Lezioni di sopravvivenza

Funziona da autobotte del deserto, non ha le ruote ma potenti propulsori alari. A pieno carico riesce a trasportare diverse decine di millilitri di acqua, un’enormità se rapportata a strutture equivalenti. I serbatoi? Congegni speciali posti nella carlinga sul lato di terra. No, non stiamo parlando di un velivolo per il trasporto nelle zone aride, ma di mirabili protagonisti che hanno fatto delle zone secche e steppose l’habitat di elezione. Sono uccelli dai nomi strani e forse sconosciuti ai più: le ganghe e le grandule. Vivono in Europa, a latitudini meridionali, nelle aree a clima più estremo quali le lande poco ospitali del sud della Francia, del Portogallo o dell’Estremadura. Ganghe e grandule infatti preferiscono questi spazi per portare a termine il loro ciclo riproduttivo. E il caldo? Non è un problema. Sono a loro agio anche a 50°, grazie a un metabolismo rallentato di minor consumo energetico, che utilizza con più parsimonia i meccanismi interni di refrigerazione. Ma le particolarità non finiscono qui. Oltre a nutrirsi di vegetali e semi tipici, hanno messo a punto uno speciale meccanismo per risolvere il problema principale, in genere per queste zone: la scarsità d’acqua. Con volo veloce e robusto, mantengono i 60 chilometri orari per ore, possono raggiungere quotidianamente pozzi e stagni di rifornimento anche a notevole distanza. Ma come fare per accontentare pure chi, come i piccoli o talvolta la femmina in cova, non può permettersi un ritmo così impegnativo? Il problema l’hanno risolto nell’utilizzo del trasporto. Poter dissetare i piccoli, incapaci, almeno per le prime settimane di vita, di spiccare il volo è una condizione assoluta per la sopravvivenza in questi ambienti. Sono i maschi ad aver messo a punto una soluzione ad hoc. Mediante piume speciali permeabili e dalla conformazione delle barbule più voluminosa e arricciata atta ad aumentare la superficie impregnante, questi individui portano sul ventre vere e proprie spugne. Gli uccelli, raggiunto il punto di abbeveraggio immergono completamente la metà inferiore del corpo nell’acqua e l’imbarco della quantità massima di acqua. La disposizione a embrice delle piume permette poi di conservare gran parte del liquido per tutto il volo. Una volta giunti e atterrati nelle aree riproduttive, ricoprono i piccoli e con un movimento di erezione delle strutture permettono l’abbeveraggio e talvolta quasi la doccia ai giovani assetati. Tale trasporto così peculiare per un volatile, comporta comunque un consumo energetico non indifferente. Meglio insegnare a trovare acqua che trasportarne quantità giornaliere. Pertanto appena i giovani sono in grado di spiccare il volo e mantenerlo con sicurezza, il maschio cessa il trasporto ed i genitori preferiscono far conoscere i luoghi preziosi dell’abbeveraggio. Una volta imparate le direttrici per i luoghi di rifornimento, i giovani diventano autonomi e in grado di sopravvivere in questi habitat estremi. Ed è proprio in queste zone semi aride, climaticamente così dure e apparentemente povere di vita, che ganghe e grandule col loro fare pur discreto e mimetico, apportano elementi di celata ricchezza e meraviglia. GANGHE E GRANDULE Diffuse nella fascia semidesertica tra il sud della Spagna e nord africa fino al Pakistan sono uccelli poco più grandi di un piccione. La ganga si differenzia per le dimensioni maggiori e il petto completamente nero. La grandula ha la coda più lunga e il petto completamente bianco. Entrambe le specie vantano comunque livree estremamente mimetiche per i paesaggi frequentati, dai colori caldi tendenti al bruciato. Nidificano in piccole buche del terreno senza apporto di materiali, per cui diventa estremamente importante passare inosservate. Depongono all’inizio della stagione secca due-tre uova covate di giorno dalla femmina, dal crepuscolo all’alba dal maschio. I piccoli appena nati sono già in grado di correre sul terreno, fermandosi in posizione mimetica all’occorrenza. Sono nutriti con semi da entrambi i genitori mentre soltanto i maschi provvedono alle bevande con il trasporto dell’acqua nelle speciali piume ventrali. Dopo quattro settimane possono effettuare i primi voli restando a scuola dai genitori per circa due mesi. Le specie sono in genere sedentarie, compiendo più ampi spostamenti in presenza di particolari condizioni climatiche. Non si hanno stime sulla consistenza mondiale delle due popolazioni. Studi recenti nel sud della Spagna indicano densità di uno-tre uccelli per chilometro quadrato. Ganghe e grandule sono oggetto di caccia specialmente in prossimità dei luoghi di abbeveraggio.

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