L’incredibile estate del komandante

Il signor Rossi m’è sempre sembrato un pelo sopravvalutato, e continuo a pensare che come per tante altre rockstar saranno soltanto i tempi lunghi a decretarne davvero la consistenza. Ma quest’estate il suo verdetto l’ha dato: come lui nessuno mai, soprattutto in Italia

Chi l’avrebbe mai detto? Ricordo appena quando il signor Rossi Vasco, uno spiantato deejay della Bassa, s’affacciò sui mercati, giusto 40 anni fa. Con quel suo cantare strascicato e sbilenco, quelle canzoncine stralunate e proprio per questo così personali, sembrava solo una delle tante meteore che illuminavano per un attimo i cieli del music- business per poi sparire. Tutto cambiò con Vado al massimo – penultima al Sanremo del 1982 ma benedetta dai mercati – e da allora il Blasco non s’è più fermato, nonostante qualche problemino giudiziario, ha continuato a sfornare dischi e a inanellare tour sempre più acclamati.

Eppure nessuno avrebbe immaginato il concertone del 1° luglio e la folla transgenerazionale dei 225 mila assiepati al Modena Park: un record mondiale per un singolo artista.

Ci hanno provato in molti a spiegare il senso e le radici di tanto affetto, di tanta empatia col proprio pubblico, di  tanta  adorazione. E l’estrema sintesi sta che nelle sue canzoni è compressa l’essenza stessa di un eterno presente continuamente cangiante, eppure nella sua essenza, sempre uguale a sé stesso: la sua liquida ondivaghezza, i pensieri deboli su cui poggia, l’indeterminatezza crescente con cui le varie generazioni giovanili si sono affacciate alle loro vite, cui il Nostro ha quasi sempre saputo offrire la perfetta colonna  sonora  dei loro mood e delle loro emozioni. Così, uno slogan appresso all’altro, il Nostro ha assemblato una specie di puzzle della postmodernità: un patchwork d’istantanee sfuocate non per imperizia ma perché erano i soggetti stessi ad apparire sfumati e sfuggenti.

E tuttavia a me il signor Rossi m’è sempre sembrato un pelo sopravvalutato, e continuo a pensare che come per tantealtre rockstar saranno soltanto i tempi lunghi a decretarne davvero la consistenza. Ma quest’estate il suo verdetto  l’ha  dato: come lui nessuno mai, soprattutto in Italia: con  buona  pace  del Liga e delle centurie dei suoi rosicanti epigoni. Nonno Vasco ha colpito ancora e non ha alcuna intenzione di fermarsi: per Natale il concertone arriverà anche al cinema (con riprese diverse da quelle televisive), seguito a ruota da un dvd che si preannuncia fin d’ora come uno dei best- seller della prossima primavera.

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