Lo Stromboli fa notizia

Fra eruzioni, inchini, incendi e nubifragi, lo Stromboli fa parlare di sé. La parola al geologo Fabio Tortorici
Il fumo si alza dal vulcano nell'isola di Stromboli, in Italia. Foto di archivio: AP/Salvatore Cavalli

L’isola di Stromboli, appartenente all’arcipelago delle Isole Eolie, in Sicilia, è da mesi che fa parlare di sé. Sebbene il suo vulcano, uno dei più attivi al mondo, sia caratterizzato da esplosioni regolari, di media energia, con intervalli che possono variare da secondi, a minuti, a diverse ore, il 9 ottobre è crollata una porzione del bordo craterico che ha dato origine ad un maestoso flusso piroclastico sulla Sciara del Fuoco, innescando onde di tsunami, che hanno destato preoccupazione alla popolazione, allertata dalla Protezione Civile a non uscire di casa.

È di qualche giorno fa, poi, la notizia di una nave fa crociera (la Balmoral) che, per regalare ai passeggeri lo spettacolo delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche delle Isole Eolie, con le loro colate laviche, ha intrapreso un’operazione azzardata, attraversando il tratto di mare, solitamente frequentato solo da pescatori, tra l’isola di Stromboli e il piccolo isolotto di Strombolicchio (residuo di un antico camino vulcanico), ripetendo quell’assurda manovra dell’inchino (che vien fatta nelle vicinanze d’insediamenti costieri, in modo da far rapidamente piegare e raddrizzare la nave da crociera, a mo’ di saluto verso chi osserva da terra) a cui assistemmo per il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio, il 13 febbraio del 2012.

Come se ne avesse preso coscienza, per evitare simili imprudenze motivate da banali scatti di foto, il vulcano Stromboli pare aver fermato, per ora, la sua attività esplosiva ordinaria, facendola scendere ad un livello basso. Permangono però giustificate limitazioni alle escursioni sul cratere, peraltro praticabili solo con l’ausilio delle guide vulcanologiche.

Stromboli risente, infine, di altre due nefaste notizie: sono 11 gli indagati (fra questi, dei vigili del fuoco, l’ex e l’attuale sindaco) dai pm di Barcellona (Me) per il rogo dello scorso 25 maggio, avvenuto sul set della fiction sulla Protezione civile; dopo il disastro ambientale (reato contemplato nell’art. 452 quarter che, se accertato, prevede la reclusione da 5 a 15 anni), l’isola è stata colpita ad agosto da un violento nubifragio che l’ha messa in ginocchio, devastando strade e abitazioni. Le attività commerciali sono rimaste ferme per tempo, la gente bloccata a casa dal fango. «Da maggio non si è fatto più nulla e questi sono i risultati» sosteneva la gente del luogo. Tanti e vari, dunque, i punti critici su Stromboli, e abbiamo dato la parola al geologo Fabio Tortorici (Consiglio Nazionale dei Geologi).

Vi è un legame fra gli incendi e il nubifragio che ha coinvolto lo Stromboli ad agosto?
La vegetazione rappresenta un bene sociale con più funzioni, esprimendo i suoi benefici sull’intero sistema uomo-ambiente e gli eventi di agosto a Stromboli sono un classico esempio di correlazione tra incendi e dissesto idrogeologico. Infatti, non vi è alcun dubbio che la devastazione operata a maggio da un incendio che ha distrutto la copertura vegetazionale sulle pendici del vulcano ha denudato il terreno, rendendolo più vulnerabile all’azione erosiva delle piogge e delle acque di ruscellamento superficiale. Il temporale che si è abbattuto il 22 agosto sull’isola, con la precipitazione di circa 60 mm di pioggia in un’ora, certamente, è un evento straordinario, ma essendo venuta a mancare l’azione delle foglie che rallenta l’impatto delle gocce al suolo e l’azione delle radici che trattiene il terreno, è stata profondamente inficiata la stabilità del versante, innescando una colata di detrito e fango, che rovinosamente ha raggiunto il centro abitato.

L’erosione vulcanica di ottobre potrebbe essere anch’essa una conseguenza della natura devastata?
L’incendio e il nubifragio sono, invece, scollegati con l’attività vulcanica di Stromboli esplicatasi ad ottobre, con il crollo di parte del bordo craterico, con le esplosioni e con lo scivolamento di materiale piroclastico sulla Sciara del Fuoco, che hanno innescato, come abbiamo saputo, quattro tsunami di modestissima intensità. Si è trattato, cioè, di attività ordinaria per un vulcano attivo, tra i più studiati e monitorati dai geologi.

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