L’importanza di tendere la mano

Un incontro sul tram con un uomo in preda ai fumi dell’alcol diventa occasione per vedere oltre il suo aspetto e i suoi comportamenti.

Mi ero proposta di vivere la Parola del Vangelo perché avevo capito che la presenza di Dio non è solo per me una ricchezza, ma attraverso di me posso farLo vedere agli altri. Lui solo infatti è la vita per ognuno, con tutti i vantaggi che la vita vera porta. Ero in tram, era mezzo pieno, tornavo verso casa.

Ad una fermata si sente uno strepito spaventoso. È un uomo che grida con una voce cattiva contro alcune persone (poi ho capito che era islamofobo) e si batte violentemente la fronte con la mano. Tutti si scansano come possono. Venendo verso il posto dov’ero seduta (io alla finestra) gli faccio segno di silenzio con la mano.

Lui si schianta sul sedile accanto al mio. Un tanfo di alcool e la vicinanza del suo corpo in questa giornata afosa mi fanno quasi sentir male. Continua da lì la sua performance, al che gli parlo tranquillamente. Prima di tutto non voglio rifiutarlo. Comincia a calmarsi. Stranamente mi chiede di dove sono (non me lo chiede mai nessuno). Lui è russo e continua a gridare che l’islam ci ha tutti travolti. “Ho bevuto troppo alcool”, ammette. Gli dico che è vero, e che quando arriva a casa, beva qualcosa di più leggero. Devo scendere e passare davanti a lui. Mi tende la mano, sporca. La prendo perché me la tende dal cuore. Si è calmato intanto.

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