Lo strano caso della pista da bob a Cortina

A Cortina, in Veneto, da tre anni si combatte perché non venga costruita un’inutile pista da bob olimpionica, sacrificando boschi e risorse, con finanziamenti che dovrebbero essere destinati ai bisogni primari dei cittadini. Sorprendentemente si è detto contrario anche il Parlamento che suggerisce di utilizzare le piste già esistenti
Presentazione del progetto delle Olimpiadi e paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Nella foto: Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani nel governo Meloni. Milano, 1 agosto 2023. Foto: LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

La Terra che freme, che piange davanti a tanti drammi di cui è oggetto, e con lei milioni di persone, è l’immagine risvegliata da numerose vicende che vedono anche in questi giorni al centro dell’attenzione la deturpazione del suolo, dalla montagna al mare, l’inquinamento generale, dalle acque ai terreni. Urlano i giovani chiedendo rispetto di accordi e progettualità sinceramente perseguite, denunciano i falsi annunci e le mendaci prese di posizione di adulti troppo coinvolti e tesi forse a perseguire un proprio ottuso interesse o obbedienti alle leggi del mercato e dei signori della finanza.

In questi ultimi tre anni un piccolo, ma tenace popolo italiano si sta battendo per il rispetto di un bene prezioso, che popola fiabe e sogni, ricordi e storia: Cortina, un nome dolcissimo che sa di fate e regine, di famiglie immerse nel verde dei loro e dei nostri boschi, in silenzio ad ascoltare fronde sentinelle, ruscelli canterini e melodie di uccelli in adorazione dei raggi di sole.

Ecco in questo angolo ampezzano sta accadendo un altro sfregio che nessuno vuole. Le risorse pubbliche di 124 milioni di euro dovrebbero servire per… la sanità così sofferente e allo sbando? La scuola in grave difficoltà diffusa in tutti gli ambiti, educativi e strutturali per cui servono risorse? Le famiglie in difficoltà? No. Vogliono costruirci una nuova pista da bob e relativi ambienti sportivi annessi per le Olimpiadi, costosissima nel tempo, inutile dopo i pochi giorni di utilizzo e che sarà un peso sulle spalle anche di chi è appena nato.

Spiega la Consigliera Regionale del Veneto Cristina Guarda: «Nei prossimi 3 giorni verrà deciso se continuare ad accanirsi per la costruzione dell’opera che il Comitato Olimpico Internazionale ha consigliato di NON realizzare», preferendo l’uso di una pista esistente, perché «continuiamo a sostenere che il costo opportunità per un contributo di fondi pubblici così importante non sia favorevole e rischi realmente di pesare sulle future generazioni». Lo scriveva il direttore generale del CIO in una lettera al presidente Zaia e alla Regione Veneto nel gennaio 2021, aggiungendo che: «Come abbiamo detto in molteplici occasioni, la nostra ferma raccomandazione è non intraprendere alcun lavoro sulla Pista da Bob di Cortina per le Olimpiadi invernali 2026, è basata su un’esperienza mondiale».

Di fronte ai messaggi accorati del Comitato Olimpico, al recentissimo voto unanime della Camera dei Deputati per fermare la costruzione di una nuova pista da Bob a Cortina e alle manifestazioni che ormai da 3 anni riempiono le strade di Cortina con centinaia di cittadini ampezzani, veneti e non, sorprende che un presidente di Regione scelga di continuare a premere l’acceleratore per usare 124 milioni di euro di soldi dello Stato italiano, soldi pubblici, per costruire un’opera che andrà in rosso ogni anno di utilizzo, perdendo minimo 500.000 euro all’anno per gli esosi costi di gestione.

È scelta inaccettabile perché abbiamo le alternative (ndr. alternative a cui il Parlamento invita a guardare per la soluzione ottimale del problema): una proposta dai gestori della pista esistente più vicina, quella di Innsbruck (12,5 milioni per il noleggio e l’organizzazione di tutta la gara Olimpica ed i test di prova, il 10% del costo della sola ricostruzione totale della Pista a Cortina) e la possibilità di usare una pista “naturale” a St. Moritz, ricevendo una deroga dal CIO e dalle Federazioni di Slittino, Bob e Skeleton.

Ma una pista potrà essere adoperata in seguito? No, i soldi pubblici spesi serviranno pare a sostenere l’orgoglio veneto, accenna il presidente della Regione, che si dice disposto ad abbattere la pista e annessi dopo l’utilizzo per i 50 sportivi previsti, per evitare le enormi  spese di mantenimento.

Ora, qualsiasi cittadino di buon senso non può fare altro che sentire propria tutta l’angoscia dei cittadini ampezzani che hanno visto accorrere alle dimostrazioni di denuncia italiani da tutta Italia. L’altrui montagna amata come la propria, si direbbe… E a questi cittadini si uniscono con tenacia amministratori locali e politici autorevoli e documentati, incoraggiati ora anche dal forte pronunciamento del Parlamento.

Commenta Cristina Guarda: «Non possiamo tollerare come cittadini, tanto più se credenti, che in un’epoca di riduzione della qualità dei servizi pubblici e di aumento di povertà siano spesi centinaia di milioni di soldi pubblici per una sola questione di “orgoglio”… Si è perso il senno. Il monito di papa Francesco con i messaggi sull’Ecologia Integrale e sulla necessità di imprenditori che non guardino solo ai soldi, dovrebbero ravvedere anche i politici che oggi premono sul governo e le categorie per realizzare un’opera milionaria per 50 atleti italiani, a tutti i costi».

Certo i numeri qui riportati da Guarda  sono decisamente fonte di stupore e si fa appello quindi al buon senso ma anche al rispetto della Terra, delle persone e di chi per questi territori ha combattuto e dato la vita. Siano essi ambientali (3 ettari di bosco centenario da abbattere e 22 milioni di litri d’acqua potabile all’anno per ghiaccio e raffreddamento), sociali (cantiere ridotto da 40 a 26 mesi, 3 turni anche in pieno inverno, con rischi per lavoratori, viabilità da rifare, 2 attività ampezzane chiuse più un parco giochi da smantellare, costato a Cortina 1,5 milioni ed appena inaugurato, nel 2021) ed economici (Cortina dovrà sostenere i costi futuri dell’impianto, 1,5 miliardi il primo anno solo parzialmente coperti dalle vendite dei biglietti del Taxi Bob per turisti: il sindaco ha dichiarato di non avere alcuna garanzia per coprire col bilancio comunale le perdite).

Si chiede al presidente Zaia e a tutto il Consiglio Veneto di essere buoni amministratori, «di comportarsi come buone Madri e buoni Padri di famiglia. Uomini e Donne responsabili e orgogliosi di battagliare non per una pista, ma per il diritto alla cura, il diritto ad una vita dignitosa, il diritto di abitare in un ambiente sano e sicuro».

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