Libertà di credere

Il cardinale Rylko al ritiro annuale dei focolarini, invoca tolleranza e rispetto per i cristiani perseguitati.
Stanislaw Rylko

«Mi ha spinto un bisogno del cuore», così ha esordito il cardinale Stanislaw Rylko intervenendo ad uno dei ritiri annuali dei focolarini a Castelgandolfo, lo scorso cinque gennaio. La sua è stata una testimonianza «di affetto e gratitudine da parte della Chiesa», come ha sottolineato più volte. Il presidente del Pontificio consiglio per i laici, si è soffermato sul dono del carisma dell’unità alla Chiesa e al mondo di oggi, evidenziando l’esperienza di comunione che Chiara Lubich ha lasciato come eredità e ponendo un particolare accento sulle nuove stagioni che attendono tutti i membri del movimento.

Dalle esortazioni, il cardinale è passato alle confidenze, soffermandosi sulle drammatiche persecuzioni dei cristiani in vari Paesi nel mondo: «un mondo sempre più diviso, frammentato, in cui al posto della carità e dell’amore, regna l’odio, la divisione». 

 

Quelli che potrebbero diventare muri di diffidenza e di chiusura per Rylko diventano invece sfide a cui i movimenti devono e possono rispondere con la missione, soprattutto nei Paesi di frontiera dove la testimonianza «conta più di molte parole». L’analisi del porporato fotografa la vita dei cristiani in Asia – dove in più di trenta Paesi la libertà religiosa è molto limitata o addirittura inesistente – e continua con il Medio Oriente, in cui sembra in atto una strategia di lenta e inesorabile diminuzione della presenza cristiana.

 

In questo contesto si inserisce anche l’Europa, che in nome di «una tolleranza che vuole essere tollerante elimina totalmente i segni della fede nella vita pubblica». Un quadro fosco, che nella condivisione sembra aprirsi a spiragli di luce e di speranza. «Sentirsi vicini a questi nostri fratelli, sentirsi uniti con loro, far sentire che la Chiesa soffre insieme con loro» è quello che auspica e chiede insistentemente il cardinal Rylko, «perché abbiano la forza di resistere e non arrendersi».

Maria Voce si è fatta interprete degli oltre mille presenti e non solo di loro e ha assicurato il cardinale «di mettercela tutta nel testimoniare e nel donare il carisma di comunione di Chiara, alla Chiesa e all’umanità».  A noi che viviamo in Paesi dove invece la libertà c’è, l’appello accorato di Rylko interroga e rimanda a quella prima comunità cristiana, dove tutto era di tutti, non solo i beni, ma anche le sofferenze e le tribolazioni.

 

A conclusione, il cardinale ha salutato trenta focolarini appartenenti ad altre Chiese cristiane. «Voi siete la prova che lo Spirito soffia oltre le frontiere – ha commentato visibilmente sorpreso –. Siete semi e pianticelle di una cristianità già unita, siete sentinelle del mattino, che annunciano novità».

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