L’impresa al femminile

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Lui è commerciante, è pratico di computer, telefonini, video camere. Si riposa montando filmetti, scaricando programmi da internet. Anche i figli, due maschi, sono nati col telefonino in mano e la consolle in camera. Lei. Anche lei è commerciante. Persona intraprendente, intelligenza notevole, spirito imprenditoriale. Non mandatele un sms. Non lo leggerà mai. Né un’e-mail. Avrebbe la stessa sorte. Non aspettatevi che vi chiami se non ha con sé la rubrica. Rigorosamente di carta. La famiglia in questione, ve lo garantisco, esiste realmente. E forse non è l’unica con queste caratteristiche. Uomini super tecnologici, donne meno, molto meno. Eppure la tecnologia è donna, almeno come sostantivo. Nella realtà, invece, sembra appannaggio prevalentemente mascolino. Almeno da una certa età in poi. Per le nuove generazioni le cose stanno cambiando. Perché questo binomio donnetecnologia apparentemente impossibile non sia più tale o lo sia sempre meno, qualcuno ci sta mettendo del suo. Sono donne che lavorano per le donne, mamme che in prima persona si trovano nella condizione, diffusa tra il gentil sesso, di dover conciliare tempo del lavoro e vita privata. E a pensare un programma è stato niente poco di meno che il colosso della rete, Microsoft, che da qualche tempo promuove futuro @l femminile, un progetto no profit dedicato alle donne per diffondere la consapevolezza che la tecnologia può essere loro alleata. Realizzato in collaborazione con Accenture, Hewlett Packard ed Intel, questo progetto vuole valorizzare infatti il contributo che le nuove tecnologie possono dare nell’aiutare le donne ad esprimere il loro potenziale, un territorio non più solo maschile, ma al servizio delle donne nei loro molteplici ruoli di studentesse, madri, lavoratrici. Futuro @l femminile si snoda lungo quattro linee di sviluppo: donne e lavoro, donne e studio, donne e vita quotidiana, donne in azienda. Qualche dato. All’università le ragazze, sebbene numericamente superiori ai colleghi maschi, affollano prevalentemente le facoltà umanistiche e quelle del gruppo medico, molto meno quelle tecnico- scientifiche. Se le donne aspirano ad un ruolo professionale di rilievo, l’Europa non fa per loro, e, tra i paesi comunitari, a star peggio è proprio l’Italia. Le donne manager sono appena il 18 per cento. Tra gli ostacoli, la scarsa flessibilità degli orari di lavoro e la poca diffusione del lavoro da casa, dovuta ad una mentalità che lega la produttività alle ore trascorse in ufficio. È in questo contesto che si inseriscono i corsi gratuiti Impres@donna e Mamme@web, partiti da poco, che toccheranno nove città italiane. I primi si rivolgono a donne che vogliono avviare un’impresa; i secondi a mamme che vogliono farsi aiutare dalla tecnologia nella gestione dei mille impegni quotidiani o nel rientro al lavoro dopo una maternità. Ne parliamo con Roberta Cocco, direttore comunicazione di Microsoft e responsabile del progetto futuro@ l femminile. È un progetto a responsabilità sociale che Microsoft ha creato per divulgare il più possibile quanto la tecnologia possa essere di aiuto alle donne in tutti gli ambiti, sia nella sfera professionale che personale, che nella fase di decisione di un percorso di studio – mi spiega -. Per noi la cosa fondamentale è comunicare le varie esperienze che facciamo e quindi far conoscere che le potenzialità al femminile si possono esprimere anche con l’ausilio della tecnologia, che purtroppo da noi donne è spesso vista come un nemico. La tecnologia, invece, può essere un grande alleato soprattutto se si è donne e quindi si incarnano più ruoli. Ce ne siamo rese conto con un gruppo di colleghe che vivono in ambienti prettamente maschili com’è quello dell’information technology. Avere la possibilità di connessione da casa, ad esempio, può significare non dover andare tutti i giorni in ufficio, avere la possibilità di fare la spesa via Internet significa non perdere due ore al supermercato… Per noi è importante che il progetto sia di totale responsabilità sociale e quindi non abbia alcuno scopo commerciale, tant’è che quando proponiamo a degli sponsor di partecipare al progetto chiediamo di siglare con noi un accordo che li impegni a non commercializzare i loro prodotti. Tanti sono stati i