Liberarsi dal pensiero eccessivo

Pensare troppo danneggia la nostra capacità di prendere decisioni e il nostro benessere, aumentando il rischio di problemi di salute mentale. Quali passi per uscirne?
pensiero
Foto Pexels

Ti è mai stato detto: «Ci stai pensando troppo»? Se la risposta è affermativa allora non sei solo, e non è poi così raro trovare persone che hanno familiarità con l’esperienza del pensiero eccessivo. Questo tipo di modalità di pensiero si riferisce a un modo di pensare ripetitivo e improduttivo su problemi passati o futuri. Quando la modalità di pensiero diventa eccessiva anche lo stato d’animo ne risente, che a sua volta va ad esasperare il pensiero peggiorando ancora di più l’umore. Questo ciclo è in parte mantenuto dalle convinzioni degli iper pensatori secondo cui concentrarsi sulle cause e sulle conseguenze dei loro problemi porterà a soluzioni positive.

Rimpianti e risentimenti potrebbero rientrare in questa categoria: ti sei sentito triste perché non hai preso una strada diversa nella vita o arrabbiato perché un’altra persona ti ha trattato male? O forse continui a pensare alla cosa imbarazzante che hai detto durante una riunione la scorsa settimana. Indipendentemente da cosa pensiamo, potremmo pensare troppo al passato in modi che non ci aiutano nel presente o nel futuro.

Ma è anche possibile pensare troppo ad aspetti del presente o del futuro. Per quanto riguarda il presente potremmo chiederci giorno dopo giorno se siamo nella relazione, nel lavoro o nella città giusta, invece pensare troppo al futuro spesso rientra nella categoria della “preoccupazione”. Potremmo essere preoccupati per qualcosa a breve termine come una presentazione imminente per la scuola o il lavoro, oppure potremmo essere focalizzati su preoccupazioni esistenziali più a lungo termine, come «Mi sentirò mai realizzato nella vita?» o «E se non trovassi mai un partner?».

Quando pensiamo troppo, probabilmente stiamo cercando di risolvere un problema nella nostra vita. A livello più elementare, rimaniamo agganciati ai nostri pensieri perché il pensiero ci dà un senso di controllo, ci fa sentire come se stessimo facendo qualcosa per noi stessi, lavorando per conto nostro. Ma in realtà pensare troppo danneggia la nostra capacità di prendere decisioni. Pensare troppo non è solo inutile ma può danneggiare attivamente anche il nostro benessere perché soffermarsi sui propri difetti, errori e problemi aumenta il rischio di problemi di salute mentale. E man mano che la salute mentale diminuisce, la tendenza all’iperpensiero aumenta, portando a un circolo vizioso difficile da spezzare. Piuttosto, cerchiamo di soffermarci nel cercare soluzioni.

Chiediamoci quali passi possiamo fare per imparare da un errore o evitare un problema futuro, e invece di chiederci perché è successo qualcosa, chiediamoci cosa possiamo fare al riguardo. Mettere fine a previsioni catastrofiche e ripensamenti è più facile a dirsi che a farsi. Ma con una pratica costante, possiamo limitare i nostri schemi di pensieri negativi.

La consapevolezza è certamente il primo passo per porre fine al pensiero eccessivo. Iniziamo a prestare attenzione al modo in cui pensiamo, e quando ci accorgiamo di ripetere continuamente gli eventi nella nostra mente, o di preoccuparci di cose che non possiamo controllare, riconosciamo che questi pensieri non sono produttivi.

Il primo passo per liberarsi dal pensiero eccessivo è impegnarsi ad ascoltare la propria mente. In altre parole, fare il salto dall’essere colui che pensa, il pensatore, a colui con cui i pensieri parlano, l’ascoltatore. Quando siamo intrappolati in un loop di pensieri di qualsiasi tipo, quello che abbiamo perso è lo spazio, lo spazio tra colui che ascolta i pensieri e i pensieri stessi. Quando veniamo catturati dai nostri pensieri, quest’ultimi non sembrano separati da chi siamo.

Ma il momento in cui riconosciamo ciò che sta accadendo nella nostra mente è il momento in cui iniziamo a provare sollievo, perché riconoscere la presenza dei pensieri, ironicamente, ci permette di sentirci districato dai pensieri e dall’intero tsunami del pensiero. Con la consapevolezza e il riconoscimento, all’improvviso, c’è una sponda separata dalla quale osservare i pensieri, e possiamo renderci conto che noi non siamo i nostri pensieri.

Detto questo, è necessario che tutti noi espandiamo la nostra consapevolezza quando si tratta del nostro pensiero e iniziamo a decidere da soli con quali pensieri vogliamo impegnarci e come vogliamo essere trattati nella nostra mente.

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