distacco umano in ambito professionale e, di riflesso, nei rapporti personali, quasi a congelarli. “Nerium Park” di Josep Maria Miró, traduzione Angelo Savelli, regia Mario Gelardi, con Chiara Baffi e Alessandro Palladino. Teatro Nuovo di Napoli, dal 6 al 10/3; a Roma, Spazio Diamante, dal 21 al 24/3.

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