L’imbroglio e la cabina

Giorni fa eravamo stretti dal bisogno di una grossa somma di denaro per saldare un debito. Quella mattina un cliente è passato dal nostro negozio di auto usate con l’intenzione di comperarne una per un importo che era esattamente quello di cui avevamo bisogno. Dopo aver concluso le trattative, lui ci ha fatto una proposta non secondo il nostro modo di fare: voleva che applicassimo sulla macchina un adesivo con la marca “Yamaha”. Non me lo sarei mai aspettato da lui, anche se questa è prassi comune nel nostro mercato. Avevo solo nel cuore la Parola di vita: “Non di solo pane vive l’uomo…”. Per un attimo, sgomenta, ho pensato che avremmo potuto perdere questo grosso affare, ma dopo essermi confrontata, con mio marito, è stato chiaro che non potevamo cedere e tradire le nostre coscienze come cristiani. Quel cliente ci ha guardati sorpreso, e saputo che eravamo cattolici, si è rasserenato: “Oggi – ha detto – ho visto cos’è avere fede. Non preoccupatevi, comprerò da voi”. E ci ha pagato, aggiungendo: “Grazie, perché ho imparato qualcosa di molto importante. Ero anch’io un buon cristiano, ma vedendo come fanno gli altri nel loro commercio, mi sono lasciato prendere dalla tentazione. Da ora in poi non lo farò più”. A. G. – Nigeria È il periodo delle vacanze. Eugen e Inger hanno una nidiata di cinque bambini, il più piccolo dei quali ha solo qualche mese. Pensando giunto il momento di far conoscere ai nonni i nipotini, si imbarcano per la Scozia. Dato che non vivono nell’abbondanza, hanno prenotato per tutta la famiglia una cabina di quelle più a buon prezzo, vicino ai motori. Per il fracasso nessuno riesce a dormire; in quello spazio ristretto i bambini, due per cuccetta, non riescono a muoversi. Nell’affrontare il viaggio di ritorno, Matthias che ha otto anni propone: “Papà, non abbiamo qualche corona in più per prenotare una cabina un po’ più confortevole?”. Eugen conta i soldi che rimangono e risponde: “No, non ne ho abbastanza, ma potete sempre pregare perché possiamo avere una cabina migliore”. All’imbarco c’è caos, dovuto al fatto che nel computer dove sono registrate tutte le prenotazioni s’è cancellato il programma. Il controllore, vedendo che nell’auto di Eugen ci sono dei bambini, gli fa cenno di salire sulla nave e aggiunge: “Eventualmente potete dormire in macchina”. Già questa è una “fortuna”, in quanto Eugen è riuscito a racimolare i soldi solo per pagare la nave, ma non per prenotare la cabina. Dopo un paio di ore, impietosita nel vedere i bambini così stanchi, una signora del personale apre per loro due comode cabine sul ponte superiore. Matthias esclama: “Papà, abbiamo pregato troppo!”. E. I. – Olanda

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