partner di questo progetto. Sì, Microsoft ne è l’ideatore – sottolinea la Cocco – ma Accenture ed HP sono stati i partner principali. Sono importanti perché le grandi idee senza soldi rimangono grandi idee, con qualche soldino diventano progetti concreti. Per ciascun progetto poi ne abbiamo altri come Disney channel, Chicco, Wella, Patti chiari, il Forum della Pubblica Amministrazione, Adecco…. Non solo filantropia, evidentemente. Futuro @l femminile è al suo secondo anno pieno di progetto, ed anche Mamme@web è alla seconda edizione dopo quella della primavera scorsa che ha ottenuto un grande successo sia di pubblico ma soprattutto di comunicazione, come afferma Roberta Cocco. Le mamme fanno un corso di quattro ore per conoscere le possibilità che la tecnologia offre anche per risolvere piccole incombenze quotidiane che comunque, per chi è mamma e non ha mai tempo possono essere molto utili: come gestire un conto corrente on line, fare la spesa via Internet, pagare una bolletta, mandare una raccomandata o pagare una multa, tutto ciò che può facilmente essere risolto attraverso l’utilizzo di un computer. L’età dei partecipanti è varia: ci sono mamme molto giovani con bambini piccoli e mamme più mature ed anche nonne, perché il tempo è prezioso per tutti. Abbiamo persone che sono uscite dal mondo del lavoro perché hanno avuto dei figli e vogliono comunque rimanere aggiornate e persone che lavorano ma vogliono conoscere di più, oppure persone che pensano di fare qualcosa di diverso rispetto alla professione attuale. L’unico comune denominatore è quello di essere donna. La cosa singolare è che a questi seminari invitiamo le mamme e proprio grazie a due sponsor importanti come Disney Channel e Chicco accogliamo anche i bimbi che vengono intrattenuti da personale specializzato. I corsi alle mamme vengono tenuti da personale delle aziende sponsor che mettono a disposizione il loro tempo libero. La stessa Roberta Cocco che è l’ideatrice del progetto, lo scorso anno ha fatto anche l’insegnante. Quest’anno le è stato impossibile: è arrivato infatti il terzo bimbo che ha appena quattro mesi, mentre i più grandi hanno 4 e 2 anni. A questo punto la domanda su come conciliare tempo del lavoro e vita privata si fa d’obbligo. In realtà questo è sicuramente l’aspetto più difficile che la donna deve affrontare – afferma la mia interlocutrice -. Continuare il proprio percorso di carriera e conciliare la famiglia rende veramente difficile per una donna il poter fare tutto bene. Io non voglio dire che la tecnologia sia la panacea di tutti i mali perché non è così, ma sicuramente aiuta in alcune cose. Ad esempio per chi è mamma è importante avere la possibilità di lavorare da casa se un bambino non sta bene. Con le aziende partner di questo progetto stiamo facendo degli esperimenti di telelavoro, oppure di fissare alcune giornate in cui si lavora tutti da casa. Rendiamoci conto che non tutte le mamme sono così fortunate da poter avere dei servizi sociali a supporto. Io vivo in una realtà come Milano e, può sembrare assurdo, ma gli asili nido scarseggiano; quindi molto spesso le mamme che non hanno le possibilità offerte dai nonni si trovano a dover fare delle scelte. Anche questo può essere un piccolo contributo per aiutare e agevolare in qualche modo la vita delle mamme. Sentiamo qualcuno che di Mamme@web ne ha usufruito. La signora Bianca Bianchi – l’ho conosciuta davvero, non è quella della pubblicità di Dash – ha partecipato al corso di Milano. È stato molto interessante ed utile – dice -. Il corso si è svolto nelle sale laboratorio della sede di Microsoft. Anche se abbastanza numerose, più di una cinquantina, siamo state seguite bene dall’equipe di ogni aula. Lo staff ha cercato di darci spiegazioni semplici ed efficaci. È stato importante capire i meccanismi di funzionamento dei vari programmi, scoprire le possibilità che l’uso del pc e delle rete offre. Corsi così ci aiutano a non sentirci penalizzate perché non sappiamo usare le nuove tecnologie, ad avere le idee più chiare su quello che il mondo delle comunicazioni offre. L’unica cosa negativa è la brevità del corso, ma capisco che dovendolo offrire gratis occorre reperire fondi. È stata comunque una grossa opportunità. Chissà come sarà questo futuro al femminile!

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