Lia non è più invidiosa

Lia è invidiosa. Uffa! – borbotta la giovane lucciola -. Io non so perché loro scintillano così nel cielo e io invece devo stare qui. A me non piace il buio…. Cri, cri, cri – spiega il grillo Pop -: quelle sono le stelle e tu sei invece un semplice insetto. Io non vorrei essere uno stupido insetto, uffa! aggiunge Lia rabbiosa. Poi guarda la volta cobalto del cielo che sta diventando blu notte. Lo spettacolo è quello di sempre. E come sempre Lia si ferma su una foglia del salice a guardare e a sognare: pian piano le stelle incominciano la loro danza, ammiccando qua e là come in un immenso palcoscenico. C’è addirittura una stella rossa… ma Lia ha saputo da Pop che quel bagliore è Marte, un pianeta. Lia sospira, poi sente il piccolo cuore farsi duro e gelido, frena due lacrime che le pizzicano gli occhi e sibila: Voglio anch’io essere una stella, anch’io… . E volando si dirige sul prato. A zig zag rotola sul trifoglio e i ranuncoli, anche se quasi addormentati, la guardano stupiti. Che le prende, crrrri? si chiede Pop. Poi capisce: È invidia, peccato… Lia era così simpatica! . Lia non vede la preoccupazione dei suoi amici. Brucia dentro di lei una cosa cattiva, che rotola, senza fermarsi mai: se potesse guardare nel suo piccolo cuore di lucciola, vedrebbe che una massa scura, violacea, sta distruggendo tutta la sua vita. Lia… Lia! la chiama Pop. Gli amici! – pensa Lia stizzita -. Non mi interessano più. Nessuno di loro potrà farmi diventare una stella!. E intanto sente una morsa che le blocca il respiro. Plana stancamente sull’ultimo ramo del pioppo e, là in alto, le pare di essere più vicina all’incanto delle stelle. Ma non si sente più invasa dalla solita dolcezza, non gode più del loro luccichio. Ora Lia è solo vestita di invidia. Ehi, lassù, dico a voi stelle: prendetemi con voi, voglio anch’io brillare così. Cosa faccio quaggiù tutta nera? Non servo a nessuno!. Forse il cielo ha sentito lo sfogo di Lia, perché all’improvviso tuona e una coltre lattiginosa di nuvole appanna la visione: le stelle scompaiono e i lampi si impadroniscono di quel fazzoletto blu. Lia teme il fragore dei temporali, ma ora ha più paura di quella cosa che le scombussola il cuore. In breve il temporale se ne va a scaricare altrove il suo fardello. Due desideri. Non vedo niente, mamma: come si fa a camminare con questo buio? si lamenta una vocina, che fa sussultare Lia. Risponde un’altra voce pacata: Il sentiero non è pericoloso, dammi la mano. Fra poco vedremo la luce di casa… Per fortuna non è piovuto…. Però io ho paura, non c’è nessuno… trema ancora la voce della bimba. Oh, non è proprio così. Guarda lassù: il cielo è tornato sereno e brillano le stelle! Anzi, se ci fermassimo ne vedremmo qualcuna. Le stelle cadono?. Sì, in questa notte potresti vederle cadere e potresti esprimere un desiderio… Ecco una stella cadente!. La bambina esclama divertita: Che bella. Posso esprimere allora il mio desiderio… Vorrei una lucetta, perché mi passi la paura in questo sentiero buio!. Lia, che ha sentito tutto, ha un tuffo al cuore e s’intenerisce; si stringe nelle alucce fragili ed esprime il suo desiderio a voce alta: Voglio essere come una piccola stella, una lucetta per questa bambina!. Cri, cri, che bel pensiero! esclama il grillo Pop, sorpreso. Lia ora sta volando con l’addome luminoso. Si accende e si spegne, allegra. Cri, cri, cri Lia, sembri una stella davvero! le grida Pop. Lia ha un fremito. Guarda lassù: un astro rosso sta cadendo lasciando una scia e pare che in quell’attimo le sorrida. Lia si sente diversa ed ora vola intorno alle due figure, che pian piano arrancano sul sentiero, fra salici e pioppi. Poi la lucciola atterra sul braccio della bambina. Mamma, guarda: una stellina è caduta fin qui, da me, e si accende e si spegne. Sembra che si sia avverato il tuo desiderio! . Ora non ho più paura, mamma. Grazie stellina volante, sei la mia salvezza!. La mamma e la sua bambina ridono e solo allora Lia si accorge che la cosa rotonda e violacea non ruota più, spaccandole il cuore. L’invidia si è incenerita e ora la piccola lucciola sente il cuore di nuovo pulito e cerca ancora i suoi amici. Ciao, Pop!. Meno male sei ancora tu, la mia simpatica Lia! osserva soddisfatto il grillo. Ho sofferto tanto, volevo essere una stella. A modo tuo ci sei riuscita! . Ma avevo il cuore malato. Non è stata colpa mia. Stavo davvero tanto male, Pop. Ti credo, ma ti ha salvato quella bambina. Se non avessi avuto il desiderio di consolarla, non saresti diventata così luminosa . Volando a zig, zag per la gioia, Lia sveglia i ranuncoli, che a quella piccola luce intermittente aprono le loro corolle, nonostante il buio della notte. Poi sussurrano: L’invidia non fa bene a nessuno. Voler bene invece alla fine conviene!. Poco lontano, arrampicato su un pioppo, Pop conferma convinto col suo concerto: Cri, cri, ben detto, cri, cri!.

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