L’Istruttoria per Fava

Fuor di retorica, ci sono spettacoli necessari, urgenti. Che servono alla coscienza e alla riflessione personale e collettiva. Per non dimenticare. L’istruttoria di Claudio Fava con la regia di Ninni Bruschetta (Nutrimenti Terrestri), è uno di questi. Uno spettacolo importante, modello esemplare di teatro civile che mette in scena gli atti del processo per l’omicidio del giornalista Giuseppe Fava avvenuto a Catania vent’anni fa, personaggio scomodo alla mafia per aver denunciato un sistema di collusioni col potere politico ed economico. A spendersi nell’impresa appassionata di ricordare una pagina viva di storia personale e del nostro Paese, è stato il figlio Claudio (giornalista ed eurodeputato, scrittore e sceneggiatore del celebre film I cento passi) che ha tratto dall’enorme malloppo di seimila pagine di verbali, una drammatizzazione che fa leva su alcune testimonianze di personaggi alcuni dei quali oggi ancora vivi o in posti di potere. La vibrante messinscena, che vede sfilare diverse deposizioni – dal collega all’amica, dall’onorevole al pentito, dal giornalista al killer, al cugino del boss – si sviluppa come un oratorio al quale prestano voce due bravissimi interpreti: Claudio Gioè e Donatella Finocchiaro, i quali vivono quel dramma secondo due diverse sensibilità. E Gioè, attore di razza, è magistrale nel mutare di registri vocali, di pose e atteggiamenti, che si fanno dolenti e grotteschi, comici e violenti. Di toccante verità umana. Che risalta sullo sfondo delle suggestive musiche mediterranee dal vivo del gruppo Dounia.

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