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Se l’idea di sbagliare è inaccettabile

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

Ammettere i propri errori non è facile, per molti quasi impossibile. La smania di perfezionismo ci chiude in una morsa di comportamenti malsani che impediscono la crescita personale e ostacolano le relazioni. Ma se ne può uscire

Sbagliare errore
(Foto: Pexels)

Come esseri umani, è naturale agire nel nostro interesse personale e proteggerci dalle minacce, sia fisiche che psicologiche, ma tutto ciò è ben diverso dai comportamenti egoistici. Quando infatti questo atteggiamento sfocia nell’egoismo, ovvero quando il proprio io prende il sopravvento e si concentra esclusivamente sul raggiungimento dei propri desideri e bisogni, può essere più dannoso per sé stessi che una forma di auto protezione.

Iniziamo quindi a vivere nella bolla del cosiddetto perfezionismo, dicendoci cose come: “Devo sempre avere ragione e non posso commettere mai errori“, e di conseguenza ammettere che si ha torto interrompe questo senso di orgoglio e fa credere di essere e di apparire deboli, portando a ulteriori comportamenti auto-sabotanti.

Per molte persone, infatti, l’idea di sbagliare è un qualcosa di inaccettabile e spesso si può arrivare a negare o trasformare la realtà pur di non ammettere i propri errori, ma sia che si neghi, giustifichi, incolpi o ignori l’errore, comunque la verità è sempre quella: proprio come tutti nel mondo, anche noi a volte commettiamo sbagli.

Può essere difficile riconoscere e ammettere quando abbiamo commesso un errore o portato avanti una convinzione errata, ma soprattutto per alcuni, la difficoltà più grande è quella di ammettere la propria colpa. Questo atteggiamento poi può diventare uno schema così ricorrente che pur impedendo la crescita personale e ostacolando le relazioni, lo si porta avanti lo stesso per motivi di orgoglio. Questo orgoglio si può manifestare in molti modi, ad esempio creando un falso senso di diritto o di superiorità, ovvero si può pensare che le regole non si applicano a noi e che siamo irreprensibili, oppure rimanendo di mentalità chiusa nel senso che accettiamo la sola realtà che noi stessi creiamo, o altrimenti ricercando informazioni che confermino le nostre convinzioni.

Inoltre anche le esperienze passate giocano un ruolo importante nel plasmare le proprie convinzioni e comportamenti attuali, inclusa la nostra capacità di assumerci la responsabilità dei nostri errori. Ad esempio a volte alcune esperienze infantili quali l’essere stati sminuiti o puniti per i più piccoli errori, l’essere stati giudicati principalmente sulla base dei propri successi e fallimenti, e l’aver visto raramente i propri genitori esprimere rimorso, compassione o perdono, possono portare le persone a sentirsi insicuri nel riconoscere i propri errori e le proprie mancanze. Un ambiente infantile non favorevole che ha guardato dall’alto in basso l’errore umano può infatti insegnarci a nascondere i nostri sbagli e sviluppare modelli di comportamento malsani da adulti. Questo ci fa difendere piuttosto che imparare dai nostri errori.

Tuttavia, c’è un raggio di speranza.

Perché è stato visto che quando le persone si rendono conto che la personalità è un’entità malleabile e non fissa, è più probabile che ammettano i propri errori. Infatti quando si comprende che gli errori sono un trampolino di lancio verso una versione migliore di sé stessi, si è più propensi a riconoscerli e a vederli come una opportunità di crescita.

In altre parole, assumersi la responsabilità è il primo passo verso il cambiamento e credere che il cambiamento possa avvenire è il precursore dell’assunzione di responsabilità.

Di certo un ottimo modo per iniziare il percorso di auto-miglioramento è esplorare i motivi per cui è così difficile per noi ammettere i propri difetti, e quindi con amore, sostegno e aiuto professionale, si può sviluppare l’umiltà di riconoscere e imparare dalle battute d’arresto, ma soprattutto scusarsi, ammettere un errore o cambiare una convinzione errata può essere tutto di guadagnato.

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