Lo stato dell’Unione europea nel 2022

Ne suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea delinea le priorità dell’Europa in vista di un rigido inverno, impegnandosi a integrare l'Ucraina e ridurre le bollette energetiche degli europei
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Foto: AP/Jean-Francois Badias

Come ogni anno, a settembre, è tempo di fare il punto sullo stato dell’Unione europea (Ue). Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha pronunciato il suo terzo discorso sullo stato dell’Unione, davanti al Parlamento europeo riunito a Strasburgo. La presidente ha posto l’accento sulla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina con una serie di ripercussioni sull’Europa.

Vestita di blu e giallo, ella ha affrontato le questioni legate alla crisi ucraina per gran parte del suo discorso, ribadendo il sostegno all’Ucraina nella lotta contro gli invasori russi. Ella ha promesso finanziamenti per ricostruire il Paese. Ha promesso di non rinunciare alle sanzioni dell’Ue contro la Russia. Ha annunciato che si sarebbe recata in Ucraina dopo il discorso per discutere dell’accesso dell’Ucraina al mercato unico europeo. In realtà, molte delle promesse fatte potrebbero richiedere molto tempo per essere realizzate, semmai lo saranno effettivamente.

Ursula von der Leyen ha affermato che «la posta in gioco è alta, non solo per l’Ucraina, ma per tutta l’Europa e per il mondo intero». Infatti «saremo messi alla prova. A farlo saranno coloro che vogliono approfittare della minima divisione tra di noi. Questa non è solo una guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. È una guerra contro la nostra energia, la nostra economia, i nostri valori e il nostro futuro».

La presidente è stata poi ancora più severa, osservando che si tratta di «uno scontro tra l’autocrazia e la democrazia», laddove «la solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Ucraina resta salda. L’Europa è al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno, con armi, fondi, ospitalità per i rifugiati. E con le sanzioni più severe che il mondo abbia mai visto».

La crisi energetica scatenata dall’aumento del prezzo del gas a seguito delle sanzioni europee contro la Russia ha generato una spinta inflazionistica ed una carenza di fonti di energia che avrà un impatto sulla vita degli europei il prossimo inverno. Nel 2021, il gas russo rappresentava il 40% delle importazioni di gas dell’Ue, mentre oggi la percentuale è scesa al 9% per il gas via gasdotto. Per di più, la crisi climatica incide pesantemente sulle bollette: le ondate di caldo fanno crescere la domanda di energia elettrica, mentre la siccità costringe a chiudere le centrali idroelettriche e nucleari. Di conseguenza i prezzi del gas sono aumentati di oltre 10 volte rispetto a prima della pandemia.

L’idrogeno può essere la chiave di volta per l’Europa, passando da un mercato di nicchia a un mercato di massa. Con REPowerEU, l’Ue ha raddoppiato il proprio obiettivo: entro il 2030 produrre nell’Ue dieci milioni di tonnellate d’idrogeno rinnovabile all’anno. Per riuscirci dobbiamo creare un facilitatore di mercato per l’idrogeno così da colmare la carenza di investimenti e collegare la domanda e l’offerta future. Per questo motivo la Commissione europea vorrebbe creare una nuova Banca europea dell’idrogeno che contribuirà a garantire l’acquisto di idrogeno rinnovabile e potrà investire 3 miliardi di euro per aiutarci a costruire il futuro mercato dell’idrogeno.

Non poteva mancare un riferimento a NextGenerationEU, che ha costituito un’iniezione di fiducia per l’economia dell’Ue. E il suo cammino è appena iniziato: finora sono stati erogati agli Stati membri 100 miliardi di euro, il che significa che 700 miliardi di euro non sono ancora confluiti nella nostra economia. NextGenerationEU garantirà un flusso costante di investimenti per sostenere l’occupazione e la crescita. Inoltre, la presidente dell’esecutivo dell’Ue ha proposto che il 2023 diventi l’Anno europeo delle competenze e della formazione continua.

Secondo von der Leyen, «le istituzioni democratiche devono costantemente conquistarsi e riconquistarsi la fiducia dei cittadini. Dobbiamo essere all’altezza delle nuove sfide che la storia continuerà a porci. Proprio come lo sono stati gli europei quando milioni di persone provenienti dall’Ucraina hanno bussato alla loro porta. Questa è la migliore espressione dell’Europa: un’Unione fatta di determinazione e solidarietà».

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